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Mons. Mario Iceta: “Quando non si cura il matrimonio o la famiglia, decade la società”

Familia jugando al aire libre – it

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SIC - pubblicato il 03/11/14

Presidente della sottocommissione episcopale per la Famiglia e la Difesa della Vita in Spagna

Monsignor Mario Iceta è presidente della sottocommissione dei vescovi spagnoli per la Famiglia e la Difesa della Vita e vescovo di Bilbao. Ha concesso un'intervista a SIC parlando chiaramente della realtà attuale della famiglia, dei messaggi del recente Sinodo straordinario e dei problemi che affronta la famiglia oggi. Ha inoltre anticipato che la guida di educazione affettivo-sessuale che sta preparando la sottocommissione vedrà la luce in questo periodo.

Per quelli che non conoscono l'impegno delle commissioni e sottocommissioni della Conferenza Episcopale Spagnola, di cosa si incarica concretamente la sottocommissione episcopale per la Famiglia e la Difesa della Vita?

Le commissioni e sottocommissioni della Conferenza Episcopale hanno la missione di aiutare le diocesi a svolgere i compiti comuni in settori pastorali specifici. Non suppliscono ai compiti del vescovo o a quelli della diocesi, ma sono un organo di ausilio e collaborazione. Nel caso della sottocommissione per la Famiglia e la Vita, il compito si concretizza principalmente nell'offrire formazione per gli agenti di pastorale familiare, elaborare materiali per le giornate di matrimonio, famiglia e vita, collaborare in vari modi alla formazione delle coppie, aiutare negli itinerari di preparazione al matrimonio e nel campo dell'educazione affettivo-sessuale, collaborare alla formazione di agenti di pastorale matrimoniale, coordinare iniziative congiunte delle diocesi, preparare e diffondere materiali per quanto riguarda il Vangelo della vita in tutta la sua estensione, dal suo inizio alla fine naturale.

Quali messaggi si possono trarre dal Sinodo straordinario sulla Famiglia appena celebrato?

Questo Sinodo ha cercato di concentrare l'attenzione sugli aspetti fondamentali che la Chiesa deve illuminare rispetto al Vangelo della famiglia e di identificare le sfide e le difficoltà che pone oggi la pastorale matrimoniale e familiare. È stato un modo per valutare lo status quaestionis sul modo in cui si sviluppano nelle varie diocesi gli aspetti fondamentali della pastorale familiare, sottolineandone i punti di forza e le debolezze, le difficoltà e le opportunità. In questo modo sono state presentate le questioni principali, che verranno affrontate e illuminate, a Dio piacendo, nel prossimo Sinodo ordinario sul matrimonio e la famiglia.

In base a una pubblicazione, “La durata media dei matrimoni in Spagna supera appena i 15 anni”, secondo dati del 2013. Cosa sta succedendo?

Non è questa la sede per compiere un'analisi esaustiva delle cause dei dolorosi fallimenti matrimoniali, visto che sono assai varie e di natura diversa. Esiste una difficoltà ambientale, una società in cui fioriscono il relativismo, l'individualismo e l'edonismo e in cui non si promuovono valori fondamentali che rendono possibile la realtà matrimoniale. Dall'altro alto, esiste un vissuto diffuso di quello che viene definito attualmente “amore liquido”, in termini classici quello che viene conosciuto come amore romantico, un amore emotivo e sentimentale, che rinchiude la persona nelle sue emozioni e si muove principalmente attraverso gli impulsi dei sentimenti senza basarsi sulla realtà e sul coinvolgimento della volontà nell'impegno di amare e donarsi al coniuge.

Si evidenzia, inoltre, la necessità di una profonda e vera educazione affettivo-sessuale che getti le basi e formi la persona a una donazione personale duratura, capace di far fronte alle difficoltà proprie della vita matrimoniale e di crescere attraverso di esse. Molti giovani hanno paura di assumere un impegno per la vita, sia perché pensano che non sia possibile che perché non vengono preparati a questo. In tal senso, la testimonianza delle coppie che festeggiano le nozze d'argento e d'oro rappresenta un aiuto prezioso per loro. Segnalerei infine la carente iniziazione cristiana dei nostri giovani, che impedisce di accedere al sacramento del matrimonio con la profondità di vita di fede, speranza e amore richiesta da questa vocazione.

Sembra che la famiglia tradizionale venga messa sempre più in un angolo. Cosa ne pensa?

Sembra che parlare di famiglia tradizionale sia parlare di qualcosa che è passato di moda. Credo che non sia una definizione adeguata. Dobbiamo parlare della famiglia come realtà che rimanda in ultima istanza alla realtà basata sull'amore reciproco e fecondo della donazione irrevocabile dell'uomo e della donna che possiede una dimensione pubblica e si costituisce come cellula fondamentale della società. Non credo che sia una realtà messa in un angolo, ma che si tratti del riferimento fondamentale della vita delle persone e di una promessa certa di speranza e di futuro per la società.

In un modo o nell'altro, ogni famiglia fa riferimento a questa realtà fondamentale, anche le famiglie che hanno perso uno dei propri membri o in cui si è verificato un fallimento, una ferita irrecuperabile, una separazione… diverse situazioni in cui questa realtà si è in qualche modo sfrangiata ma rimanda comunque a questa realtà originaria. Forse nei mass media prevalgono standard che finiscono per relegare in un angolo la bella realtà del matrimonio e della famiglia, dando la sensazione che sia un'istituzione chiamata ad essere superata. Mi sembra che sia necessario tornare ad annunciare con coraggio la bellezza della vocazione matrimoniale, partendo da un'antropologia adeguata, in cui si rivelano le basi della verità sull'essere umano e i principi che portano al suo vero sviluppo, sia personale che familiare e sociale.

Se non si mantiene la famiglia come nucleo per la costruzione di una società, cosa ci aspetta?

Un tessuto è forte e sano quando anche le sue cellule sono forti, sane e curate. Quando non si cura la realtà del matrimonio o della famiglia e questa realtà si indebolisce, appare una decadenza generale della società, un oscuramento della verità circa la dignità della persona umana. Si verifica come una sorta di collasso sociale e culturale, e credo che sia questo che percepiamo nella situazione attuale, una specie di eclissi di principi, di pensiero debole, di disorientamento sul modo in cui possiamo rafforzare la dignità umana e costruire una società che sia una dimora dignitosa per tutti. Abbiamo ripetuto in diverse occasioni che dopo la crisi di carattere economico e finanziario che stiamo vivendo c'è una crisi ancor più profonda antropologica, etica e culturale. Questa crisi di fondo è la più preoccupante, quella che fa più danno e che bisogna affrontare con forza e senza indugio.

Parlando di un altro tema, quando avete pensato di pubblicare la guida all'educazione affettivo-sessuale?

Come ho detto in precedenza, l'educazione affettivo-sessuale è un elemento fondamentale perché i giovani acquisiscano la capacità di realizzare pienamente la loro profonda vocazione all'amore e non soffrano dolorosi fallimenti affettivi che lasciando sempre profonde tracce di sofferenza. Dobbiamo preparare i giovani ad assumere la bellezza dell'impegno e a vivere la vita matrimoniale. Serve un'educazione integrale che includa anche la dimensione spirituale e trascendente. La sottocommissione per la Famiglia e la Vita prepara già da tempo questo materiale, e se Dio vuole speriamo che sia pronto durante questo stesso corso pastorale. Crediamo che farà un bene immenso per far sì che i nostri giovani scoprano la bellezza della vocazione all'amore, siano educati adeguatamente nella loro affettività, scoprano il significato profondo della corporeità e della sessualità e imparino ad amare con un cuore grande e a costruire in comunione una vita che valga la pena di essere vissuta.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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