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Bambini in affido: li potranno adottare gli stessi genitori (anche se single)

Adoption Has Become a Conservative Sacred Cow Tom Bell – it

Tom Bell

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 06/11/14

In Commissione Giustizia del Senato primo si alla nuova legge. Ci sarà la continuità affettiva evitando l'adozione di una nuova famiglia

Rivoluzione nel campo delle adozioni. I bambini in affido non dovranno più cambiare famiglia. Perché potranno essere adottati anche dagli stessi genitori, (a volte monogenitori, cioè madri e padri single) a cui sono stati affidati (Il Sussidiario.net, 6 novembre). 

ADOZIONE E AFFIDO IN ITALIA
Sembrerebbe una cosa naturale ma in Italia non lo è. Fino ad ora infatti non era consentito ad una coppia o ad un single che accoglieva nella sua vita un bambino in affido, e magari lo cresceva per anni e anni, poterne poi diventare genitore a tutti gli effetti. Adozione e affido infatti sono sempre stati nel nostro paese due percorsi radicalmente diversi (Repubblica, 6 novembre).

LA SVOLTA IN SENATO
Ma un primo sì ieri in commissione Giustizia del Senato sulla riforma della legge attuale, potrebbe cambiare totalmente le cose, aprendo anche, di fatto, una possibilità per l’adozione ai single. E riformando quella controversa norma, secondo la quale anche dopo anni e anni di convivenza armoniosa e di affetto, un bambino o una bambina possano essere tolti ai genitori affidatari, e destinati invece ad una coppia idonea all’adozione

LA "NUOVA" LEGGE
Spiega Francesca Puglisi, senatrice Pd, e prima firmataria della legge: «Quando il rapporto di affido familiare si protrae oltre i due anni, e il minore viene dichiarato adottabile, con la legge 1209 viene offerta la possibilità alla famiglia, o alla persona affidataria che ne faccia richiesta, se corrisponde al superiore interesse del minore, la possibilità di essere considerata in via preferenziale, ai fini dell’adozione stessa». Il senso profondo è quello di assicurare al bambino, dice Puglisi, «una continuità di affetti e di legami» (Il Sole 24 Ore, 6 novembre).

IL CASO DI MATTIA
Dice ancora Puglisi a Repubblica: «Sono partita dal presupposto che in situazioni già dolorose, come quella di un bambino che viene tolto alla sua famiglia naturale, la rigidità della legge non può creare altre sofferenze. Ho deciso di depositare questa legge quando mia figlia è tornata da scuola dicendomi che il suo amico Mattia era molto triste, perché non avrebbe più visto la sua sorellina in affido. Dopo anni che viveva con Mattia e i suoi genitori, la piccola è stata dichiarata adottabile e consegnata ad un’altra coppia, a lei sconosciuta. Allora ho deciso di agire».

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