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Perdonare mio padre per avermi costretta ad abortire, anche se lui non era pentito

British Government Out of Step with 92 of British Women on Abortion Stefan Pasch – it

Stefan Pasch

Theresa Bonopartis - pubblicato il 23/12/14

Non rinunciare mai alla misericordia di Dio

“Theresa, devi accettare la possibilità che tuo padre possa non pentirsi mai di averti costretto ad abortire”. Non dimenticherò mai queste parole che mi disse il mio direttore spirituale. Avevo recitato una novena a Nostra Signora di Czestochowa per anni. È la patrona del ministero post-aborto Entering Canaan che ho sviluppato conThe Sisters of Life

Costretta ad abortire da mio padre quando ero adolescente, avevo trasformato la novena in una pratica quotidiana chiedendole di cambiare il suo cuore e di portarlo alla misericordia di suo Figlio. Il pensiero che mio padre potesse non aprirsi mai alla grazia di essere perdonato era qualcosa che non volevo accettare. Ho recitato quella preghiera ogni giorno per più di vent'anni.

Perdonare mio padre non è stato facile. Vorrei poter dire che quando mi ha costretto ad abortire pensava di fare ciò che era meglio per me, ma mio padre era preoccupato delle apparenze e in seguito ho capito che era stato coinvolto in altri aborti.

La morte del mio bambino mai nato ha cambiato tutta la mia vita, e la lotta con l'abbandono e il perdono non è stata vinta facilmente. Solo attraverso la mia guarigione e la grazia di Dio sono riuscita a iniziare a mostrare a mio padre la misericordia e il perdono che Dio mi mostrava.

È difficile abbracciare un cuore non pentito. Ci può riempire di rabbia, risentimento e perfino odio se lo permettiamo. La scelta di perdonare deve essere fatta continuamente, perché è quella che Dio vuole che facciamo. Ciò non significa, ovviamente, che dobbiamo aprirci alla possibilità di essere feriti nuovamente, ma che dobbiamo liberarci dalla presa che quei sentimenti hanno sulla nostra vita.

Il mio aborto ha avuto un impatto su tutta la mia famiglia. La devastazione che ha portato non si è mai allontanata da noi, anche se non se ne parlava o se veniva negata. Innumerevoli altre famiglie sperimentano questa alienazione, soprattutto quando c'è stata una coercizione. Molte, però, rifiutano di riconoscere l'immoralità del loro coinvolgimento nell'aborto. Le donne possono cercare di rimanere nuovamente incinta per “sostituire” il bambino che hanno perso o, cercando semplicemente amore e affermazione, si ritrovano incinta di nuovo, non sposate e con le stesse pressioni per sottoporsi a un aborto. I genitori o il fidanzato della donna incinta possono ancora una volta non volerla sostenere in una decisione che affermi la vita. E quindi la storia si ripete, malgrado i danni che provoca. Le loro paure sono più grandi della loro fiducia in Dio.

È molto difficile continuare a mostrare un amore incondizionato per queste persone. Possiamo diventare accecati nei confronti di tutto tranne che della distruzione del bambino non nato e del dolore che ha provocato la loro coercizione, ma dobbiamo comunque offrire la misericordia di Dio, indipendentemente dal fatto che essa sia voluta o meno. Non è un compito facile, e senza la grazia di Dio è impossibile.

Dobbiamo sempre ricordare che queste persone sono perse. Dobbiamo cercare di illuminare la strada verso Cristo.

Alla fine della vita, per fortuna, mio padre si è pentito. Si è confessato e mi ha detto che gli dispiaceva. L'ultima cosa che gli detto è stata di abbracciare mio figlio non nato quando lo avesse visto in paradiso.

Cristo è venuto a chiamare i peccatori. Dobbiamo imparare la lezione dell'Avvento ed essere pazienti e aspettare, perché non sappiamo mai come Dio sta lavorando nel cuore delle persone. Ci sono coloro che continueranno a rifiutare la misericordia di Dio, ma è nostro compito continuare a offrirla, non sapendo mai se all'ultimo secondo si pentiranno.

Possano le nostre voci unirsi al coro degli angeli, pregando per la riconciliazione di tutti coloro che non si pentono, mentre ci avviciniamo alla nascita della Misericordia stessa.

Theresa Bonopartis è direttrice del programma di guarigione post-aborto Lumina e collabora allo sviluppo del modello di ministero per l'aborto Entering Canaan.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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