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Amare e comprendere in base a ciò che l’altro è

Niño pensando – it

© Pixabay

padre Carlos Padilla - pubblicato il 05/11/14

Gesù ci chiede di trattare il prossimo come vorremmo essere trattati noi

La santità si può vedere e toccare, sentire e incontrare. Ci piace toccare i santi viventi. Dare loro la mano. Ascoltare la loro voce rivolta a noi. La loro benedizione. Perché toccandoli sentiamo che una forza speciale ci ha riempito l’anima. Perché sono vicini e appartengono al mondo di Dio.

Hanno i piedi per terra e l’anima in cielo. Perché sono uomini e angeli allo stesso tempo. Perché hanno luce e quella luce ci fa brillare al loro fianco. Amano la vita, amano Dio negli uomini, vedono più di quello che vediamo noi.

Li guardiamo da vicino e vogliamo che ci tocchino. Gesù era toccato per le strade. I bambini gli si avvicinavano ed Egli li benediceva, come il papa quando entra in una sala gremita di uomini che cercano Dio.

Molti hanno toccato Gesù senza fede. Non ha cambiato nulla nella loro vita. Non c’è stato miracolo. Altri lo hanno toccato con molta fede e la loro fede li ha salvati, li ha cambiati, perché Gesù, quando veniva toccato, sprigionava un potere che guariva.

Toccare i santi viventi ci guarisce, ci salva, ci cambia dentro. Ci rende più di Dio. Ci esorta ad aspirare alle vette più alte.

Ciò che desideriamo è vivere al fianco dei santi, camminando piano, toccando il loro mantello con fede. Lasciarci aiutare non dalle loro parole, ma dalla loro vita, dalla loro testimonianza, dai loro gesti, perché è quello che ci salva.

Vedere nell’altro trasformato in realtà ciò che sembrava impossibile. Il cuore si rallegra e vuole cambiare, vuole essere migliore. Perché Gesù è passato facendo il bene, toccando e lasciandosi toccare. E il suo amore ha cambiato i cuori.

Per questo Gesù ci chiede di amare come Lui, con compassione, mettendoci al lato dell’altro. Lasciandoci toccare, dando agli altri il posto migliore.

Ci chiede di comprendere l’altro sulla base di ciò che l’altro è, non sulla mia base, ma partendo da lui, decentrati. Amare l’altro come me stesso. Gesù ci chiede di trattare il prossimo come vorremmo essere trattati noi. È questa la santità, l’amore di Dio che opera miracoli in noi.

A volte misuriamo gli altri con una misura e noi stessi con un’altra. Offendiamo senza dare importanza all’offesa, ma ci fa male se veniamo offesi. Non comprendiamo gli altri, ma vogliamo essere sempre compresi. Con quale misura misuriamo?

Nell’Ultima Cena Gesù ci chiede di amarci come Egli ci ama. È la nostra misura. L’amore di Cristo. Egli ci decentra. Va con noi e ci insegna ad amare. Ama con noi. Ci sostiene. Dal suo amore crocifisso ci rialza. È il suo amore donato che guarisce il mondo. Gesù si dona completamente.

Gli chiedo di aiutarmi ad amare come Lui. Voglio toccarlo perché il suo amore mi insegni ad amare. Dalla mia piccolezza. Quando ci costa decentrarci e amare l’altro con l’amore di Dio!

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