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Ti racconto il giorno in cui sono diventato genitore

famiglia adozione

© Ciai Onlus

Aleteia - pubblicato il 02/12/14

"Lettera a me stesso" la campagna del Ciai dove le famiglie raccontano la loro commovente esperienza di adozione

Si chiamano Guido, Eleonora, Giuliana, Paolo e Dario e hanno scritto un lettera a sé stessi, per raccontarsi e mettere per iscritto le emozioni del giorno in cui sono diventati genitori. Loro, con voce commossa, mani tremanti e sguardo deciso rappresentano tutte quelle madri e padri di bambini "speciali", nati in Paesi stranieri. Rappresentano tutte quelle storie di chi ha fatto dell’accoglienza una scelta di vita.

Lettera a me stesso
Storie che sono raccontate dalla campagna "Lettera a me stesso" promossa dal Ciai, ente tra i più longevi in Italia impegnati sul fronte dell’adozione internazionale, che ha chiesto alle famiglie di scrivere, per l’appunto, una lettera a sé stessi. Per far rivivere, decenni, anni o solo mesi dopo, l’emozione provata nell’istante in cui il Tribunale ha firmato il decreto di idoneità, oppure quando si è guardato negli occhi il piccolo che sarebbe diventato tuo figlio per sempre.

Di seguito alcune lettere scritte dai genitori. Tutte le altre le trovate qui

La lettera di Elonora a se stessa

Cara Eleonora,
il tempo è trascorso velocemente, ma se ritorni indietro con la memoria, ricorderai tutte le paure, le ansie e le attese che avevi prima di iniziare questo stupendo “viaggio” nel mondo dell’adozione.
Adesso ti direi di stare tranquilla, vivi al massimo ogni singolo istante perché tutto è stato bellissimo. Tanto è vero che hai voluto riprovare tale emozione per ben tre volte. E forse vorresti anche una quarta, ma per il momento non è possibile. Chissà in futuro.
Ogni adozione è per te un percorso differente l’uno dall’altro, ma non per questo meno entusiasmante l’uno dell’altro.
Ti ricordi come avete pianto tu e Antonio quando avete saputo dell’abbinamento con Meera e quando vi hanno fatto vedere la sua prima foto per voi, a otto mesi?
E come vi siete sentiti dispiaciuti e delusi quando vi hanno dato la notizia che sareste partiti a prenderla a distanza di almeno un anno?
Oppure, quando avete visto la foto di Aoxin per la prima volta: un piccolo “Buddha” su un cavallino a dondolo e vi han detto che era un bambino speciale, ed in effetti è così. Perché lui è un bimbo speciale e lo è in tutti i sensi, perché è il vostro meraviglioso bimbo.
E per ultimo, ma solo in ordine di arrivo, Xinggui? L’emozione provata nel vedere non solo le foto, ma anche un “video”, cosa impensabile per gli altri due.
E vedere che camminava da solo, cosa non sicura all’inizio?
Adesso ti posso solo dire di andare tranquilla, che tutto si supera.
L’amore ci porta in strade e in percorsi che mai avremmo immaginato, ma proprio questo è il bello della vita.
Un bacio a te.
Eleonora


La lettera di Guido a se stesso

Caro Guido,
ti scrivo oggi, 25 settembre 2014, dal “futuro”, col classico senno di poi!
Oggi, o meglio, oggi per te quattro anni fa, è un giorno decisamente importante.
La nostra famiglia ha intrapreso un viaggio, viaggio che ancora adesso, 2014, non si sa dove ci porterà, ma ti posso assicurare che sarà un viaggio ricco di emozioni, di soddisfazioni, di arrabbiature e chissà; ma soprattutto viaggiare in cinque sarà molto molto interessante.
Ora non pensare come sarà il futuro, lo vivrai giorno per giorno; né voglio dirti come saranno i tuoi ragazzi.
L’emozione di scoprirlo ogni giorno è un valore impagabile e non anticipabile.
Sii sereno, stai vicino a Simona, supportala, sopportala, aiutatevi a vicenda, che i tuoi ragazzi ti ritorneranno tutto il tuo affetto e il tuo amore con gli interessi!!
Ci vediamo tra quattro anni.


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