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Penso spesso che la vita sia ingiusta…

LOURDES – France : A sick pilgrim with a young volunteer – it

P.RAZZO/CIRIC

<span class="standardtextlabel">Titre:</span> <span class="standardtextnolink">P&egrave;lerinage National de Lourdes 2013</span> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Date de cr&eacute;ation:</span> <span class="standardtextnolink">19/08/2013</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">L&eacute;gende:</span> <span class="standardtextnolink">13 Ao&ucirc;t 2013 : Un p&egrave;lerin malade avec la jeune b&eacute;n&eacute;vole qui l&#039;accompagne pendant le 140&egrave;me P&egrave;lerinage national &agrave; Lourdes (64) France.<br /> <br /> August 13th, 2013 : National Pilgrimage in Lourdes (64) France.</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">R&eacute;f&eacute;rence:</span> <span class="standardtextnolink">244902</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Stock:</span> <span class="standardtextnolink">Ciric International</span></td> </tr> </tbody> </table> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"><span class="standardtextlabel">Voir le reportage:</span> <span class="standardtextnolink"><a class="standardtext">P&egrave;lerinage National de Lourdes 2013</a></span></td> </tr> </tbody> </table> <span class="standardtextlabel">Signature:</span> <span class="standardtextnolink"><a class="standardtext">P.RAZZO/CIRIC</a></span>

don Antonio Rizzolo - Credere - pubblicato il 23/12/14

Noi sappiamo per fede che l'amore vince l'odio, che la luce illumina le tenebre

Gentile direttore, ho un caro amico molto malato. So che è sbagliato, ma ogni volta che lo vedo soffrire penso che la vita sia ingiusta…
Lettera firmata

Cara amica, anche a me vengono pensieri simili davanti alla malattia, specialmente di fronte alla sofferenza dei bambini. Ma certi pensieri nascono perché c’è nel nostro cuore un desiderio di felicità, di amore, di vita piena e tutto ciò che non vi corrisponde ci sembra ingiusto. A ben pensarci, però, la vita non è né giusta né sbagliata, è vita e basta, con le sue regole e i suoi limiti. In realtà, parlando di vita ingiusta, ci riferiamo a Dio e lo consideriamo responsabile di ciò che non va. Come dare una risposta cristiana a tutto questo? Guardando a Gesù possiamo individuare alcune piste di riflessione.

Prima di tutto non dobbiamo dimenticare che buona parte del male e dell’ingiustizia è causata dal peccato degli uomini. Lo vediamo ogni giorno nella lotta per il potere, l’avere e l’apparire. Anche noi ne siamo coinvolti. L’odio, la cattiveria, la sopraffazione non sono senza conseguenze. Pensiamo ai danni causati dall’inquinamento. O all’incoscienza con cui a volte ci mettiamo alla guida, magari dopo aver bevuto, rischiando di coinvolgere in un incidente persone senza colpa. Gesù nel Vangelo ci mette spesso di fronte alle nostre responsabilità: ai suoi occhi non contano le parole, ma il bene compiuto: a chi sceglie il male egli dice: “Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!” (Matteo 7,23). Dio non è ingiusto, così come non lo è la vita. Siamo noi a essere ingiusti e peccatori. La malattia e la sofferenza, però, non sono la punizione di un a colpa. Spesso soffrono i giusti e gli innocenti. Come dice Gesù a proposito del cieco nato: “Né lui ha peccato né i suoi genitori”, ma egli è così “perché in lui siano manifestate le opere di Dio” (Giovanni 9,3).

C’è allora una seconda riflessione da fare. La malattia e la sofferenza mettono in rilievo la nostra fragilità di creature. Gesù Cristo ha assunto fino in fondo questa nostra condizione, “ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie” (Matteo 8,17). Lo ha fatto affrontando la passione e la morte e provando compassione per la gente, guarendola da ogni male. Ricordate l’episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain? “Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: ‘Non piangere!’” (Luca 7,13). Ecco come si manifestano le opere di Dio: con la compassione, la condivisione, l’amore verso chi è malato, con l’impegno a lenire le sue sofferenze.

Non dobbiamo infine dimenticare quanto la vita che Dio ci ha donato sia bella, nonostante le sofferenze, le malattie il nostro peccato. La parabola del buon grano e della zizzania (Matteo 13,24-30). ci ricorda che il bene e il male, la gioia e il dolore sono mescolati tra loro in questa vita. Gesù ci invita a avere lo sguardo di Dio, a vedere la luce, il bello, il buono in ogni situazione. Ce n’è molto di più di quanto appare. La sofferenza e il male, che fanno parte del limite della creazione oppure sono causati dal peccato, possono essere occasione di bene, attraverso la compassione e la solidarietà. Anche nel buio più profondo può spuntare una luce, possiamo esserne noi stessi portatori. Gesù non è venuto a dare risposte filosofiche sull’ingiustizia o meno della vita, ma ci ha amato fino alla fine. E’ nell’amore e nel bene, nella speranza che vince ogni scoraggiamento, che la vita trova senso e il nostro desiderio infinito di felicità comincia a essere appagato.  

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