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Oscar Romero riconosciuto martire

Oscar Romero sorride

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Aleteia - pubblicato il 09/01/15

Passo decisivo per l'arcivescovo di San Salvador ucciso mentre celebrava l'Eucarestia. In patria lo considerano già santo
E’ stato ufficialmente riconosciuto il martirio dell’arcivescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero, in quanto assassinato «in odio alla fede». A dare la notizia è 
Avvenire (8 gennaio).

Passo decisivo verso la beatificazione
I membri del Congresso dei teologi presso la Congregazione delle Cause dei Santi hanno espresso il loro voto unanimemente positivo sul martirio subìto dall’arcivescovo di San Salvador il 24 marzo 1980. Si tratta di un passo decisivo per il vescovo latinoamericano ucciso mentre celebrava l’Eucaristia e che già il popolo acclama come santo. La causa, iniziata nel marzo 1994 e della quale l’anno seguente si concluse la fase diocesana, era approdata a Roma nel 1997, promossa dal postulatore monsignor Vincenzo Paglia. (Avvenire, 8 gennaio)

Voce di chi non ha voce
Óscar Arnulfo Romero aveva scatenato l’ira dei paramilitari per la sua azione in difesa dei poveri e per le sue omelie, diffuse anche alla radio, in cui ogni settimana ricordava i contadini desparaecidos, tanto da essere definito “la voce di chi non ha voce”. Fu assassinato mentre celebrava la messa nella cappella dell’ospedale La Divina Providencia. (Internazionale, 19 agosto)

Morire per la fede
Secondo la prassi canonica, per la beatificazione non resta che il giudizio del Congresso dei vescovi e dei cardinali e infine l’approvazione del Pontefice, atti formali che sembrano piuttosto scontati: papa Francesco si è pronunciato più volte pubblicamente in merito al sacrificio di questo vescovo latino-americano. (RaiNews, 9 gennaio). Il papa, infatti, ha citato Romero proprio durante l’ultima udienza generale, mercoledì 7 gennaio: l’arcivescovo di San Salvador, ha ricordato Bergoglio, «diceva che le mamme vivono un "martirio materno". Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: "Tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio, è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana; dare la vita a poco a poco? Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. È dare la vita. È martirio».

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