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Una task force contro i delitti di pedofilia nella Chiesa

Pope Francis (Economy) – it

©MASSIMILIANO MIGLIORATO/CPP

<span class="standardtextnolink">Decembaer 18, 2013: Pope Francis attends the weekly general audience in St. Peter&#039;s Square at the Vatican.</span><br /> <span class="standardtextlabel">Reference:</span> <span class="standardtextnolink">256650</span>

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 11/11/14

Papa Francesco ha istituito uno speciale Collegio per aiutare la Congregazione della Dottrina della fede nell’esame dei ricorsi sui delitti più gravi come l’abuso sui minori

Troppo lavoro per la Congregazione della dottrina della fede e i ricorsi sulle decisioni per i delitti più gravi – in particolar modo i casi di abuso sessuale sui minori che coinvolgono i chierici – si accumulano. Così Papa Francesco ha deciso di istituire un collegio che aiuti ad esaminare le contestazioni favorendo una soluzione più rapida dei procedimenti.

La questione è tecnica, ma investe il nuovo corso in materia di trasparenza già inaugurato da Benedetto XVI contro gli atteggiamenti omissivi o di copertura a proposito dei delitti più gravi di abuso.

Il Motu Proprio di Giovanni Paolo II Sacramentorum Sanctitatis Tutela (SST) del 30 aprile 2001 (aggiornato il
21 maggio 2010 da Benedetto XVI), precisa quali sono i delicta graviora, cioè i delitti più gravi contro la fede, i sacramenti e la morale, riservati alla competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede in base alla Costituzione apostolica PastorBonus.

Nel giudicare questi delitti la Congregazione procede tramite processo penale, giudiziale o amministrativo, con la possibilità di sottoporre direttamente la decisione al Sommo Pontefice per i casi gravissimi. La Congregazione agisce come organo di secondo grado, perché la competenza in prima istanza compete al vescovo diocesano, contro la cui decisione il sacerdote può proporre ricorso.

Da queste impugnazioni è nato l’intasamento presso la Feria IV, cioè la Sessione ordinaria della Congregazione per la Dottrina della fede, che si riunisce una volta al mese per decidere sulla materia molto delicata di questi delitti.

Si tratta, come ha osservato il portavoce della Sala stampa vaticana, padre Lombardi, che ha illustrato l’iniziativa ai giornalisti, di "un lavoro molto impegnativo", soprattutto l’esame dei ricorsi circa gli abusi del clero sui minori, e “c’è anche dell'arretrato". "Mi pare – ha aggiunto Lombardi – che i ricorsi attualmente presentati siano quattro o cinque al mese", comunque "moltissimi membri del clero fanno ricorso" sulle sentenze per abusi, e la Congregazione "deve esaminare moltissimo materiale" e impiegare "grande tempo".

Lo speciale Collegio istituito da Papa Francesco “per una maggiore efficienza nell’esame dei ricorsi” è formato da sette cardinali o vescovi, tutti di nomina del pontefice, compreso il presidente, che possono essere sia membri del dicastero, sia esterni ad esso. Al momento non si conoscono indicazioni sui componenti dell’organismo, ma nella tarda primavera scorsa Papa Francesco ha nominato l’allora arcivescovo di Rosario (Argentina), mons. José Luis Mallaghan, membro della erigenda Commissione di esame per i ricorsi ecclesiastici per i delicta graviora.

Il Collegio, le cui decisioni sono vincolanti, non ha competenza nei casi in cui i colpevoli dei delitti di cui si tratta siano vescovi: in questi casi il ricorso viene esaminato dalla Sessione Ordinaria, la quale potrà anche decidere casi particolari a giudizio del Papa o altri casi a giudizio del Collegio.

Un apposito regolamento interno disciplinerà le modalità di azione dei sette della task force i quali sono tenuti ad informare periodicamente la Sessione ordinaria.

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