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Pronti a tutto o vigilanti?

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Vinonuovo.it - pubblicato il 01/12/14
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La storia di ciascuno di noi va intesa come un grande Avvento, un’attesa, istante per istante, della venuta del Signoredi Marco Pappalardo

È tempo di Avvento! Abbiamo iniziato il nuovo anno liturgico e, ciò che inizia, porta con sé qualcosa del passato, prefigurando già la speranza del rinnovamento del cuore, dei gesti, delle azioni. Tutto va inserito in una dimensione che lega l'esperienza terrena a quella divina, perché è proprio della persona volare alto per essere pienamente felice. Consapevoli di questo tempo speciale che ci conduce fino al Natale "andiamo con gioia incontro al Signore", con una prospettiva di futuro gioiosa, quella della casa del Signore, di giungere al termine di questo grande "pellegrinaggio" che dev'essere la vita terrena. "Siamo fatti per il cielo", ma spesso lo dimentichiamo e da qui nascono la noia, la pesantezza, il nulla, l'abbandono, il vizio, la capacità di affrontare le piccole cose, la rottura dei rapporti di fedeltà e amicizia, il mettere da parte di Dio.

Il cristiano non incontra una teoria o una filosofia, ma un uomo che è anche Dio, Gesù Cristo. L'aspetto spirituale si unisce con quello storico e concreto, ma l'Avvento non vuol essere solo la memoria del periodo storico che ha preceduto la nascita del Salvatore (anche se, così inteso, ha già di per sé un altissimo significato spirituale); ci vuol ricordare che tutta la storia dell'uomo e di ciascuno di noi va intesa come un grande "Avvento", come un'attesa, istante per istante, della venuta del Signore, così che egli ci trovi pronti e vigilanti per poterlo degnamente accogliere.
Pronti a tutto e a volte pure spericolati? Pronti e via, senza meta, senza orari e una vera organizzazione? Già, ma l'essere pronti fino all'estremo porta spesso frutti effimeri e così si rischia di restare per strada, in panne, soli. Non serve forse una meta, una preparazione, una strategia, una buona compagnia, una guida affidabile? Si tratta di coniugare l'impeto naturale con l'essenzialità del Vangelo, per essere davvero pronti e non correre rischi inutili. Pronti allora, sì, con la fiducia in chi non ci abbandonerà mai, con una parola data che è certa e ricca di speranza, con una compagnia significativa.

Essere vigilanti, invece, richiede di essere come le sentinelledesti e lucidi, pronti a rimettersi subito in gioco, in cammino, a dare segnali di vita vera a chi ci circonda. Questa attesa può anche essere una vera e propria preparazione fatta di sacrificio, impegno, servizio, preghiera. Qualche volta è necessario tenere svegli e pronti gli altri, coloro a cui si vuole bene, non deresponsabilizzandoli, ma coinvolgendoli in questa nuova prospettiva. Esseredegni è l'altra chiave per prepararsi all'Avvento. C'è un abito esterno ed uno interno, si è chiamati a curarli entrambi e anche a prendersi cura di quello del prossimo. Ciò che è – per così dire – indegno fa di certo moda oggi: dal linguaggio alla gestualità, dall'abbigliamento ai comportamenti.

Dunque la questione è di stile e lo stile è quello del Vangelo: senza fronzoli, essenziale, deciso, ma sempre carico di fascino e coinvolgente. Vogliamo entrare o no in questo Regno di Dio? Le regole? Non sono quelle di un "club" esclusivo, nel senso che non esclude chi ci mette un po' di buona volontà per esserne degno; si entra anche accompagnati e nessuno paga anche quando sembra che il prezzo sia troppo alto; la "consumazione" la si paga già su questa terra, a volte con sacrificio, ma la quantità è cento volte tanto; non ci sono buttafuori anzi "buttadentro"; il Padrone garantisce gioia vera e una vita in pienezza senza la necessità di sballarsi.

Qui l'originale

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