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Islam: le vittorie del Jihad e il nuovo totalitarismo

Jihadist

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Erebmedioriente - pubblicato il 10/11/14

Dopo il comunismo è questa la nuova minaccia per l'occidente?

“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo”. Questa frase di Karl Marx a 25 anni dalla caduta del muro di Berlino potrebbe essere parafrasata: “Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del terrorismo islamico”. Il prossimo 16 novembre saranno 25 anni dalla caduta del Muro che portò di lì a pochi anni al crollo dell’Unione Sovietica.

Dalla Seconda Guerra mondiale fino all’attentato dell’11 settembre la lotta contro l’Unione Sovietica e i totalitarismi di stampo sovietico-socialista ha caratterizzato i governi di Europa e Stati Uniti. Oggi il muro non c’è più, ma un altro nemico sta minacciando l’Europa: l’estremismo islamico di matrice jihadista. La domanda che ci poniamo è la seguente: siamo di fronte a una nuova forma di totalitarismo?

Centinaia, forse migliaia di gruppi terroristi islamici proliferano in varie parti del mondo e lo Stato islamico proclamato fra Siria e Iraq non è l’unico, né il più pericoloso. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno rivelato un programma dettagliato del “Khorasan Group”, il nuovo movimento terrorista nato da una costola di al-Qaeda, per colpire Europa e Usa. Secondo un comunicato del Comando centrale dell’esercito degli Stati Uniti, i piani sarebbero stato scoperti durante un attacco a una base del gruppo in Siria. 

Il Khorasan, attivo soprattutto in Asia del Sud, è una sorta di risposta di al-Qaeda alla nascita del Califfato di Abu Bakr al Baghdadi, ma la loro rivalità non deve trarre in inganno. La presenza in varie parti del mondo islamico di miriadi di gruppi terroristi e di movimenti armati che, come Hezbollah e Hamas hanno anche rappresentanza politica, è molto sottovalutata dagli analisti, infatti il loro unico obiettivo è la creazione di un Califfato islamico e l’imposizione della Sharia nel mondo, ovviamente ognuno con i suoi metodi. Se il comunismo e il socialismo potevano essere identificati con il Muro di Berlino, con il volto di Stalin, Lenin, Marx, Fidel Castro, Che Guevara e altri, oggi pochi conoscono realmente le facce degli ispiratori di questi movimenti che hanno radici molto profonde nella storia del pensiero islamico. La ragione è semplice: socialismo, comunismo, ma anche nazismo e fascismo, erano frutto del pensiero occidentale, l’estremismo islamico ovviamente no.  Lo scontro culturale, da un punto di vista puramente teorico, sta proprio in questa ignoranza e incomprensione dell’Islam e dei principali pensatori della corrente più pericolosa: quella jihadista.  

I nomi sono vari, ma i più seguiti, oltre al più famoso Osama Bin Laden, sono personaggi che hanno vissuto in secoli e decenni passati: il teologo Taqî ad-Dîn Aḥmad ibn Taymiyyah attivo nel XIII secolo; Muhammad ibn Abd al-Wahhab, l’ispiratore del wahhabismo saudita morto nel 1792; Hassan al-Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani assassinato nel 1948; Sayyid Qutb, considerato il prosecutore della linea jihadista politica fondata da al-Bhanna e impiccato dal presidente egiziano Nasser nel 1966; Abdullah Yusuf Azzam, palestinese considerato il maestro di Osama Bin Laden e fondatore del primo nucleo di mujahidin in Afghanistan, morto assinato nel 1989. Per quanto riguarda il jihadismo di matrice sciita il più noto è ovviamente l’ayatollah Rouhollah Khomeini, fautore della Rivoluzione iraniana del 1979, le cui idee e finanze hanno sostenuto la nascita del movimento sunnita Hamas creato nel 1988 dallo sceicco Ahmed Yassin, che introduce nell’Islam sunnita la figura dello shahid il martire del jihad in nome di Allah. Ovviamente vanno citati personaggi viventi come lo sceicco Nasrallah, fondatore di Hezbollah e Moqtada al Sadr, figlio di Sadiq al-Sadr, dell’ala più integralista dello sciismo iracheno.

I volti di questi uomini sono celebrati sui siti e sulle riviste in arabo. È sufficiente fare un giro su Twitter e Facebook per vedere il seguito di questi “mitici” ideologici del jihad. L’Hastag legato a Ahmad Ibn Taymiyyah, che offre interpretazioni e saggi del grande teologo ha oltre 4 mila follower. La principale pagina Facebook dedicata ad al-Wahhab ha oltre 14 mila seguaci, ma occorre considerare l’esistenza di almeno altre 10 pagine a lui dedicate con migliaia di follower. Il personaggio con più seguito è il fondatore dei Fratelli Musulmani Hassan al-Bhanna. Sommando i risultati delle prime 10 pagine a lui dedicate nella sola lingua araba si raggiunge la cifra di 754.000 fra mi piace e follower. I risultati di Twitter e Facebook non possono essere considerati attendibili come statistiche, ma offrono un quadro dell’interesse suscitato da questi personaggi del passato, fra l’altro in Paesi in cui Facebook e Twitter sono controllati o bloccati.

L’impatto ideologico di queste figure, ispiratrici dei principali movimenti islamici radicali da cui derivano gran parte dei gruppi terroristici, è indice di come l’islam di matrice jihadista sia molto di più di un’idea minoritaria, ma un vero motore ispiratore forse di un nuovo e ahimè affascinante pensiero totalitario. I tempi per la nascita di un movimento più compatto in grado realmente di soddisfare le istanze della umma musulmana saranno lunghi o brevi? Scavando nei meandri della storia occorre considerare che l’Islam conquistò la Mezzaluna fertile, l’Africa del nord e la Spagna in un secolo. Maometto muore nel 632 d.C., mentre la battaglia di Poitiers è del 732 d.C. Oggi le condizioni sono differenti, ma il vuoto culturale che attanaglia l’occidente e l’ignoranza nei confronti del mondo islamico, la connivenza con Paesi promotori del jihad come l’Arabia Saudita rischiano di aumentare le chance di vittoria di una parte dell’Islam fino a circa 30 anni fa assolutamente minoritaria e osteggiata.

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