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Quando è stata l’ultima volta in cui hai rinunciato a qualcosa?

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© Juanedc / Flickr / CC

Cómodos

padre Carlos Padilla - pubblicato il 17/12/14

Non siamo disposti ad abbandonare un privilegio o a dimetterci dall'incarico che abbiamo, anche se lo stiamo svolgendo male

Il problema della ricerca della propria felicità è che in generale quando abbiamo qualcosa non vogliamo rinunciarci.

Giorni fa, pensando alla vita di Francesco Saverio, ricordavo un aneddoto della sua vita. Nel suo viaggio verso le Indie, ebbe la possibilità di disporre di una cabina per rimanere protetto fino a destinazione. Erano viaggi molto lunghi e difficili.

Ci rinunciò per viaggiare con i più bisognosi. Sapendo che così metteva in pericolo la sua salute, la sua vita, la sua missione. Ha trascorso tutto il viaggio donando la propria vita.

Quanto ci costa rinunciare alle comodità e ai privilegi! Quanto ci costa rinunciare al guadagno facile! Quanto è difficile non mettere mano alla borsa e approfittare dei vantaggi della vita!

Un'opportunità ci passa davanti e non ne approfittiamo. Anche se non è giusto. Anche se altri hanno situazioni più difficili. Non ci pensiamo. Non è facile rinunciare.

Diceva padre Josef Kentenich: “Quanto più siamo maturi, tanto più dobbiamo eliminare la ricerca consapevole e diretta di protezione e riposo. Se cerchiamo Dio in modo disinteressato, il riposo, la felicità e la protezione sorgeranno spontaneamente”.

Quante persone si affannano ossessivamente per il loro riposo! Non pretendono di far felice nessuno, vogliono solo riposarsi ed essere felici loro. E non capiscono che la rinuncia è un cammino di felicità. Rinunciare sembra tutto il contrario.

A volte sento di cadere anch'io nella stessa trappola. È una tentazione costante. Perdere la tensione e smettere di affannarmi per dare la vita.

In generale ci piacciono i primi posti, ci piace il riposo, ci piace essere rispettati nei nostri tempi, stare tranquilli.

Non siamo disposti a dimetterci per niente al mondo dall'incarico che abbiamo, anche se lo stiamo svolgendo male. Anche se il nostro lavoro non è giusto né onesto.

A volte approfittiamo dei privilegi e non rinunciamo a favore di altri. Non vogliamo perdere la nostra protezione, il nostro riposo, la nostra vita facile. Sentiamo di aver diritto a tutto. E per questo non ci piace smettere di stare bene.

La rinuncia ci sembra superflua. Perché? Non riteniamo che rinunciare possa avere qualche valore. Pensiamo: “Se non lo faccio io, lo faranno altri e io sarò stato stupido a non averne approfittato”. Questo pensiero nasce spesso nel cuore e finisce per avvelenarci.

Possiamo rinunciare, è sano rinunciare. A cosa siamo disposti a rinunciare per amore degli altri? Il criterio è sempre l'amore di Dio per gli uomini. Che privilegi abbiamo e non valorizziamo? A quali cose posso rinunciare in questo periodo di Avvento?

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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