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Il “libro nero” che racconta il dramma dei cristiani nel mondo

Worldwide Christian Persecution a Growing Trend Report Shows Sam Gewinski – it

Sam Gewinski

<em>This image is courtesy of photographer, Sam Gewinski via Flickr Creative Commons. He wishes to send this message:<br /> <br /> Hello everyone, &nbsp;Today, several flashmobs against persecution of Christians took place in cities all over Germany. This is because over 200 million Christians are persecuted all over the world for their believes, and many people do not know that. Also, politicians do not react &ndash; at least &ndash; sufficently...</em><br /> <em>More information on&nbsp;<a href="http://www.opendoors.org/">www.opendoors.org</a></em>

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 31/10/14

Dalla testimonianza di Chirico in Siria al dramma iracheno, dal caos in Africa agli omicidi in Colombia

Nordafrica e Medio Oriente, Africa subsahariana, Asia, America latina. Sono le quattro vaste aree storico-culturali o continentali, scrive Avvenire (23 ottobre), dove la fosca geografia delle persecuzioni anticristiane emerge in modi spesso estremamente diversificati su scala nazionale, secondo il "Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo".

IL PRIMATO DELLA COLOMBIA
Tra 150 e 200 milioni di cristiani non possono vivere la loro fede liberamente nel mondo di oggi. Nel primo scorcio del XXI secolo, il 75 per cento delle violenze perpetrate contro una minoranza religiosa riguarda proprio i cristiani (Radio Vaticana, 23 ottobre).  Il triste primato mondiale del numero di preti, pastori o religiosi uccisi da armi da fuoco è detenuto dalla Colombia, scrive il TeleRadioPace.it (24 ottobre)

MINACCE IN AFRICA
Venendo all’Africa subsahariana, evidenzia ancora Avvenire, nella Nigeria condizionata dalla spaventosa minaccia terrorista di Boko Haram, si assiste pericolosamente alla «progressiva sostituzione delle voci cristiane moderate nei confronti dei musulmani – spesso quelle dei vescovi cattolici e anglicani – con istanze cristiane più radicali», secondo l’esperto Jan de Volder. Fra irrigidimenti autoritari (Eritrea) e caos armato (Somalia), il cristianesimo è «particolarmente minacciato» pure in tutto il Corno d’Africa.

CAOS IN LIBIA
L’Egitto è «a un bivio», secondo il ricercatore Tewfik Aclimandos, che analizza i tentativi di ricomposizione del tradizionale clima interconfessionale da cui dipende il futuro dei copti.  Nella Libia in preda al caos si può parlare di una “Chiesa del silenzio”, dove i cristiani migranti giunti dalle Filippine o dall’Africa subsahariana, «in buona parte schiavi dei tempi moderni, trovano in chiesa il rifugio e l’asilo che viene loro rifiutato altrove», scrive l’ex nunzio Dominique Rézeau, reduce da una lunga permanenza nel Paese.

DRAMMA IRACHENO E SIRIANO
Se i circa centomila cristiani d’Iran vivono in una situazione di “libertà vigilata”, in Iraq è in corso una vera e propria "epurazione etnica" che produce il rischio concreto di un prosciugamento di comunità autoctone bimillenarie. Situazione simile in Siria. L’inviato de La Stampa Domenico Quirico ne racconta il dramma (Vatican Insider, 28 ottobre). 

ESTREMISMO E DISINFORMAZIONE
Quirico sostiene che nei confronti dei cristiani ogni katiba, a seconda della sua composizione – ceceni, libici, tunisini, tatari, sauditi, europei – ha posizioni più o meno estremiste. «La disinformazione, largamente utilizzata da entrambe le parti in conflitto, ha fatto nascere teorie e leggende. Giornali occidentali hanno raccolto e pubblicato, senza controllo, le voci raccapriccianti secondo cui i gruppi integralisti uccidono i cristiani, ne raccolgono il sangue in bottiglie e le spediscono ai sauditi che finanziano i loro gruppi, per dimostrare che stanno lavorando bene alla guerra santa. Allo stesso modo si è parlato, sulla base di video di origine dubbia, di crocifissioni di condannati cristiani». 

IL RIVOLUZIONARIO DELL’OGLIO
L’inviato di guerra dà anche la sua lettura del rapimento del gesuita Padre Dell’Oglio, fondatore del monastero di Mar Musa, «luogo di straordinario ecumenismo dove cristiani e musulmani pregavano fianco a fianco?» Fin dall’inizio, scrive Quirico, «contrariamente alle gerarchie cristiane con cui è spesso entrato in contrasto, aveva scelto il campo rivoluzionario, contro un regime di cui denunciava senza sfumature la corruzione e la violenza: sacerdote e rivoluzionario, dunque, senza contraddizioni e senza ipocrisie».

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