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Francesco ai leader religiosi: “mai abusare della religione per la causa della violenza”

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 13/01/15

E' necessario il dialogo interreligioso per ricostruire lo Sri Lanka. Leader islamico: "I terroristi strumentalizzano l'Islam"

"E' una grazia l’essere con tutti voi, uomini e donne di queste grandi tradizioni religiose, che condividete con noi un desiderio di sapienza, di verità e di santità". Papa Francesco si rivolge a un migliaio di esponenti delle principali famiglie religiose dello Sri Lanka – buddista, hindu, musulmana ed alcune confessioni cristiane – confermando che lo scopo del suo viaggio è visitare e confermare nella fede la comunità cattolica dell'isola e chiedendo a tutti di collaborare per il bene del Paese.

Dopo la festosa accoglienza all'aeroporto e la sosta in Nunziatura, nel pomeriggio (nello Sri Lanka sono le 17.00) papa Francesco si è recato in visita di cortesia al neo presidente Maithripala Sirisena, risultato vincitore delle elezioni presidenziali dell'8 gennaio sul presidente uscente Mahinda Rajapaksa che aveva tentato di conseguire un terzo mandato anche sfruttando l'imminente visita del pontefice.  "Provvidenziale" ha definito il nuovo capo dello Stato, di religione buddista, la coincidenza tra l'elezione e il viaggio di Francesco: "così può benedire il mio servizio che inizia".

Il luogo dell'incontro interreligioso è il Centro Congressi Bmich (Bandaranaike Memorial International Conference Hall) di Colombo, un dono della Repubblica popolare di Cina costruito tra il 1970 e il 1973. Il complesso sorge nella zona dei "Cinnamon Gardens" che si chiama così perchè un secolo fa era coperto di piantagioni di cannella, la spezia che costituiva una delle ricchezze dell'isola e la rendeva un trafficato centro di commerci oltre che di ripetute mire coloniali. 

Quella srilankese è una società multireligiosa, anche se a maggioranza buddista (circa il 70% dei 21 milioni di abitanti dell'isola), ha ricordato mons. Cletus Chandrasiri Perera, vescovo di Ratnapura e incaricato per il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale dello Sri Lanka, introducendo l'incontro. Il vescovo ha anche sottolineato lo stile di Bergoglio "senza pretese e trionfalismi, semplice e umile" sulle orme del santo Francesco di Assisi del quale porta il nome, capace di "catturare i cuori di molti milioni di persone di varie denominazioni religiose ed etniche".

Bergoglio, che parla in inglese come in tutti gli interventi di questo settimo viaggio apostolico internazionale, ricorda il Concilio Vaticano II e la dichiarazione di rispetto verso le altre religioni e di quanto in esse "è vero e santo". E' questo lo spirito, osserva, con il quale la Chiesa Cattolica "desidera collaborare con voi e con tutte le persone di buona volontà, nel ricercare la prosperità di tutti gli srilankesi". Prima dell'intervento del papa si sono susseguiti il canto buddista, le benedizioni hindu e musulmana, la preghiera del Gruppo ecumenico e il discorso di un monaco buddista. "L'Islam – afferma l'islamico Maulawi Sheik Fazilpromuove la pace e l'armonia. Non ha niente a che vedere con la violenza come quella di Parigi. I terroristi strumentalizzano l'Islam e usano la religione come uno scudo per coprire i loro crimini. Tutti i leaders religiosi devono sostenersi l'un l'altro per costruire una nazione sana, per il bene dell'umanità". Uno "speciale appello" ai leader religiosi per "costruire la pace nel Paese e nel mondo" arriva anche dal monaco buddista Vigithasiri Niyangoda Thero.

Francesco esprime l'auspicio che la sua venuta possa rafforzare le iniziative di collaborazione interreligiosa già intraprese in anni recenti.  E' chiaro che affinchè il dialogo sia efficace "deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle nostre rispettive convinzioni" ma la diversità di credenze, tradizioni e pratiche che risulterà dall'onestà di questa presentazione sarà in grado di aprire nuove strade per "la mutua stima, cooperazione e anche amicizia",

Bergoglio assegna un ruolo essenziale allo sviluppo positivo di relazioni interreligiose ed ecumeniche in questa fase della vita dello Sri Lanka segnata da un faticoso post-conflitto civile durato trent'anni: "Per troppi anni – afferma il pontefice ribadendo quanto già espresso al momento del suo arrivo nella cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Colombo – gli uomini e le donne di questo Paese sono stati vittime di lotta civile e di violenza. Ciò di cui ora c’è bisogno è il risanamento e l’unità, non ulteriori conflitti o divisioni. Certamente la promozione del risanamento e dell’unità è un impegno nobile che incombe su tutti coloro che hanno a cuore il bene della Nazione e dell’intera famiglia umana".

Collaborazione non significa oblio della propria identità religiosa ed etnica, tiene a precisare Francesco: ci sono, infatti, molti modi per i seguaci delle diverse religioni per realizzare questo servizio e provvedere ai tanti bisogni dell'umanità, sia materiali che spirituali, come il dolore delle tante famiglie che piangono la morte dei loro cari a seguito del conflitto.

"Riconciliazione" deve essere la parola d'ordine per gli srilankesi impegnati nello sforzo di ricostruire materialemente e spiritualmente la società e le istituzioni. "Per il bene della pace – afferma con chiarezza papa Francesco ribadendo l'appello rivolto, da ultimo, ai 180 ambasciatori accreditati presso la Santa Sede nell'incontro prima della partenza per lo Sri Lanka quando ha ricordato la strage di Parigi -, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra". "Dobbiamo essere chiari e non equivoci – ha concluso Francesco ringraziando i leader religiosi dell'isola dell'Oceano indiano per l'accoglienza ricevuta – nell’invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi".

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