Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
Senza categoria
separateurCreated with Sketch.

“Mamma comprami le stampelle che voglio fare gol anch’io”

Francesco Messori – it

Francesco Messori

Aleteia - pubblicato il 01/12/14

La storia di Francesco "Messi" Messori e dei campioni della Nazionale Calcio Amputati

Mentre i “maghi del lunedì” sono dietro a decretare se quell'arbitro di serie A avesse ragiono o torto, c'è un altro lunedì che riempie di gioia e speranza il cuore di migliaia di persone. E' quello del grande esordio ai Mondiali della Nazionale italiana calcio amputati. Un 2-0 secco sui padroni di casa del Messico. Uno spettacolo vederli giocare.

Storie di ordinaria speranza
I convocati dal ct Renzo Vergnani per la trasferta sud-americana sono 13 (si gioca a 7) e vanno dai 16 ai 45 anni. Tutti con storie straordinarie: quella del portiere, Daniel Priami che giocava nel Cecina, in serie D. Nel 2006 si scontra con un avversario in campo. Frattura di un braccio, complicazioni e amputazione del braccio. Fine della carriera? Assolutamente no: “La Nazionale Calcio Amputati mi ha permesso di poter continuare a vivere la mia passione e nello stesso ruolo che avevo nel Cecina. Giocare a un Mondiale, per me e i miei compagni, è un sogno che si realizza”. Poi ci sono Gianni Sasso, (suo il primo gol al Messico) attaccante che corre la maratona di New York con le stampelle, e Salvatore La Manna, gamba persa durante una missione militare in Libano. Lui ha in mano le redini della difesa azzurra. C'è anche chi, come Stefano Servaggi, ha perso la gamba per un tumore. Ma la voglia di vivere mica l’ha persa, anzi.

Francesco "Messi" Messori
Il più giovane in rosa è Francesco Messori detto “Messi”, 16 anni. La sua storia è di quelle che non scordi mai. All'ottavo mese di gravidanza i medici scoprono che non ha la gamba destra. Poi, alla nascita, si sono aggiunte altre complicazioni: la mancanza di un rene e un'artesia (distacco dell’esofago dallo stomaco) per la quale viene operato d’urgenza. Il racconto di mamma Francesca, riportato da Avvenire (29 novembre), fa capire bene cosa ha permesso di sostenere e superare una prova così dura: «“La dottoressa mi disse: “Coraggio signora, sarà dura…”. Il mio “Credo” mi ha reso più forte e tutto quello che è accaduto dopo è stato talmente grande… Come il sorriso e la gioia contagiosa di vivere di nostro figlio».

Voglio fare gol
Ma all'inizio Francesco non sembrava predestinato a diventare bomber: «dopo aver provato con sci, karate e nuoto, aveva iniziato in porta, ma non gli piaceva e a 9 anni mi disse: “Mamma comprami le stampelle che voglio fare gol anch’io”». I fatti gli hanno dato ragione. Messi è il suo idolo, ha il suo tatuaggio-autografo sul braccio e poi «sono sinistro come Lionel» racconta il campione che poco più di 2 anni fa aveva lanciato l'appello per costruire una Nazionale di calcio per amputati. Quella che oggi è oltreoceano a giocarsi la coppa del mondo. 

Benedizione di San Francesco
A sottolineare che è proprio la fede il fil rouge della vita di Francesco ci pensa sempre la sua mamma, quando ricorda che «La Nazionale di calcio amputati è nata l’8 dicembre 2012 e non poteva che farlo ad Assisi con la benedizione di San Francesco».

Tags:
sporttestimonianze di vita e di fede
Top 10
See More