Sarebbero reclutate da Hezbollah contro l’Isis. In Siria sono armate da Assad. E in Iraq sfruttano la comunicazione attraverso i social network
Gli sciiti libanesi di Hezbollah stanno reclutando giovani cristiani, drusi e sunniti nell’est del Libano per combattere contro i jihadisti dello Stato islamico (Is). Lo riporta il quotidiano libanese an-Nahar (12 novembre), il quale riferisce che i miliziani di Hezbollah propongono ai giovani del nord e dell’ovest della Valle della Bekaa di arruolarsi nelle ‘Brigate della Resistenza‘ e offrono armi e addestramento "per contrastare la minaccia dell’Is e dei suoi affiliati".
2500 DOLLARI PER DIFENDERE I CRISTIANI
"Il nostro destino è comune e dobbiamo combattere insieme" è lo slogan che gli sciiti stanno usando per convincere i seguaci di altre fedi a combattere con loro. Alcune delle reclute ricevono addestramento direttamente dai Guardiani della Rivoluzione iraniani. Secondo an-Nahar, ad allettare i giovani libanesi sarebbe soprattutto il salario promesso, tra i 1.500 e i 2.500 dollari (Adn Kronos, 12 novembre).
GRUPPI DI AUTODIFESA IN SIRIA
In Siria fin dall’inizio del conflitto il regime di Assad ha puntato a distribuire armi leggere a civili cristiani coinvolgendoli in squadre di auto-difesa dei rispettivi villaggi incaricate di resistere davanti alle incursioni dei ribelli. Gruppi di auto-difesa formate da cristiani si sono formati nella Wadi el Nasara, la “Valle dei cristiani”, a ovest di Homs, e si sono visti in azione anche nelle operazioni militari messe in atto per riconquistare i villaggi-santuario di Saydnaya e Maalula, nella regione del Qalamun, a est di Damasco.
IL CASO SOOTORO
Nella provincia nord-orientale di Jazira, intorno ai centri urbani di Hassakè e Qamishli, la scelta di creare brigate para-militari riconoscibili con sigle e simboli propri è stata abbracciata soprattutto da cristiani siri e assiri, riporta Vatican Insider (14 novembre).
Le formazioni identificatesi sotto la sigla Sootoro, che inquadravano giovani cristiani di rito assiro, hanno conosciuto anche lacerazioni interne tra l’ala collegata con l’esercito regolare siriano e quella più connessa alle milizie curde. Di recente, alcuni blog mediorientali hanno dato notizia della creazione a Qamishli di una “accademia militare” animata da cristiani siri e assiri della provincia di Jazira, denominata General Agha Petros Academy.
HINDO FRENA SULLE MILIZIE
L’arcivescovo Jacques Behnan Hindo, titolare dell’arcieparchia siriana di Hassakè-Nisibi, in un colloquio con l’agenzia Fides (14 novembre), ridimensiona anche le notizie circolate in rete su presunte «milizie cristiane» in azione nella regione: «Si tratta solo di qualche centinaio di assiri, collegati in parte alle milizie curde e in parte alle truppe dell’esercito regolare. Ma è una piccola fazione che non può avere nessun peso determinante nel caso di un’escalation degli scontri armati».
LE BRIGATE IRACHENE
Anche in Iraq le “milizie cristiane” più esplicite nell’ostentare il proprio profilo identitario, si legge ancora su Vatican Insider, sono quelle degli assiri raccoltisi nelle brigate Dwekh Nawsha (i sacrificatori), qualche centinaio di uomini armati pronti a prendere parte alla battaglia contro i jihadisti dello Stato Islamico per liberare la Piana di Ninive. Postano foto e video sui social network, e nella loro narrativa identitaria il riferimento al cristianesimo appare essenzialmente come corollario della propria appartenenza etnica. Tanto che nelle bandiere di quella milizia “cristiana” campeggia anche la figura del Lamassu, antica divinità mesopotamica con corpo di toro alato e testa di uomo.