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Il video di Planned Parenthood sull’aborto arriva dritto dritto da Fantasilandia

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Theresa Bonopartis - pubblicato il 14/11/14

Per la storia vera, controllate i video di Live Action o parlate con qualcuno che è stato lì

Mi sono appena imbattuta in un video del sito web di Planned Parenthood, 

, che ha ingannato ragazze e donne da quando è stato inserito nel 2010. Il video, che sembra rivolto alle adolescenti, cerca di spiegare cosa succederà quando si pone fine a una gravidanza. Può essere stato realizzato come reazione a qualche video girato con telecamere nascoste da Live Action per mostrare lo sfruttamento da parte di Planned Parenthood della vulnerabilità delle ragazze, le bugie palesi per “vendere” l’opzione dell’aborto e il fatto di favorire gli abusi sessuali, lo stupro legale e il traffico per la prostituzione non denunciando i criminali alle autorità.

La scena iniziale mostra volti sorridenti. Davvero? Indipendentemente da quanto possano essere convinti della legalità e della moralità dell’aborto, i “clienti” dell’aborto non sorridono mai. Tutta la scena è surreale. Ho avuto la sensazione che nel loro percorso verso “la clinica” gli attori e i registi fossero entrati nello scenario di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. La scena non assomiglia affatto all’esperienza di Planned Parenthood che hanno avuto le migliaia di donne con cui ho lavorato nel ministero post-aborto.

Il video comincia mostrando una giovane donna che vuole abortire. Il “consulente” di Planned Parenthood parla con lei. “È importante che questa decisione sia interamente sua”. È una deviazione da ciò che accade realmente a Planned Parenthood, le cui cliniche, è stato rivelato, nascondono l’abuso di minori e permettono alle donne di essere costrette all’aborto da fidanzati, genitori o mariti.

Una volta che la decisione è stata presa e la procedura vagamente spiegata, la “cliente” nel film sorride a sua madre, che le sorride di rimando e prende con noncuranza una rivista nella sala d’attesa. È un momento tenero, ma la maggior parte delle adolescenti entra a Planned Parenthood senza che i genitori l’accompagnino o addirittura siano a conoscenza della situazione. La teenager si incammina poi fiduciosa passando dalla sala d’aspetto al luogo in cui verrà effettuata la procedura dell’aborto.

Nel video la sala per il recupero sembra serena e pulita, molto diversa dalla realtà di dolore che vivono donne e ragazze che si sono appena sottoposte alla procedura.

Sappiamo che Planned Parenthood è stata costruita sulla base dell’inganno, per cui non sorprende che la bugia continui ad essere perpetrata attraverso questo video. Dà fastidio, tuttavia, che le ragazze vengano ingannate, venendo spinte a prendere una decisione che avrà un impatto su tutta la loro vita in un momento di disperazione in cui sono portate a credere che l’aborto sia la soluzione alla loro gravidanza non prevista.

Alla fine del video si indica la possibilità di avere problemi gravi, che si assicura sono “molto rari”, ma mentre si spiegano alcuni sintomi da controllare, non si spiega quali possono esserne le conseguenze.

“Le donne a volte fanno scelte difficili perché tengono alla loro famiglia o alla loro famiglia futura”, si dice agli spettatori. Questo, ovviamente, implica il fatto che se si è giovani e non si abortisce non si tiene alla propria famiglia e alla famiglia futura. Si dice che è "normale provare molte emozioni diverse dopo un aborto: tristezza, rabbia, sollievo e sentirsi sole sono sensazioni comuni. Vogliamo che sappiate che non siete sole. Una donna su tre sperimenta un aborto nell’arco della propria vita."

Se Planned Parenthood continua a cercare di rendere l’esperienza dell’aborto normale elencando emozioni positive e negative insieme e dicendo a queste giovani donne che non sono sole, non si rivelano mai gli effetti a lungo termine di questa decisione. Paragoniamo questo scenario piacevole ai video di Live Action, in cui i consulenti di Planned Parenthood mentono sullo sviluppo e sull’aspetto dei bambini che stanno per essere abortiti, su come e quando viene eliminata la vita del bambino e virtualmente su ogni altro dettaglio di questa esperienza.

Presto le “clienti” saranno lasciate ad affrontare la realtà della morte del proprio bambino e la vera agenda di Planned Parenthood. Possiamo solo sperare che quando realizzeranno tutto ciò che è accaduto cerchino aiuto per guarire sulla base della verità e dell’amore misericordioso di Dio.

Theresa Bonopartisè direttrice del programma di guarigione post-abortoLuminae collabora allo sviluppo del modello di ministero per l’abortoEntering Canaan.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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