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Ecumenismo e potere di Stato russo

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George Weigel - pubblicato il 13/11/14

È ora di riesaminare le posizioni per default nel Segretariato di Stato vaticano

Il metropolita Hilarion di Volokolamsk, che guida il dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa russa e visita spesso l'Occidente, è un uomo eclettico: autore ampiamente pubblicato, compositore, linguista dotato. Può essere affascinante e arguto, come ho scoperto durante le due ore di conservazione nella Biblioteca del Congresso nel 2011, e in questi anni ha presentato se stesso e la sua Chiesa come difensori dei valori cristiani tradizionali in un mondo minacciato dalla decadenza occidentale.

C'è tuttavia un problema serio: il metropolita Hilarion non dice sempre la verità.

Nell'anno intercorso da quando in Ucraina è scoppiata la “rivoluzione della dignità” di Maidan, Hilarion si è preso la briga di attaccare la Chiesa greco-cattolica dell'Ucraina, affermando che questa Chiesa, la più grande delle Chiese cattoliche orientali, è stata un attore politico di parte, che i suoi sacerdoti hanno fomentato la violenza e che i greco-cattolici ucraini hanno lavorato per mantenere divisa l'ortodossia ucraina. Sono calunnie, ed è facile dimostrare la falsità delle accuse: la Chiesa greco-cattolica in Ucraina è stata la voce del rinnovamento morale e della riconciliazione nazionali, i suoi sacerdoti hanno rischiato la propria vita per aiutare uomini e donne di ogni confessione e la leadership greco-cattolica ha lavorato all'interno delle strutture ecumeniche del Paese per forgiare una voce religiosa unita per un'Ucraina che sia libera e prospera, esente dalla corruzione che l'ha tormentata per decenni.

Nella nostra conversazione a Washington, il metropolita Hilarion non ha nemmeno ammesso che la liquidazione forzata della Chiesa greco-cattolica ucraina nel 1946 è stata un atto criminale perpetrato dalla polizia segreta di Stalin. Piuttosto, ha difeso il falso “L’viv Sobor [Concilio]” in nome di prerogative ortodosse che evidentemente ritiene minacciate dalle Chiese di rito orientale in piena comunione con Roma. Anche il disprezzo viscerale per l'esistenza stessa della Chiesa greco-cattolica ucraina è stato ben evidente in quest'ultimo anno.

Cosa succede, quindi? Hilarion viene invitato al recente Sinodo a Roma, dove ha usato parte del suo tempo rivolgendosi ai rappresentanti del cattolicesimo globale per ripetere le sue bugie sull'attività della Chiesa greco-cattolica in Ucraina e il suo disprezzo per quella Chiesa martire.

È inaccettabile. Nell'ultimo anno, il metropolita Hilarion e il suo capo, il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, hanno agito come agenti del potere di Stato russo nelle questioni che avevano a che fare con l'Ucraina, il che significa che hanno agito come agenti di Vladimir Putin. Mi sembra evidente che un serio dialogo ecumenico è impossibile quando il partner del dialogo agisce con pretese ambigue o false e usa il dialogo per favorire interessi politici, ma è la farsa che si permette che continui quando Hilarion viene accolto a Roma. Anzi, la farsa viene rafforzata.

L'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk della Chiesa greco-cattolica ucraina ha osservato che l'intervento aggressivo e offensivo di Hilarion al Sinodo ha danneggiato la Chiesa ortodossa russa. Può essere, ma invitare Hilarion a partecipare al Sinodo dopo un anno di bugie sui coraggiosi sforzi della Chiesa greco-cattolica in Ucraina di sostenere una rivoluzione morale in quella terra sotto pressione è stata una ferita autoinflitta da parte della Santa Sede. È ora di riesaminare le posizioni per default all'interno del Segretariato di Stato vaticano e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani che hanno permesso a Hilarion di mentire nell'aula sinodale e di mettere in discussione l'integrità della Chiesa greco-cattolica dell'Ucraina come comunità ecclesiale.

Nessun “dialogo” merita il fatto di mettere a tacere l'aggressione accompagnata dalla falsità. Nulla è valido in termini di moderazione della deferenza storica dell'ortodossia russa al potere di Stato russo (sia esso il potere zarista che il potere comunista o la “democrazia pianificata” del signor Putin) dando a Hilarion una piattaforma come il Sinodo. E malgrado le fantasie di alcuni attivisti pro-vita e pro-famiglia occidentali, non c'è nulla da guadagnare per queste grandi cause in tandem con l'attuale leadership della Russia, o dell'ortodossia russa.

Non si può arginare e poi invertire l'onda della decadenza occidentale scendendo a compromessi con la verità.

George Weigelè Distinguished Senior Fellow dell'Ethics and Public Policy Center di Washington, D.C. (Stati Uniti).

[traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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