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Kayla Montgomery, corre con la Sclerosi Multipla grazie all’abbraccio dell’allenatore

Aleteia - pubblicato il 12/01/15

Quando la condivisione della fatica e la compagnia umana trasformano un problema in un'occasione di vita

C’è un’atleta americana, Kayla Montgomery, 18 anni, che alla fine di ogni gara collassa per qualche minuto. Corre, nelle competizioni di distanza, e fa ottimi tempi. Quando arriva al traguardo, però, non si regge più in piedi. Il motivo non è una naturale stanchezza, ma la sclerosi multipla che l’ha colpita. Eppure lei non si arrende. Continua a correre, perché «correre mi fa sentire normale». (La Stampa, 25 novembre)

Kayla nel corso degli ultimi anni è passata dall’essere un’atleta normale ad una vera e propria promessa della corsa campestre, oggi è una star. Grazie alla dedizione costante e al duro lavoro, quella che era una delle tante concorrenti della Mount Tabor High School di Winston-Salem, oggi è una dei corridori più veloci di tutto il North Carolina, addirittura di tutti gli Stati Uniti. All’inizio del 2014 ha conquistato il titolo dello stato sui 3.200 metri. "Il suo tempo di 10 minuti e 43 secondi è il 21esimo nel paese" (New York Times, 3 marzo)

Oggi Kayla continua a correre grazie all’aiuto dell’allenatore Patrick Cromwell. Una presenza fondamentale per l’atleta e non solo per la passione e la carica che le dà durante ogni allenamento: Cromwell le va incontro a braccia aperte, sorreggendola ogni volta che lei, esausta, taglia il traguardo. Per questo è anche merito suo se Kayla riesce a convivere con la malattia e a guardare la realtà come un fattore positivo.

E’ proprio vero che la condivisione della fatica e la compagnia umana riescono a generare qualcosa di apparentemente impossibile, trasformando un problema nella modalità privilegiata con cui vivere e affrontare la realtà. 

Tags:
testimonianze di vita e di fede
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