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La tela che dovrà tessere Bergoglio per risanare la “frattura” del Sinodo

Hall of the Synod 2 10 ottobre 2014 – Sabrina Fusco

© Sabrina Fusco / ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 08/01/15

Tra tedeschi e africani visioni diverse su matrimonio e comunione ai divorziati risposati.

Cosa è realmente accaduto durante il Sinodo 2014? C'è stata realmente una frattura tra i Padri Sinodali faticosamente ricucita dalla relazione finale di Papa Francesco? Su “Il Foglio” (7 gennaio) George Weigel, intellettuale cattolico e biografo di Giovanni Paolo II, racconta dei retroscena molto dettagliati sull'assemblea di ottobre, che evidenziano una divisione piuttosto netta tra i partecipanti all'assemblea sinodale. 

Papa Francesco ha voluto che l'attenzione si focalizzasse su temi come la crisi del matrimonio e della famiglia in Occidente, la sfida per legare verità e misericordia nella cura pastorale di coloro che rimangono feriti da questa crisi. 

LA LINEA DI KASPER
Ma la disamina che doveva fuoriuscire dal Sinodo e la celebrazione del matrimonio cristiano come risposta a essa, secondo Weigel, non è avvenuta come uno avrebbe potuto sperare. E ciò sarebbe dovuto alla posizione assunta dai vescovi tedeschi guidati dal cardinale Walter Kasper, in accordo con il segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, che sembrava determinato a spingere la questione della riammissione alla comunione dei cattolici divorziati e risposati civilmente in testa all’agenda del dibattito sinodale.

LA "CHURCH TAX" TEDESCA
Una posizione, quella dei padri tedeschi, che per l'intellettuale cattolico è mosso da un problema di «soldi». La chiesa tedesca, ragiona Weigel, è finanziata dalla Kirchensteuer, la “church tax”, imposta dalla Repubblica federale ad ogni cittadino che non abbia deciso di rinunciarvi in modo esplicito. I fondi raccolti sono considerevoli: nel 2011 la Kirchensteuer ha fruttato alla Chiesa cattolica in Germania 6,3 miliardi di dollari. «Di recente, tuttavia, sempre più cattolici tedeschi hanno scelto di rinunciarvi. In un goffo tentativo di far fronte a questa emorragia, i vescovi tedeschi hanno emesso un decreto, nel 2012, mettendo nero su bianco che chiunque avesse rinunciato avrebbe “lasciato la chiesa” e che questi apostati di fatto sarebbero stati esclusi dalla vita sacramentale della chiesa, a patto di non trovarsi in pericolo di morte». 

LE CAUSE DEL CALO DEI PROVENTI
Il decreto fu osteggiato e criticato e i proventi della "church tax" continuarono il declino. Allora molti vescovi tedeschi «sembrano aver concluso che la defezione dal pagamento della tassa sulla chiesa può essere spiegata con la percezione che la gente ha della chiesa, vale a dire di un ente chiuso, avido e crudele, i cui valori – come l’indissolubilità del matrimonio – non possono essere accettati da alcun europeo rispettabile del Ventunesimo secolo. Che la gente abbia smesso di versare la Kirchensteuer perché ha smesso di credere che Gesù sia il Signore e che la chiesa cattolica sia il suo corpo mistico potrebbe apparire una spiegazione più completa. Ma adottare quest’interpretazione richiederebbe anche il riconoscimento che la crisi della fede e della pratica in Germania ha avuto qualcosa a che fare con i colossali fallimenti della teologia tedesca e della sua catechesi nel trasmettere il Vangelo nelle condizioni complesse della tarda modernità e della post modernità».

COLPA DEI "FONDAMENTALISTI"
Kasper, nel rispondere ai suoi critici (soprattutto con interviste sulla stampa), per Weigel, «non è riuscito a tenere il dibattito al livello di serietà che avrebbe meritato, ma ha liquidato coloro che avevano trovato gravi problemi biblici, patristici, teologici, canonici e pastorali come “fondamentalisti della Scrittura e della dottrina”». Tra quei "fondamentalisti", andrebbero annoverati i padri sinodali dell'Africa, «leader dell’opposizione alle proposte di Kasper, argomentando con forza che l’idea cristiana di matrimonio è giunta nelle loro culture come forza liberatrice, specialmente per le donne». 

IL FRONTE AFRICANO
Gli "africani" hanno anche suggerito, «implicitamente se non addirittura esplicitamente, che i vescovi che rappresentano le chiese locali morenti non devono esportare la decadenza occidentale nel sud globale, dove il cattolicesimo sta crescendo esponenzialmente predicando le verità del Vangelo con compassione ma anche senza compromessi». Questo ha richiesto «coraggio, e non solo perché ha esposto gli africani all’accusa di essere culturalmente arretrati (o, come in modo poco elegante ha detto il cardinale Kasper, legati ai loro tabù). Ha richiesto anche coraggio perché gran parte della chiesa in Africa è finanziata dalle agenzie di sviluppo tedesche, che stanno straordinariamente in salute e sono abbastanza generose proprio grazie alla Kirchensteuer». 

LA RELAZIONE INTERMEDIA
Eppure, la linea di Kasper e Baldisseri, in accordo con l’arcivescovo Bruno Forte, il segretario speciale del Sinodo, stava passando almeno mediaticamente, sostiene Weigel, grazie ad una capillare diffusione della "relazione intermedia" del Sinodo a cura di Forte: «l’ha presentata come si trattasse della bozza del documento finale del Sinodo, evidenziando le questioni che sarebbero state di grande interesse per i media internazionali, in attesa della grande adesione cattolica alla rivoluzione sessuale». 

LE AMBIGUITA' RICUCITE DAL PAPA
Quella relazione sarebbe stata criticata in almeno sette dei dieci gruppi di discussione omogenei per lingua nella seconda settimana del Sinodo, dove è stata giudicata come una rappresentazione inadeguata delle discussioni avvenute in Aula. In secondo luogo, molto poco di ciò che la sinistra cattolica e la stampa mondiale hanno trovato di rivoluzionario e apprezzabile nella relazione intermedia può essere trovato anche nella relazione finale, che il Papa ha dichiarato essere il documento preparatorio per il Sinodo del 2015, o nel Messaggio del Sinodo al mondo, un documento ben redatto che celebra il matrimonio e la famiglia. 

LO SPIRITO DEL CONCILIO VATICANO II
«I leader dinamici e ortodossi della Chiesa di oggi – gli uomini che con successo hanno sventato il tentativo di dirottare il Sinodo del 2014 lungo il sentiero tracciato dalla relazione intermedia, cioè quanti con i loro interventi hanno contato molto per il miglioramento della relazione finale e del Messaggio del Sinodo al mondo – sono tutti uomini del Vaticano II, non uomini contro il Vaticano II. Sono coloro – puntualizza Weigel – che hanno letto il Concilio attraverso il magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno offerto un’interpretazione autorevole dei loro insegnamenti. Sono quelli che vogliono che quell’autorevole interpretazione sia posta al servizio di ciò che Giovanni Paolo II chiamava la nuova evangelizzazione – che Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 2013, ha elevato a grande strategia del proprio pontificato. Essi sanno che la nuova evangelizzazione non avanza con mezzi tattici, e ancor meno strategici, compromessi con lo spirito del tempo sull’indissolubilità del matrimonio e la moralità dell’amore umano». 

LA RICERCA DEL COMPROMESSO
In vista del 2015 un punto di incontro con la schiera dei "tedeschi" è ipotizzabile. Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga sostiene che «troveremo l'unanimità e l'unità tra cristiani, anche se per raggiungerla dovesse essere necessario più tempo. Non possiamo accettare che ci siano vincitori e vinti: abbiamo bisogno di un segnale di testimonianza forse molteplice eppure insieme unito. A tal fine dobbiamo convincerci a uscire da alcuni vicoli ciechi del pensiero. Lo sviluppo teologico ha spesso bisogno anche di nuove idee e proposte, di un nuovo modo di pensare. La Chiesa deve essere il sacramento dell'unità tra Dio e tutti gli esseri umani, come dice il Concilio (Lumen Gentium 1)» (Il Venerdì – la Repubblica – del 27 dicembre). 

COMUNIONE E MATRIMONIO
Il porporato ragiona sul "compromesso" e afferma che «l'indissolubilità del matrimonio è un valore che va compreso come un messaggio positivo, un dono, un aiuto. Ma dobbiamo riflettere su come trovare nuove vie – quando l'unione fallisce – che rendano innanzitutto possibile alle persone coinvolte ritrovare il cammino verso i sacramenti e la riconciliazione. Io ho appreso in molti colloqui quanto le persone soffrano a causa della situazione attuale. Hanno nostalgia della Santa Comunione, e pregano perché i Sinodi e i vescovi insieme al Papa trovino una strada per loro. E sono deciso a impegnarmi per la soluzione di questo problema. Rifiuto la posizione del "tutto o niente". Noi non possiamo dire alla gente "ti accettiamo soltanto se tu soddisfi ogni requisito al cento per cento"». 

RISPETTO PER LE COPPIE OMOSESSUALI
Anche in matrimoni celebrati con il solo diritto civile «possono crearsi situazioni buone, può realizzarsi il bene. E se in una relazione omosessuale basata sulla fedeltà due persone si aiutano a vicenda e sono presenti l'uno per l'altro, perché mai io potrei dire che ciò non ha alcun valore? Il che non significa che per noi sia equiparabile con pari dignità ogni tipo di relazione: il matrimonio sancito dal sacramento per noi deve restare la stella polare dell'orientamento. E io penso che su questo tema il principio della gradualità, di cui abbiamo discusso al Sinodo, aiuti moltissimo». 

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