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Siamo due ragazze che si sono sentite a disagio dopo la lezione della sessuologa

Sexo sensualidad – it

© Gabriel S. Delgado C. / Flickr / CC

Sexo

padre Angelo Bellon, o.p. - Aleteia - pubblicato il 02/01/15

La sessualità avulsa da ciò che essa tocca nel suo nucleo più intimo: la capacità di amare, di donarsi

Quesito

Caro Padre Angelo,
siamo due ragazze, Alessia e Cristina, rispettivamente di 13 e di 14 anni. Pur non essendo in classe insieme, a scuola, stiamo affrontando entrambe l'argomento dell'affettività. Ci siamo sentite a disagio dopo la lezione della sessuologa. I messaggi che ci sono stati dati sono:

• la prima volta dovrebbe avvenire prima dei 18 anni;

• l'importante è il rispetto della volontà di entrambi: noi ragazze dobbiamo essere sicure di ciò che vogliamo senza lasciarci forzare;

• sono stati esposti i vari metodi contraccettivi: a nostra discrezione la scelta tra pillola contraccettiva, profilattico, spirale, diaframma, pillola del giorno dopo. I metodi naturali a cui ricorre mia mamma non sono stati presi in esame.

La maggior parte dei nostri compagni pensa che sia necessario avere rapporti sessuali prima del matrimonio. Secondo noi, e quanto ci hanno detto le nostre mamme, non è così.

Riteniamo questo gesto come donazione completa di se stessi, perciò se si usa un metodo contraccettivo qualsiasi che impedisce la creazione di una vita nuova non ci si dona completamente. Il tempo prima del matrimonio serve per conoscersi in modo puro, senza convivenza e rapporti sessuali. I principi religiosi, a scuola, vengono visti come superati.

Ci potrebbe dare delle spiegazioni più chiare riguardo quest'argomento così delicato?

Grazie infinite per l'ascolto e l'interessamento.
A. e C..

Risposta del sacerdote

Carissime A. e C.,

1. rimango sgomento nell’apprendere che a scuola abbiano chiamato la sessuologa a darvi lezioni di… disordine morale.

Perché infine la sessuologa ha fatto solo questo: vi ha parlato della sessualità in maniera avulsa da ciò che essa tocca nel suo nucleo più intimo: la capacità di amare, di donarsi.

Ve ne ha parlato peggio di come se ne avesse parlato della sessualità degli animali: perché gli animali sottostanno alle loro leggi, hanno i loro cicli naturali di astinenza e di estro.

Lei invece vi ha esortato ad aver rapporti sessuali prima dei 18 anni, come se un ragazzo o una ragazza nell’esercizio della loro genitalità non si sentissero coinvolti nel fondo di se stessi, come se si trattasse di un’attività analoga a quella di certi bisogni fisiologici.

Anzi, vi è stato sottolineato: prima dei 18 anni. In modo tale che uno possa dare il proprio corpo a chi di quel corpo non ha nessun rispetto e ne vuole usare solo per il proprio sfogo.

E una volta usato, lo mette da parte e ne cerca un altro.

Come se nel corpo di una persona non fosse coinvolta la persona.

2. Mi sarei aspettato che gli insegnanti, il preside, i genitori si siano sollevati in protesta contro una simile violenza psicologica e morale. Mi auguro che questo sia successo.

Non si può parlare a degli adolescenti di simili problemi senza il consenso dei genitori, senza contraddittorio e soprattutto senza tener conto dell’itinerario personale di ognuno dei ragazzi.

Il compito dell’educazione morale dei ragazzi spetta primariamente ai genitori.

Spetta a loro proprio perché li hanno generati e proprio perché insieme, col vincolo del matrimonio, si sono impegnati a condurli a maturità di vita.

Interferire in questo ambito senza il loro consenso è una violenza morale fatta ai genitori e ai ragazzi.

3. Quello che è stato fatto nella vostra scuola è un fatto gravissimo che rivela quanta disumanità vi sia nella sessuologa che vi ha parlato. Mi ha dato l’impressione di uno stupro morale.

Perché se è vero che ognuno parla dall’abbondanza del proprio cuore, vuol dire che per quella sessuologa i rapporti sessuali sono pura attività fisica, non assimilabile neanche a quella delle cagne e dei cani, i quali per lo meno rispettano le leggi intrinseche alla sessualità.

4. Penso invece a quanto ha scritto Jean Guitton, un accademico di Francia, in un saggio su L’amore umano:

“Se si paragona la vita degli animali con il comportamento della specie umana, ci si accorge che la sessualità negli animali ha un ruolo molto più limitato. Si produce per fasi e periodi limitati, almeno nelle specie superiori. Fatta eccezione per le grandi scimmie, che sono certamente delle degenerate, la femmina accetta il maschio soltanto per lo stretto necessario ai suoi doveri verso la specie. Ci sono anche casi, lo si sa, in cui un solo contatto rende la femmina idonea a generare molte volte, come per le api e gli afidi. Del resto la sessualità animale è limitata strettamente alla sua funzione e non crea comunità di vita tra gli individui. Si conoscono certamente delle simbiosi di accoppiamento, per esempio nelle rane e nelle tartarughe, ma l’accoppiamento non è una società” (j. guitton, L’amore umano, p. 162)

E, dopo aver osservato che per gli animali lo stimolo sessuale porta a bisogni incontenibili, afferma: “C’è tutta una letteratura che vorrebbe presentare la soddisfazione dell’istinto sessuale come una necessità. Ma i ragionamenti dei fisiologi e il lirismo non potranno mai prevalere sulla realtà che la continenza non nuoce alla salute fisica e psichica e non altera gli organi di riproduzione. È appunto in questo senso che l’istinto sessuale, che nell’uomo e solamente nell’uomo è indipendente dall’istinto vitale, permette all’uomo di affrancarsi

D’altra parte, mentre nell’animale l’istinto segue una regola ed è sottomesso al ritmo cosmico, nell’uomo – e soprattutto nel maschio – può essere eccitato quasi in continuazione. Non è legato alle necessità vitali e si presenta a proposito e a sproposito. Si direbbe che nell’uomo l’istinto si disinnesti dalla vita per innestarsi nello spirito… Tutto avviene come se la natura avesse, in questo istinto più che in ogni altro, staccato il desiderio dal bisogno… Il bisogno, ridotto al puro bisogno reale, è raro e si deve notare che non è mai costrittivo” (Ib., pp. 164-165).

5. J. Guitton sottolinea il “senso di vaga attesa che precede l’amore” (Ib. p. 70).

Ci si rifiuta di prestarsi al primo che chiede il nostro corpo o al primo che capita.

C’è qualcosa di ben più profondo di quanto non avvenga tra gli animali.

C’è il dono di sé, della propria persona, c’è un consegnarsi all’altro in una reciproca comunione di vita.

J. Guitton osserva che nell’amore umano c’è “un sentimento selettivo: è l’attesa di un essere che attraverserà la nostra strada e che di conseguenza incontreremo” (Ib. p. 70).

“Nel mondo animale, la selezione non riguarda l’interiorità. Il lupo, quando divora la pecora o si accoppia con la lupa, non chiede loro altro se non di trovarsi sulla sua strada. È la ‘pecorinità’ a interessarlo e non questa o quella pecora, la lupa e non quella particolare lupa” (Ib. p. 70).

6. Se a scuola volevano farvi educazione sessuale, dovevano parlarne a questo livello, e cioè a un livello che mettesse in risalto i valori tipicamente umani della sessualità.

Ma per la sessuologa che si è presentata a voi questi valori, che costituiscono la vera ricchezza della sessualità umana, sembrano al di là della sua capacità di intendere.

Quello che lei ha fatto è simile a chi volesse descrivere le opere d’arte a partire semplicemente dal materiale di cui sono fatte (gesso, marmo, pietra, tela, tavola…) non interessandosi minimamente di quanto su quella materia è raffigurato.

7. Come vedete, non ho tirato in ballo Dio, la fede, la religione. Perché queste cose si capiscono al di qua di quanto dicono la fede e la religione.

Né sono entrato nella disquisizione sui vari contraccettivi, messi tutti a medesimo livello, senza evidenziare le conseguenze fisiche, psicologiche, morali che pesano su chi li usa e sul rapporto di coppia. Anche questo discorso sarebbe vera educazione sessuale.

8. Mi dispiace per quanto è successo nella vostra scuola.

Mi auguro che questo abbia suscitato un dibattito e il desiderio di un vero approfondimento.
Ma questo lo fanno solo i migliori.

Altri si lasciano andare e rimangono vittime del loro stesso comportamento, approvato da chi non ha nessuno scrupolo nel parlare in maniera così pedestre di cose tanto delicate per l’avvenire e la felicità delle persone.

Quando ho letto la vostra mail, che mi è giunta qualche mese, mi son messo a pregare per voi e per i vostri compagni.
Lo farò ancora.

Vi benedico.
Padre Angelo

QUI L'ORIGINALE

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