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La Bibbia può ispirare le rock star?

18 Things to Look Forward to in 2014 Bono Interscope – it

Interscope

Aleteia - pubblicato il 18/11/14

Da Bruce Springsteen agli U2 le Sacre Scritture sono inesauribile fonte di ispirazione per la musica rock

Non è una novità ma è sempre una buona notizia. La storia del rock è piena zeppa di riferimenti biblici. Questa scelta non necessariamente è seguita da un’adesione alla fede ma testimonia come il Vecchio e il Nuovo Testamento siano inesauribile fonte di ispirazione.

In un articolo apparso su Avvenire (14 novembre) viene presentata una lunga carrellata di rocker, per lo più americani,  in cui si verifica "una continua immersione nelle Scritture, che si offrono come una trama di simboli, storie, significati, alla quale la canzone Usa non si è mai stancata di attingere. La bibbia è insomma il grande “pre-testo” che attraversa e forma alcune delle voci più significative del rock americano."

Il Boss e il sacro
La lista non poteva non cominciare con Bruce Springsteen. In Adam raised a Cain (“Adamo ha allevato un Caino”) l’episodio biblico diventa il fuoco attraverso il quale narrare il conflitto tra un padre e un figlio. “Nella Bibbia Caino uccide Abele/ e fu cacciato dal paradiso/ nasci in questa vita pagando per i peccati di qualcun altro/ papà ha lavorato tutta la vita e per cosa? Solo per dolore/ ora cammina in queste stanze vuote/ cercando qualcuno da maledire/ e tu erediti i peccati/ e tu erediti le fiamme”. Nella musica del Boss compare anche un rimando a Ezechiele in Black cowboys: “Venne l’autunno e la pioggia allagò le case/ nella valle di Ezechiele dalle ossa inaridite cadde forte e scura sulla terra/ cadde senza un suono”.

Blowing in the wind
Da Springsteen è quasi naturale passare a Bob Dylan. “Sarebbe troppo poco dire – ha scritto Alessandro Carrera – che Dylan legge la Bibbia, cita dalla Bibbia, si fa ispirare dalla Bibbia. Dylan è letteralmente attraversato dalla Bibbia, annega nella Bibbia e con la Bibbia risorge alla superficie. Non c’è quasi allusione oscura nelle sue canzoni che non sia riconducibile a un riferimento biblico". Il riferimento più classico è ai celebri versi di Blowing in the wind nei quali è richiamata l’immagine della colomba (Genesi 8,2), o a quelli di Highway 61 reviseted nei quali il mancato sacrificio di Isacco (Genesi 22,3) si compie sotto la minaccia di essere “deportati” lungo la highway 61.

Bono e la Bibbia
Dagli USA all’Irlanda. Perché non si può chiudere il cerchio senza menzionare gli U2. Andrea Morandi nel suo "U2. In the name of love"(Arcana, 2009), passa al setaccio per la prima volta canzone per canzone i testi di Bono, portando a galla riferimenti biografici e fonti. Molti dei versi analizzati sono impregnati del testo sacro, dal linguaggio e dal lessico fino a un costante richiamo di immagini e temi. La Bibbia è esplorata integralmente, dalla Genesi all’Apocalisse, passando per i Vangeli e le lettere di Paolo, senza dimenticare i profeti Isaia e Abacuc. Ma i prediletti sono i Salmi. «Per Bono» spiega Morandi «Davide è la prima popstar e i Salmi i primi blues».

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