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La Cappella Sistina stravolta dalle visioni delle guide gay

Sistine Chapel 3

© Phoenix / SHUTTERSTOCK

La nuova Bussola quotidiana - pubblicato il 25/11/14

Ha senso leggere la storia dell'arte e dell'architettura in chiave omosessualista?

di Tommaso Scandroglio

Nei Musei Vaticani e sotto le volte della Cappella Sistina girano anche gruppi di turisti gay. Vi sono tour operator che infatti si rivolgono solo a persone omosessuali. Tra questi segnaliamo Quiiky, forse uno dei maggiori. Sul loro sito si può leggere: «Quiiky vanta un Network di Agenzie Partner – con oltre 3.000 organizzazioni indipendenti – specializzato nei viaggi gay & lesbian. Qui i clienti si trovano a loro agio, ricevono tutta la consulenza sulle principali mete turistiche e strutture gay friendly, nonché sugli eventi internazionali e sulle nuove tendenze». Testimonial di questa azienda è Cecchi Paone. Quiiky mette a disposizione anche guide turistiche che al motto «la vera storia che non ci raccontano» si prefiggono lo scopo di leggere la storia dell’arte e di quella architettonica in chiave gay. L’unica che pare essere quella veritiera. 

Questo tour operator organizza visite guidate anche ai Musei Vaticani. Ecco una delle spiegazioni offerte dalla guida: «Diciamo che l’Apollo del Belvedere era un twink. Il Torso del Belvedere un bear». Il “twink” in gergo gay significa un omosessuale efebico, di contro un “bear” è uno molto virile. Secondo la spiegazione della guida, Michelangelo avrebbe dipinto il Cristo Giudice della Cappella Sistina pensando a un twink per il volto e invece ad un bear per il tronco. Insomma Gesù era gay. Ma non è tutto. In alto a destra del capolavoro michelangiolesco ci sarebbero due uomini che si baciano, felici di festeggiare così la loro entrata in Paradiso. Alla destra di Gesù quindi ci sarebbero i beati gay e alla sua sinistra i dannati eterosessuali? 

La Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso trova anch’essa un’interpretazione gaiamente suggestiva. La scena ritrarrebbe Eva intenta a praticare ad Adamo una fellatio, vero motivo della cacciata dal Paradiso. La notizia strappa un sorriso, ma un sorriso amaro. É chiaro che la vista dell’ideologia gender non può che vedere tutto il mondo secondo i propri canoni, un mondo diviso non più in maschi e femmine ma in eterosessuali e omosessuali. Di qui lo sforzo minuzioso di interpretare la realtà – compresa quella artistica – in questa chiave dualistica. Va da sé che scorgere una coppia omosessuale nella Cappella Sistina riabilita immediatamente l’omosessualità e l’accredita come status naturale, anzi divino dato che l’omosessualità è un efficace lasciapassare per aprire le porte del Paradiso. Al mazzo di chiavi che tiene in mano Pietro occorrerà dunque aggiungere la chiave dell’omosessualità.

Un secondo aspetto di questa vicenda riguarda un certo livello di sopportazione cattolica di fronte a simili provocazioni: siamo in piena esondazione. Arrivare a reinterpretare il Giudizio universale in salsa omosex travalica il ridicolo e sprofonda nell’appropriazione indebita e nel blasfemo. Il capolavoro di Michelangelo illustra uno dei Novissimi e si fonda quindi sulla Bibbia, quella stessa Bibbia che parla chiaro in merito al rapporto che c’è tra condotte omosessuali e salvezza eterna. Vedere stravolto non solo il significato della Cappella Sistina ma anche quello del Catechismo della Chiesa cattolica e della Rivelazione dovrebbe attivare nel cattolico una scarica di anticorpi che dovrebbe portarlo perlomeno ad indignarsi e ad esclamare: «Basta!».

Questa ultima considerazione ci traghetta ad una domanda semplice semplice: perché i Musei Vaticani per i tour operator non fanno selezione all’ingresso? Il patrimonio artistico non è solo da preservare nel suo valore materiale, ma anche culturale e spirituale. Il vandalismo gay deve essere fermato. Ovvio che è una proposta destinata a cadere inascoltata: vietare l’accesso ai tour operator omosex provocherebbe una levata di scudi non solo da parte dell’associazionismo gay, ma anche da parte di molti uomini di Chiesa. I Musei Vaticani – così si direbbe – avrebbero preso una decisione discriminatoria, omofobica, non accogliente. Anzi avrebbero perso un’occasione per ascoltare e comprendere. Da qui la richiesta, a mo’ di riparazione, di dedicare un’ala dei musei all’arte gay. Meglio quindi tacere e lasciar correre. «Se strisci sempre non cadi mai», avrebbe risposto Michelangelo.

Qui l’originale

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