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Quando le anime in Purgatorio ritornano dai morti

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Susan E. Wills - Aleteia - pubblicato il 04/11/14
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Sì, a volte lo fanno. Dovremmo essere terrorizzati o grati?
Al giorno d’oggi non sentiamo parlare spesso del Purgatorio, ed è un peccato perché la maggior parte di noi sarà molto fortunata ad andare lì piuttosto che finire direttamente all’Inferno. E nel caso in cui qualcuno si lamentasse del fatto che Dio è cattivo o moralista perché manda le persone all’Inferno, dovrebbe ricordare che dipende completamente da noi, avendo usato il dono del libero arbitrio per dire a Dio “No”.

Quale (terrificante ma meraviglioso) dono sarebbe se una notte venissimo svegliati dalla presenza di un familiare o un amico defunto che ci chiede preghiere e sacrifici, e Messe da celebrare per uscire dal Purgatorio! E soprattutto se quell’anima sofferente lasciasse un segno permanente di modo che – alla luce del giorno e per sempre da quel momento in poi – potessimo sapere che quella visita non è stata un incubo provocato dal troppo vino o da qualche cibo un po’ troppo strano che abbiamo mangiato a cena.

Nella parabola di Gesù dell’uomo ricco e di Lazzaro (Lc 16:19-31), il ricco epulone dall’Inferno prega il padre Abramo di inviare “qualcuno dai morti” per dire ai suoi fratelli di pentirsi. Abramo replica: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”. Il riferimento, ovviamente, era alla resurrezione di Gesù, ma nella sua grande misericordia il Signore ha mandato molti emissari dai morti ai viventi, e questi hanno lasciato numerose prove dietro di sé.

Per “prove” non mi riferisco alle molte testimonianze scritte di santi riguardanti il Purgatorio o l’Inferno – dei santi Margherita Maria Alacoque, Gertrude, Brigida di Svezia, Giovanni Maria Vianney, Maria Faustina, Caterina da Siena, Caterina da Genova e altri e di veggenti come i bambini di Fatima o Kibeho, Medjugorje or Garabandal. Le prove concrete reali sono ospitate in una piccola stanza fuori dalla sacrestia di una chiesa di Roma, il Sacro Cuore di Gesù in Prati (chiamata anche Sacro Cuore del Suffragio). Questa chiesa neogotica, terminata nel 1917, è situata sulle rive del fiume Tevere, a dieci minuti da piazza San Pietro. È unica perché è l’unica chiesa in stile gotico di Roma e perché ospita il Piccolo Museo del Purgatorio.

La missione dell’Ordine del Sacro Cuore, fondato nel 1854 in Francia, era pregare e offrire Messe per il riposo delle anime del Purgatorio. La loro cappella a Roma, dedicata a Nostra Signora del Rosario, è stata ampiamente distrutta da un incendio il 15 settembre 1897. Dopo l’incendio, il sacerdote a cui era stata affidata la cappella, padre Victor Jouët, è rimasto senza parole vedendo l’immagine di un volto sofferente di quella che sembrava un’anima del Purgatorio su uno dei muri bruciati. Pio X gli ha permesso di viaggiare in tutta Europa raccogliendo reliquie che testimoniassero le visite delle anime del Purgatorio.

Una reliquia nel museo mostra una sezione di legno di una scrivania appartenente alla venerabile madre Isabella Fornari, badessa del Monastero delle Clarisse Povere di San Francesco a Todi. Madre Isabella è stata visitata dall’abate precedente, il defunto padre Panzini, dell’Ordine dei Benedettini Olivetani a Mantova il 1° novembre 1731. Per mostrarle che stava soffrendo in Purgatorio, l’abate ha posto la sua mano sinistra “fiammeggiante” sulla sua scrivania, lasciando un’impronta bruciata, e ha anche inciso una croce sul legno con il suo indice ardente. Ha inoltre posato la mano sulla manica dell’abito della badessa, che ha bruciato la sua sottoveste arrivando fino al braccio, al punto da farlo sanguinare. La badessa ha riferito l’evento al suo confessore, il sacerdote della Santa Croce Isidoro Gazata, che le ha chiesto di tagliare le parti dell’abito e della sottoveste e di donargli la piccola scrivania. È stato stabilito che tutto aveva un’origine soprannaturale.

Nel 1815 Marguerite Demmerlé, che viveva nella diocesi francese di Metz, è stata visitata da un’anima che si è identificata come sua suocera, morta di parto trent’anni prima, e le ha chiesto di recarsi in pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora di Mariental e di far celebrare due Messe per lei. Marguerite le ha chiesto un segno, e l’anima ha messo la sua mano sul libro che Marguerite stava leggendo – “L’imitazione di Cristo” -, lasciando l’impronta sulla pagina aperta. La suocera le è riapparsa dopo il pellegrinaggio e dopo che erano state dette le Messe per ringraziarla e dirle che era stata liberata dal Purgatorio.

Nel 1875 Luisa Le Sénèchal, morta da due anni, è apparsa al marito Luigi nella loro casa di Ducey, in Francia. Chiedendo le sue preghiere, ha lasciato segni bruciati delle sue cinque dita sul suo berretto da notte come prova concreta per la figlia della richiesta di far dire delle Messe per il riposo della sua anima.

Nel Piccolo Museo del Purgatorio si può vedere una dozzina di altri oggetti di questo tipo.

Questi esempi non hanno l’intenzione di scioccare o terrorizzare, e se ne possono trovare molti di più nei libri scritti dal gesuita francese del XIX secolo padre F.X. Schouppe, ad esempio in “Purgatorio spiegato”. Il gesuita scriveva:

Dandoci un avvertimento di questo tipo, Dio ci mostra una grande miserocordia. Ci esorta nel modo più efficace ad assistere le povere anime sofferenti e ad essere vigili per quanto ci riguarda.

Se la Chiesa non afferma di conoscere la natura della sofferenza delle anime del Purgatorio, i commenti del papa emerito Benedetto XVI e gli scritti di Santa Caterina da Genova (1447-1510), soprattutto il suo “Il Trattato del Purgatorio”, sono istruttivi. La Santa ha descritto il Purgatorio non come un luogo avvolto dalle fiamme, ma piuttosto come uno stato in cui le anime sperimentano il tormento delle fiamme interiori riconoscendo la propria profonda peccaminosità di fronte alla perfezione della santità di Dio e al Suo amore per loro.

Il beato John Henry Newman ha composto una bellissima preghiera per le anime in Purgatorio. In questo mese dedicato ai defunti, faremmo bene a recitarla spesso.

Preghiera per i fedeli defunti del beato John Henry Newman

O DIO degli Spiriti di tutta la carne, o Gesù, Amante delle anime, ti raccomandiamo le anime di tutti i tuoi servi che sono morti con il segno della fede e dormono il sonno di pace. Ti supplichiamo, o Signore e Salvatore, che come nella Tua misericordia Ti sei fatto uomo, così ora Tu possa affrettare i tempi e ammetterle alla Tua presenza. Ricorda, o Signore, che sono Tue creature, non fatte da strani dei, ma da Te, l’unico Dio Vero e Vivente; perché non c’è altro Dio all’infuori di Te, e nessuno che può eguagliare le Tue opere. Fa’ che le loro anime si rallegrino alla Tua luce, e non imputare loro le loro iniquità, che hanno commesso per la violenza della passione o le abitudini corrotte della loro natura. Perché anche se hanno peccato, hanno sempre creduto fermamente nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, e prima di morire si sono riconciliate con Te con vera contrizione e i sacramenti della Tua Chiesa.

O Signore, Ti imploriamo, non ricordarti dei peccati della loro giovinezza e della loro ignoranza, ma in base alla Tua grande misericordia ricordati di loro nella Tua gloria celeste. Possano i cieli aprirsi a loro, e gli angeli gioire con loro. Possa l’Arcangelo San Michele condurli a Te. Possano i Tuoi santi angeli venire a prenderli e portarli nella Gerusalemme celeste. Possa San Pietro, a cui Tu hai dato le chiavi del Regno dei Cieli, accoglierli. Possa San Paolo, vaso d’elezione, stare presso di loro. Possa San Giovanni, il discepolo amato, che ha ricevuto la rivelazione dei segreti del cielo, intercedere per loro. Possano tutti i Santi Apostoli, che hanno ricevuto da Te il potere di legare e slegare, pregare per loro. Possano tutti i Santi ed eletti di Dio, che in questo mondo hanno sofferto tormenti per il Tuo Nome, assisterli; liberi dalla prigione, possano essere ammessi alla gloria del Tuo regno, dove con il Padre e con lo Spirito Santo Tu vivi e regni unico Dio, mondo senza fine.

Venite in loro aiuto, voi tutti Santi di Dio; ottenete per loro la liberazione dal loro luogo di punizione; andate loro incontro, voi tutti Angeli; ricevete queste anime sant e presentatele al Signore. L’eterno riposo dona loro, o Signore. E splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.

Susan E. Wills è editore esperto di spiritualità dell’edizione inglese di Aleteia

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]