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I capi indigeni di Mindanao offrono a Francesco il titolo di “Luce dell’Anziano”

Indigeni Filippine

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 17/01/15

Il ringraziamento per l'attenzione del papa ai diritti delle comunità indigene. Per il rito, sangue di gallo, incenso contro i cattivi spiriti e conchiglie simbolo di compassione

L'umanità e la capacità di dare una testimonianza di fede convinta ma senza trionfalismi di papa Francesco, la sua attenzione agli ultimi della terra, conquistano anche i credenti delle altre credenze religiose.

I leader tribali nella regione meridionale di Mindanao, informa l'Agenzia Misna (17 gennaio) hanno conferito a Papa Francesco il titolo di “Apo Edsila” o “Luce dell’Anziano”.

"Lui è degno di grande stima per il suo amore per noi, per i popoli indigeni e per il suo rispetto per i valori e le credenze che da tempo immemorabile abbiamo ritenute sacre” ha affermato Dulphing Ogan, leader del Kalumaran, un’organizzazione delle popolazioni indigene nel sud delle Filippine.

Nel discorso al palazzo presidenziale di Manila, nel primo giorno della sua visita nelle Filippine, il papa aveva chiesto alle autorità di governo il rispetto dei “diritti inalienabili di tutti, comprese le popolazioni indigene e delle minoranze religiose” a Mindanao.

I movimenti indigeni apprezzano l'attenzione di papa Francesco all'ambiente, tema sul quale sta preparando da tempo un'enciclica che sarà pronta, come ha rivelato lo stesso pontefice ai giornalisti del volo papale nelle Filippine, tra giugno e luglio prossimi. Ci si aspetta che il documento porti allo scoperto la questione dei domini ancestrali e la violazione dei diritti delle popolazioni tribali. “Noi guardiamo al Papa per portare ‘novità’ e trasformazione in questo sistema globale che perpetua l’avidità, lo sfruttamento e l’oppressione” ha affermato Ogan (Misna 17 gennaio).

La sopravvivenza delle tribù indigene a Mindanao è fortemente minacciata dal'ingente attività di deforestazione, espansione delle piantagioni ed estrazioni minerarie operata sull'isola, una delle più grandi dell'arcipelago delle Filippine. All'opposizione delle tribù è stato risposto, denunciano i movimenti civili, con persecuzione, molestie, militarizzazione ed esecuzioni sommarie.

Secondo gli ultimi dati di Alleanza Nazionale dei Popoli Indigeni 50 indigeni sono stati uccisi dal 2010, mentre le tribù, a Mindanao, hanno subito 26 rimozioni forzate a causa di operazioni militari. Piya Macliing Malayao, portavoce dell’Alleanza denuncia le continue violazioni dei diritti umani contro le comunità tribali mentre il governo starebbe portando avanti un programma di contro insurrezione che “tollera e addirittura incoraggia la formazione di gruppi paramilitari assoldati dalle compagnie minerarie e imprese" (Misna 17 gennaio).

Nel rito offerto al Magbabaya, il dio tribale della tribù di Mindanao, è stato sparso sangue di gallo in segno di solidarietà con il papa, incenso per respingere cattivi spiriti che possono provocare danni alle persone e al pontefice insieme a noci di betel, calce e una conchiglia di mare, come simboli del cuore e della compassione delle tribù di Mindanao per difendere e tutelare i loro diritti, “la stessa compassione che il papa ha manifestato per i poveri”.

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