Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 19 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Riscopriamo il presepio in famiglia!

Opening and Inauguration the Crib in St Peter’s Square – it

©MASSIMILIANO MIGLIORATO/CPP

<span class="standardtextlabel">Title:</span> <span class="standardtextnolink">December 24 ,2013 : Opening and Inauguration the Crib in St Peter&#039;s Square.</span> <table border="0" cellpadding="2" cellspacing="0" width="100%"> <tbody> <tr> <td valign="top"> <span class="standardtextlabel">Creation Date:</span> <span class="standardtextnolink">12/24/2013</span></td> </tr> </tbody> </table> <span class="standardtextlabel">Caption:</span> <span class="standardtextnolink">December 24 ,2013 : Opening and Inauguration the Crib in St Peter&#039;s Square.</span>

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 29/11/14

Un libro per reagire al fenomeno sempre più diffuso della paganizzazione del Natale

“Torni il presepio! Torni nelle nostre famiglie non come un decoro natalizio fra i tanti, non per colmare un vuoto sentimentale, ma per il suo significato spirituale e cristiano”.

Lo chiede Nora Possenti Ghiglia nel suo libro “Ritorniamo al presepio in famiglia” (Ancora), nel quale sottolinea come il presepio sia “un’occasione unica per recuperare e rinnovare la nostra tradizione religiosa e riscoprire il significato religioso di un simbolo della nostra appartenenza cristiana, evitando che si riduca a semplice evento culturale o folcloristico”.

Il testo parte da un'osservazione di una sedicenne, per la quale “Natale sembra una festa pagana. I riferimenti al significato cristiano del Natale, che è quello di ricordare la nascita di Gesù, si stanno perdendo. Ci rimane il presepio”. Ecco allora la necessità di riscoprire il significato religioso del presepio, la cui preparazione ha rappresentato per generazioni un rito familiare.

In questo contesto, osserva la Possenti Ghiglia, ritrovare il presepio, “come antidoto a un’epoca malata di individualismo e di frenesia, dove ci si ammala di solitudine, è un invito a recuperare e rinnovare la tradizione religiosa, a riscoprire la nostra appartenenza alla lunga eredità del presepio, a ritrovare la memoria”.

Di fronte al fenomeno sempre più diffuso della paganizzazione del Natale, “l’umiltà del presepio, la ritualità della sua preparazione e del contemplarlo in famiglia giorno dopo giorno nel tempo di Natale ci possono aiutare a ritrovare la poesia della nostra fede e una catechesi vissuta insieme tra genitori e figli”.

Il presepio, sottolinea l'autrice, “è un’occasione unica per vivere uniti, genitori e figli, l’attesa e la festa di Natale, e per gustare la concretezza dell’amore familiare in un’esperienza intessuta di affetto e di fede”.

“Forse, per capire e ricordare quel vissuto che ci appartiene, può essere utile una breve pedagogia del presepio che ravvivi gli insegnamenti biblici e quelli familiari; e per chi sente affievolito il suo significato cristiano o non lo conosce può essere di aiuto una piccola catechesi”.

È quello che si è cercato di fare nel testo, “nella speranza di aiutare le giovani famiglie a scoprire la piccola liturgia domestica del presepio”, con il quale “si educa al senso religioso, si contempla con i bambini 'l’umiltà dell’incarnazione del Verbo', come voleva San Francesco; si guarda, si canta, si prega, si contempla in silenzio, si sperimenta la gioia di essere insieme”.

Aiuta a raggiungere questo obiettivo affiancando il testo l'opera di un frate domenicano, fra' Marie Bernard Barioulet, che fabbrica bellissime statuine del presepio di intensa spiritualità cristiana, le cui illustrazioni impreziosiscono il libro.

“C’è una domanda che mi ritorna con insistenza”, confessa la Possenti Ghiglia: “se la dieta mediterranea, l’opera dei pupi siciliani, il canto a tenore sardo, il caffè turco e altre importanti tradizioni sono state dichiarate parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità, se vi è candidata la perdonanza celestiniana dell’Aquila, perché non il presepio? Non è forse un patrimonio vivo e popolare, che ha radici antichissime, così lontane che non si può dichiarare in modo assoluto che abbia avuto origine in Italia – benché questo sia quasi universalmente riconosciuto e lo si attribuisca a san Francesco –, che si è articolato in innumerevoli filoni estendendosi ai vari popoli dove è giunto il cristianesimo, in una sostanziale e sorprendente unità nella quale s’intrecciano fede e creatività?”

Il presepio, ricorda, “è una di quelle realtà che hanno attraversato il tempo e i popoli, si sono nutrite del senso religioso e della sensibilità umana di tanta gente, sono fiorite in inesauribili forme artigianali e artistiche che ancora continuano in tutte le culture e i continenti”.

“Ha la capacità di trasmigrare da una cultura all’altra mantenendo il nucleo essenziale, è elemento di unione fra le culture e i popoli, rispettando e assecondando la peculiarità di ciascuno, in una variegata pluralità di stili e forme. In esso si esprime la fede cristiana, ma vi si riversa ugualmente un’antica sapienza che nasce dalla vita e dai suoi momenti essenziali: la nascita, una donna e un uomo a protezione di un bambino, il lavoro, la solidarietà, la gente, gli animali, la natura”.

“Ogni presepio, anche il più povero, ha un ritmo di gioia che canta la vita e il senso del nostro camminare sulla terra. Per noi cristiani significa che il Messia è nato fra noi. Che siamo salvati, ora e per l’eternità”.

Tags:
natalepresepe
Top 10
See More