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Maria incinta

the visit of the Virgin Mary to St. Elizabeth – it

© DR

padre Carlos Padilla - pubblicato il 23/12/14

Porta Dio senza dirlo, ma tutti coloro che la incrociano rimangono con un senso di pace

In Avvento guardiamo a Maria. Mi commuove sempre celebrare Maria Immacolata. Ella, senza macchia, pura. Ella, inginocchiata davanti a Dio, svuotata di tutto. Piena di luce e speranza.

Mi inginocchio. Mi commuovo. Ripeto le parole di una canzone: “In ginocchio davanti a te, Maria, tremo, contemplo il tuo amore”. Mi trovo così davanti a Lei. Piccolo e grande. Contemplo e tremo. L'anima si emoziona guardandola. Vorrei sentirmi piccolo come lei.

Mi è piaciuta la preghiera di una persona: “Che il mio Avvento sia diventare piccola, per accoglierti con il cuore di una bambina. Che il mio presepe sia un luogo semplice, per riceverti con umiltà. Che la mia culla sia un po' di fieno, per sentirti povero, Signore. Che il mio cuore ti adori nel nascondimento, ti aspetti in silenzio e torni a credere che quel Dio piccolo, nascosto nel mio presepe povero e vuoto, può riempire di speranza il mio dolore”.

E pensavo che voglio vivere così l'Avvento, povero come ha vissuto Maria, che si è inginocchiata commossa davanti a tanto amore. Si è sorpresa di fronte alla vita e ha imparato a obbedire. Ogni giorno. Tutta la vita. Un amore vero. Ella, piccola e fragile, è diventata coraggiosa nell'attesa. Ha imparato a vivere le ore come un sì ripetuto nel cuore.

Una persona diceva a Maria: “Cosa custodisci nei tuoi occhi in Avvento, Maria, che cammini piena di pace e allegria? Guardi dentro il tuo cuore, lì è il segreto: Dio ci ha toccati”. Maria è piena di Dio, piena di un amore che tocca e abbraccia, di un amore che accarezza abbassandosi.

Maria è così. La donna guardata da Dio. La donna innamorata di Dio. La donna che ci guarda con misericordia infinita. 

Una persona parlava così di Maria incinta: “Porta Gesù. Guarda dentro. Ha pace. Gli parla, lo accarezza nella sua pancia, ha la luce negli occhi. Porta Dio senza dirlo, ma tutti coloro che la incrociano rimangono con un senso di pace”.

Maria ha regalato la pace che portava nascosta. Maria Immacolata, pura, possesso di Dio. Maria incinta, piena di Gesù. Ha generato figli nel suo passaggio. È diventata madre nel cammino.

Papa Francesco ci ha detto che una Chiesa senza Maria è “un orfanotrofio” perché Maria “è quella cha aiuta a scendere Gesù. E lo porta dal cielo a convivere con noi”.

Maria si è avvicinata all'uomo portando l'amore di Dio. L'uomo è diventato figlio. Cosa ci può essere di più grande? Maria aveva il cuore di una bambina, la tenerezza di una bambina, l'innocenza e l'allegria di una bambina.

Ma aveva anche il cuore di una donna salda, forte e coraggiosa. Era il cuore più grande in cui Dio poteva confidare. Il cuore più nobile e fedele. Il cuore più umile, più povero. Ella, inginocchiata davanti a Lui. Maria è diventata libera facendosi serva. È diventata più libera dando tutto e restando senza niente.

Padre Josef Kentenich lo spiega così: “Le cose ci rendono interiormente liberi quando le facciamo per generosità, quando la motivazione che ci spinge non è in primo luogo il mero obbligo o il semplice atteggiamento di evitare il peccato. Minore è il ruolo che gioca il peccato come minaccia e pericolo nel cammino della mia vita, più libero e generoso sarò a livello interiore”.

Maria ci insegna a muoverci per amore. Non per il dover essere, non per obbligo, non per il timore di peccare. Ciò che ha mosso il suo cuore di Madre è stato il desiderio di dare di più, di donare tutta la sua vita, tutto il suo tempo.

È la nostra via per essere liberi. Muoverci per il desiderio di dare di più, di amare di più. Il desiderio di spianare la nostra vita con l'amore. Di elevare le valli con amore.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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