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Il “sì” di Maria e la nascita di Gesù danno la “novità” all’anno nuovo

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Canonicato di San Leopoldo - pubblicato il 31/12/14

L'inizio del nuovo anno ci offre nuova speranza, nuova promessa e nuova vita

È l'ultimo giorno dell'anno, e siete riusciti a stare svegli fino a mezzanotte. Una volta non vedevo l'ora che arrivasse l'anno nuovo, ma ora in genere quando arriva sono già a letto da tempo. Ma non voi! Voi state guardando alla televisione tutte quelle persone in piedi a Times Square, pensando che si divertono moltissimo; aspettate che la palla che è stata collocata lì esploda per poter aprire una bottiglia di spumante e festeggiare l'anno nuovo.

5…4…3…2…1… e poi… non succede niente. Niente, davvero. La palla non esplode – ma non per un problema meccanico. Non esplode perché non ci sarà alcun anno nuovo, nessun futuro, nessun cambiamento, nessun nuovo inizio. Siamo aggrappati all'anno vecchio, e quello nuovo non arriva.

Forse questo, per quanto improbabile, sembra l'inizio di una serie di fantascienza. In realtà, descrive tutta la storia del mondo prima della nascita di Cristo, un mondo in cui non c'era alcuna speranza definitiva di cambiamento, di nuovo inizio. Ovviamente Israele aspettava il Messia, ma nel mondo al di fuori del Popolo eletto non c'era alcun segno chiaro, nessuna speranza universale per un nuovo futuro o un qualsiasi futuro che fosse diverso dal presente. Nelle mitologie greche e romane, infatti, il presente era ben inferiore al passato, l'età dorata che non sarebbe mai tornata. C'erano solo sempre le stesse cose, e poi la morte.

E avevano ragione. Senza la nascita di Cristo, senza la realtà radicale e rivoluzionaria dell'Incarnazione, tutto sarebbe semplicemente andato avanti com'era, diventando sempre un po' peggiore, anche se potevano esserci dei progressi momentanei, perché qualunque cosa non sia elevata dalla grazia finisce per cadere sempre più in basso. Il naturale, senza l'aiuto del soprannaturale, affonda.

Noi, ovviamente, in gran parte a causa del cosiddetto Illuminismo (che malgrado le sue affermazioni contrarie è stato possibile solo grazie al cristianesimo), abbiamo vissuto tutta la nostra vita (e gli ultimi secoli) con una fede secolare nelle deità gemelle del Progresso e della Scienza, per cui diamo per scontato che ci saranno sempre nuovi inizi e che le cose miglioreranno continuamente, le persone diventeranno più illuminate e progredite e così via. Questo, ovviamente, è un nonsenso assoluto.

Ciò non vuol dire che non ci sia progresso (che alla fin fine ha più a che fare con il cristianesimo di quanto il mondo vorrebbe accettare: un crescente rispetto dei diritti umani e la fine della schiavitù, ad esempio – da dove venivano? Senza la Chiesa e la sua visione della dignità di tutte le persone non si sarebbero mai verificati) e che la scienza non offra brillanti sviluppi tra i tanti terrori che suscita. Significa che di per sé non c'è alcun futuro per l'umanità se non violenza e sofferenza. Per fortuna, questa non è più tutta la storia. La nascita di Cristo ha cambiato tutto per sempre. Non ha rimosso tutta la sofferenza e tutta la violenza, ma ha portato nel mondo la vera speranza.

E la speranza trova, anche a livello secolare, un grande simbolo in un nuovo anno. Domani, però, non sarà solo il primo giorno dell'anno nuovo. È simbolicamente il primo giorno della nuova creazione. Il 1° gennaio è l'Ottava, l'ottavo giorno, di Natale. La celebrazione delle ottave – otto giorni di festa dopo la grande festa – non solo prolunga la festa, ma ha un significato più profondo: l'ottavo giorno è il primo giorno della nuova settimana (non preoccupatevi, non ho dimenticato le regole della capitalizzazione!)

Lo Shabbat (sabato), il settimo giorno, era l'ultimo giorno della settimana, il giorno di riposo; Cristo è risorto il giorno dopo, domenica, ovvero l'ottavo giorno – l'inizio della nuova creazione. Allo stesso modo, celebrando ora l'ottavo giorno dopo la nascita di Cristo ci vediamo entrare nell'anno nuovo, nell'anno di grazia, nell'anno – nell'era – del Regno inaugurato dalla sua nascita. La prima ragione per la quale festeggiamo il 1° gennaio è perché è l'Ottava di Natale; il fatto che sia l'inizio dell'anno civile (cosa è venuto prima?) è una felice coincidenza.

Tradizionalmente – e mi dispiace che questo sia sfumato – il 1° gennaio era la celebrazione liturgica della festa della Circoncisione del Signore. Forse le sensibilità moderne non amano questa festa, ma ha due elementi molto importanti che ci portano nell'anno nuovo (di grazia e anche di calendario). È la prima volta che il Prezioso Sangue di nostro Signore è stato versato, nel compimento della Vecchia Legge: ogni atto della vita del Signore è stato salvifico, e perfino lo spargimento del suo sangue sarebbe stato sufficiente a salvarci! Ricordiamo ciò che dice San Tommaso d'Aquino nell'Adoro Te Devote parlando del sangue versato di Cristo: me immundum munda tuo sanguine, cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere(Purifica me, immondo, col tuo sangue, del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato). Quello è stato anche il giorno in cui al Signore è stato dato il suo nome sacro, Gesù – Yeshua –, che possiamo tradurre con “Il SIGNORE è un grido che salva!” Come potremmo iniziare meglio un anno nuovo se non sotto il suo nome?

Il 1° gennaio celebriamo anche la solennità di Maria, sotto il titolo di Madre di Dio. Come si unisce questo alle nostre riflessioni precedenti? Sicuramente, iniziare l'anno con Nostra Signora è adatto in sé, ma c'è dell'altro. Torniamo quindi all'immagine della folla a Times Square, che aspetta il segno dell'inizio del nuovo anno, e più che il segno la realtà che questo, con tutte le sue possibilità, è davvero qui per spingerci avanti, per lasciare indietro ciò che è fallito e avere semplicemente un futuro.

Maria è non solo quel segno, ma anche quella realtà. Se non avesse detto “sì”, se non fosse stata disponibile a vivere interamente per il Signore, Cristo non sarebbe nato. È interessante, forse, parlare di ciò che il Signore avrebbe potuto fare se lei non avesse accettato la sua chiamata, ma l'ha fatto! Per questo, in modo reale, che non toglie niente al fatto che solo Cristo sia il Salvatore del Mondo, possiamo dire – con la stessa certezza con cui possiamo chiamare Maria Madre di Dio – che senza di lei lui non sarebbe venuto. Lei ha fatto entrare il nuovo anno di grazia una volta per tutte alla nascita di Cristo, ma lo fa anche ora all'inizio di ogni anno con il suo esempio e la sua intercessione. Se volete, possiamo definirla una coincidenza; suggerirei di chiamarla provvidenza. In ogni caso, è un chiaro segno non solo di come è iniziato il nostro futuro, con il “sì” di Maria, ma anche di come vogliamo iniziare ogni anno, ogni momento del nostro futuro, seguendo il suo esempio e dicendo con tutto ciò che facciamo e sperimentiamo in quest'anno che viene “sì” al progetto di Dio per noi.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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