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Cosa fanno gli angeli nel presepe?

Virgen María, niño Jesús y ángeles – it

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padre Antonio María Cárdenas - pubblicato il 22/12/14

Testimoni del dialogo di Dio con la sua creatura

Secondo la tradizione, è stato San Francesco d’Assisi a dare origine, nel 1223, al presepe.

Fare il presepe in casa, sul posto di lavoro e in altri siti pubblici è ormai una tradizione, e di fatto il presepe è uno dei segni caratteristici del periodo natalizio.

Nell’udienza generale del 22 dicembre 2010, papa Benedetto ha affermato che il presepe è un’espressione della nostra attesa e speranza in Dio, del fatto che Dio si avvicina. Allo stesso tempo, però, è un’azione di grazie nei confronti di Colui che ha deciso di condividere la nostra condizione umana, nella povertà e nella semplicità.

È, proseguiva il papa emerito, un’autentica testimonianza di fede cristiana e un’icona suggestiva dell’amore infinito del Padre verso tutti noi.

Ciò ci porta a vedere negli elementi che compongono il presepe segni rappresentativi del mistero che si celebra; usando le parole di Benedetto XVI, devono essere icone, devono rinviarci a quel mistero della fede che ci prepariamo a celebrare a Natale: l’incarnazione del Figlio di Dio.

In questo senso, bisogna ricordare ciò che il papa emerito ha affermato nel suo libro “L’infanzia di Gesù” riguardo al bue e all’asino. Il papa tedesco sostiene che queste due figure rappresentano l’umanità sprovvista di comprensione ma che davanti al Bambino, davanti all’umile apparizione di Dio nella stalla, arriva alla conoscenza.

In questo modo, gli angeli nel presepe devono rappresentare qualcosa di questo mistero, non sono figure meramente decorative.

Si capisce così che gli angeli, come ha detto papa Giovanni Paolo II, sono esseri inseparabili dall’azione salvifica di Dio nella storia dell’uomo.

Ne “L’infanzia di Gesù”, Benedetto XVI, basandosi sul testo del profeta Abacuc “In mezzo ai due esseri viventi (…) tu sarai conosciuto”, afferma che con i due esseri viventi si danno chiaramente a intendere i due cherubini sul coperchio dell’Arca dell’Alleanza, nella quale Dio è misteriosamente tra gli uomini.

Che grandissima ricchezza e che segni eloquenti porta il presepe! Avete pensato a questa ricchezza mentre preparavate il presepe nella vostra famiglia?

La presenza degli angeli manifesta anche che gli angeli custodiscono il dialogo che si verifica tra Dio e gli uomini. I santi angeli custodiscono il dialogo con Dio. E questo dialogo che avviene tra la creatura e il suo Creatore riceve il nome di adorazione. In questo senso, il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna al numero 2628 che “l’adorazione è la disposizione fondamentale dell’uomo che si riconosce creatura davanti al suo Creatore. Essa esalta la grandezza del Signore”.

Gli angeli ci aiutano, perché sono i primi adoratori. Queste creature spirituali ci aiutano a conservare la piccolezza, a custodire la piccolezza di fronte al nostro Dio.

E il fatto che siano i primi adoratori si conclude con le stesse parole di Nostro Signore: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18,10).

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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