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Dentro il confessionale: com’è per un sacerdote?

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Padre Mike Schmitz - pubblicato il 08/01/15

Un cappellano di college parla del “luogo più gioioso, umile e ispiratore del mondo”

Una volta ero su un bus navetta con un gruppo di persone più grandi di me di ritorno da un aeroporto. Hanno visto che ero un sacerdote e hanno iniziato a farmi delle domande.

“Fa tutte le cose che fanno i sacerdoti?”

“Sì”

“Anche la questione della Confessione?”

“Sì. Sempre”

Una signora anziana è rimasta senza fiato. “Penso che sia la cosa peggiore. Dev'essere così deprimente… sentire tutti i peccati della gente”.

Ho detto che era l'esatto opposto. Non c'è forse cosa più grande che stare con qualcuno mentre torna a Dio. Ho detto: “Sarebbe deprimente se dovessi guardare qualcuno che lascia Dio, e invece sto con la gente quando torna a Lui”. Il confessionale è un luogo in cui la gente permette che l'amore di Dio vinca. Il confessionale è il luogo più gioioso, umile e ispiratore del mondo.

Cosa vedo durante la confessione?

Penso che ci siano tre cose. In primo luogo, vedo in azione la preziosa misericordia di Dio. Mi trovo regolarmente faccia a faccia con il potere schiacciante e trasformatore dell'amore di Dio. Vedo da vicino l'amore divino e questo mi ricorda quanto Dio sia buono.

Non molti riescono a vedere il modo in cui il sacrificio di Dio sulla Croce irrompe costantemente nella vita della gente e scioglie i cuori più duri. Gesù consola quanti piangono per i loro peccati e rafforza chi ha la tentazione di arrendersi nei confronti di Dio o della vita.

Come sacerdote, vedo queste cose ogni giorno.

Vedo un santo “in fase di fabbricazione”

La seconda cosa che vedo è una persona che sta ancora lottando – un santo “in fase di fabbricazione”. Non mi interessa se quella è la terza confessione della persona in quella settimana; se cerca il sacramento della Riconciliazione, significa che sta lottando, che ci sta provando. È tutto ciò che mi interessa. Questo pensiero è degno di considerazione: andare a confessarsi è un segno del fatto che non ci si è arresi nei confronti di Gesù.

Questa è una delle ragioni per le quali l'orgoglio è così micidiale. Ho parlato con persone che mi dicono di non voler andare a confessarsi dal loro sacerdote perché questi vuole loro bene e “pensa che siano brave persone”.

A questo proposito, ho due cose da dire.

1. Non rimarrà deluso! Quello che il vostro sacerdote vedrà è una persona che sta lottando! Vi sfido a trovare un santo che non abbia avuto bisogno della misericordia di Dio! (Anche Maria ha avuto bisogno della misericordia di Dio; ha ricevuto la misericordia divina in un modo drammatico e potente al momento del suo concepimento).

2. E se il sacerdote rimane deluso? Cerchiamo di fare colpo con tante cose della nostra vita. La Confessione è un luogo in cui non dobbiamo fare colpo. La Confessione è un luogo in cui il desiderio di fare colpo muore. Pensateci: tutti gli altri peccati hanno il potenziale di farci correre al confessionale, ma l'orgoglio è l'unico che fa sì che ci nascondiamo dal Dio che potrebbe guarirci.

Ricordo i vostri peccati? No!

Spesso la gente chiede se ricordo i peccati che la gente confessa. Come sacerdote, è raro, se mai è capitato, che ricordi i peccati di cui si parla nel confessionale. Può sembrare impossibile, ma la verità è che i peccati non sono tutti così degni di nota. Non sono tramonti memorabili o piogge di meteoriti o film molto intriganti… sono più simili alla spazzatura.

E se i peccati sono come spazzatura, allora il sacerdote è come lo spazzino di Dio. Se chiedete a uno spazzino quale sia stata la cosa più grossa che abbia mai dovuto caricare sul furgone, potrebbe ricordarselo, ma il fatto è che una volta che ci si è abituati a portare via la spazzatura questa smette di essere degna di nota.

Onestamente, una volta che si realizza che il sacramento della Riconciliazione riguarda meno il peccato e più la morte e resurrezione di Cristo che vincono nella vita di una persona, i peccati perdono tutto il loro fulgore e la vittoria di Gesù occupa il posto centrale.

Nella Confessione, incontriamo l'amore prezioso e trasformatore di Dio, donatoci gratuitamente ogni volta che lo chiediamo. Incontriamo Gesù, che ci ricorda “Sei degno del fatto che io muoia per te… anche nei tuoi peccati”.

Ogni volta che qualcuno viene a confessarsi, vedo una persona che è profondamente amata da Dio e che sta dicendo a Dio che lo ricambia. È così, ed è tutto quello che conta.

Nella Confessione vedo la mia debolezza

La terza cosa che vede un sacerdote quando ascolta le confessioni è la sua anima. Per un sacerdote il confessionale è un luogo che incute paura. Non vi posso dire quanto mi senta umile quando qualcuno si accosta alla misericordia di Gesù attraverso di me.

Non sono intimidito dai peccati della gente; sono colpito dal fatto che sia stata capace di riconoscere peccati nella propria vita di fronte ai quali io sono stato cieco per ciò che mi riguarda. Ascoltare l'umiltà di qualcuno spezza il mio orgoglio. È uno dei migliori esami di coscienza.

Ma perché la Confessione incute timore a un sacerdote? Per il modo in cui Gesù si fida del fatto che io sia un segno vivente della sua misericordia.

L'arcivescovo Fulton Sheen una volta ha detto ai sacerdoti che capiamo a malapena cosa sta accadendo quando stendiamo le nostre mani sulla testa di qualcuno per assolverlo. Non capiamo, ha detto, che il Sangue di Cristo sta fluendo dalle nostre dita sulla loro testa, pulendo il penitente.

Il giorno dopo la mia ordinazione, abbiamo fatto una piccola festa e mio padre ha fatto un brindisi. Ha lavorato tutta la vita come chirurgo ortopedico, ed era molto bravo. I suoi pazienti venivano sempre da me per dirmi quanto la loro vita fosse cambiata perché mio padre era un chirurgo così bravo.

E ora mio padre era lì, in mezzo a tutte quelle persone, e ha iniziato a dire: “Per tutta la vita ho usato le mani per guarire il corpo spezzato della gente. Ma da oggi in poi mio figlio Michael… padre Michael… userà le sue mani (e a questo punto gli si è incrinata la voce)… userà le sue mani per guarire le anime spezzate. Le sue mani salveranno più vite di quante ne abbia salvate io”.

Il confessionale è un luogo potentissimo. Tutto ciò che posso fare è offrire la misericordia, l'amore e la redenzione di Dio… ma non voglio “intralciare” Gesù. Il sacerdote non giudica nessuno. Nel confessionale, l'unica cosa che ho da offrire è la misericordia.

Mi sacrifico per te

Quando un sacerdote ascolta le confessioni, infine, si assume un'altra responsabilità.

Una volta, dopo il college, stavo tornando a confessarmi dopo molto tempo e molti peccati, e il sacerdote mi ha dato solo qualcosa come un'Ave Maria come penitenza.

Mi sono fermato.

“Padre? Ha sentito tutto ciò che ho detto?”

“Sì”

“Non pensa che dovrei ricevere una penitenza maggiore?”

Mi ha guardato con grande amore e ha detto: “No. Questa piccola penitenza è tutto ciò che ti chiedo”. Ha esitato, e poi ha continuato: “Ma dovresti sapere che digiunerò per te per i prossimi trenta giorni”.

Sono rimasto senza parole. Non sapevo cosa fare. Mi ha detto che il Catechismo insegna che il sacerdote deve fare penitenza per tutti coloro che vanno da lui per la Confessione. Ed eccolo lì, ad abbracciare una penitenza forte per i miei peccati forti.

È per questo che la Confessione rivela l'anima del sacerdote; rivela la sua disponibilità a sacrificare la sua vita offrendoci la misericordia di Dio.

Ricordate, la Confessione è sempre un luogo di vittoria. Indipendentemente dal fatto che abbiate confessato un peccato particolare per la prima volta o questa sia la volta numero 12.001, la Confessione è una vittoria per Gesù. E io, un sacerdote, sono lì. Mi siedo e vedo Gesù recuperare i suoi figli ogni giorno.

È tremendamente sorprendente.

PadreMike Schmitzè il direttore del Ministero per Giovani e Giovani Adulti della diocesi di Duluth e cappellano del ministero di campus cattolico Newman presso l'Università del Minnesota- Duluth. Ogni domenica, a Messa, le sue omelie vengono registrate e sono disponibili su bulldogcatholic.org o iTunes.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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