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Suor Lisa, la star del football con la testa nel Vangelo

Suor Lisa, star del football – it

St. Scholastica Athletics/CNS

Foto di Derek Montgomery, courtesy St. Scholastica Athletics/CNS<br /> <br /> &nbsp;

Aleteia - pubblicato il 10/12/14

«Spero che chi leggerà la mia storia sappia andare oltre la curiosità e si avvicini a Dio. Lui è presente anche quando giochiamo»

Per i ragazzi di suor Lisa “ogni maledetta domenica” si è trasformata in “ogni benedetta domenica”, in particolare da quando la suora benedettina è scesa in campo per allenare e vincere con la squadra maschile di football americano del St. Scholastica Atheletics.

Una suora tutto fare
Fino a pochi mesi fa, la vita della “tutto-fare” suor Lisa era dedicata alle numerose attività legate al Monastero di Santa Scolastica di Duluth (Minnesota) in cui lei vive: aiutare gli anziani della comunità, insegnare catechismo e svolgere mille altri compiti al servizio del monastero e della parrocchia. Nel marzo 2014, la svolta “ovale”.

Programma educativo
Kurt Ramler, l’allenatore della squadra, si avvicinò a suor Lisa e le propose di diventare vice-allenatore. «Il football mi è sempre piaciuto ma non sono mai stata una sfegatata, anche se mio padre era un allenatore i miei fratelli dei tifosi» ha spiegato al Catholic News Service. Eppure 7 anni fa le suore del Monastero di Santa Scolastica hanno avviato un programma educativo che comprendeva anche il football. «I ragazzi si allenavano nel cortile del monastero e, ogni tanto, mi capitava di dare un’occhiata».

I timori della suora
Quando arrivò la proposta, la suora non nascose i suoi timori «Ero titubante perché non volevo assumermi una responsabilità che avrebbe potuto creare problemi agli altri miei impegni». Il coach Kurt la convinse così: «Lei ha già allenato le ragazze-studentesse che giocano a pallavolo, pallacanestro e softball. Ora avrà la possibilità di far crescere questi ragazzi con un altro sport».

Vincere per educare
In poco più di otto mesi suor Lisa è diventata un'autentica star. La squadra che allena infatti continua a vincere. Ma la suora non si è affatto montata la testa, testimoniando chiaramente la sua priorità: «Giocare a football per questi ragazzi è un’opportunità innanzitutto educativa».

Servire la Chiesa 
«Spero che chi leggerà la mia storia sappia andare oltre la curiosità e si avvicini a Dio. Lui è presente nelle nostre vite. Sempre. Anche quando giochiamo. A me non interessa vincere. Il mio sogno più grande è che grazie a questa storia un giovane pensi alla vocazione religiosa o a che modo può servire la Chiesa col suo talento».

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