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Mozart nella Messa di Natale

Mozart

© Public Domain

Aleteia - pubblicato il 22/12/14

Papa Francesco ha chiesto che durante la celebrazione della vigilia venga eseguito l’Et Incarnatus est del compositore austriaco

Papa Francesco in occasione della Santa Messa della notte di Natale (la sera del 24 dicembre) nella Basilica di San Pietro ha voluto e chiesto che fosse inserita tra i canti liturgici gregoriani l’esecuzione di un brano della Messa di Mozart in do. m – 10 (Et Incarnatus est) il quale fa riferimento specifico alle parole del prologo del Vangelo di Giovanni Evangelista: "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ".

A dare la notizia è il blog “Dentro le mura”, di Alessandro Notarnicola, collaboratore del Sismografo, che spiega origini e interesse del Pontefice verso questo particolare brano:

“Normalmente durante la celebrazione della messa di Natale è il coro della Cappella Sistina che canta la liturgia e il Credo in latino usando il canto gregoriano, ma questo Natale il pontefice argentino stravolgerà ancora una volta l’ordinarietà della traduzione affiancando alla grande istituzione canora vaticana l’esecuzione della Messa composta da Mozart.

La Messa in Do minore, conosciuta dal pubblico come Grande Messa, è stata composta da Wolfgang Amadeus Mozart a Vienna dal 1781-1782. L’opera è però rimasta incompiuta. Mozart si impegnò a comporre una Messa come voto, affinché la futura sposa Constanze allora ammalata guarisse e una volta divenuta sua moglie potesse condurla a Salisburgo per farla conoscere al padre Leopold che si opponeva al matrimonio.

Il 4 agosto 1782 il matrimonio ebbe luogo a Vienna, nel duomo di S. Stefano e il giorno seguente giunse anche il sospirato consenso del vecchio genitore che sin da subito si era dichiarato contrario all’unione dei due innamorati. Mozart, qualche giorno dopo il matrimonio con Constanze scrisse così: “Anche prima del matrimonio partecipavamo alla Santa Messa, ci confessavamo ricevevamo la Comunione spesso: ma dopo il matrimonio ciò avveniva con una gioia ed un’esultanza mai provate prima: comprendevamo di essere fatti uno per l’altra”.

Ecco dunque rivelato il mistero tra Wolfgang e Costanze che diveniva vivido, caldo, pieno nell’incontro dei corpi e dunque nell’amore che univa al contempo i due sposi come un "amore eucaristico". Forse è anche questa una delle ragioni che l’ Et incarnatus est rimarrà uno dei vertici della musica di ogni tempo: perché lì c’è il Verum Corpus, l’universalismo caratterizzato dall’unione di due coniugi e questo dato assume una grande importanza per l’anno che Papa Francesco si appresta ad affrontare poiché sarà completamente dedicato alla famiglia e ai lavori sinodali incentrati su ‘Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione’”.



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