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Terra, tetto, lavoro per tutti: l’appello di Papa Francesco

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 28/10/14

Bergoglio incontra i Movimenti popolari: non è “comunismo”, ma dottrina sociale della Chiesa“Terra, tetto e lavoro”: una lista breve di diritti inalienabili, irrinunciabili che rappresentano “il desiderio molto concreto” che ogni padre e ogni madre nutre per i suoi figli e che il papa chiede per tutti.

Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti all’incontro mondiale dei Movimenti popolari che si sta svolgendo in questi giorni a Roma promosso e organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e pace in collaborazione con la Pontificia Accademia delle scienze sociali. Un incontro importante che rappresenta, ha detto Francesco, “un segno, un grande segno” perché si pone “alla presenza “di Dio, della Chiesa, dei popoli, una realtà molte volte costretta a passare sotto silenzio”. A loro ha rivolto un intenso discorso di trenta minuti nella sua lingua, quasi una piccola enciclica sulla giustizia sociale di cui la dottrina sociale della Chiesa contiene già tutti i capitoli.

Alcuni dei movimenti presenti all’incontro sono “vecchi amici” del pontefice che quando era arcivescovo di Buenos Aires istituì un’apposita vicaria per loro. A condurre l’incontro c’era, stamattina, nell’aula vecchia del Sinodo in Vaticano, Juan Grabois, avvocato dei cartoneros e che conferenza stampa di presentazione dell’incontro aveva detto: “Papa Francesco non si dimentica di noi, cioè di chi lotta, senza superbia, ma con coraggio, senza violenza, ma con tenacia per la dignità che ci hanno rubato e la giustizia sociale”.

Infatti. Terra, tetto e lavoro: “E’ strano – ha sottolineato Francesco – ma se parlo di questo, per alcuni il Papa è un comunista”.

Non si capisce, invece, che “l’amore per i poveri è al centro del Vangelo”. “Terra, tetto e lavoro” ha ripetuto il papa sono, per coloro che lottano, “diritti sacri”. Rivendicare questi diritti coincide, per Francesco, con la dottrina sociale della Chiesa.

Molte delle istanze avanzate dai movimenti che partecipano all’incontro si possono trovare nella dottrina sociale della Chiesa. Per esempio la richiesta di una riforma agraria contro lo sfruttamento della terra e l’appropriazione dell’acqua che causano la separazione forzata dei contadini dalle loro comunità e l’aggravamento della povertà.

La fame è “criminale”, l’alimentazione “un diritto inalienabile” ha detto Francesco a proposito della speculazione finanziaria che tratta gli alimenti “come qualsiasi merce” così che milioni di persone soffrono la fame mentre, allo stesso tempo, si “distruggono tonnellate di alimenti”.

“Una casa per ogni famiglia: l’ho detto e lo ripeto”, ha aggiunto Francesco passando al secondo punto della sua lista dei diritti non negoziabili. “Famiglia e abitazione vanno insieme” secondo Bergoglio ma oggi, “città immense che si mostrano moderne, orgogliose e vanitose” offrono molti luoghi solo a una “minoranza felice” mentre “negano la casa a migliaia di nostri vicini, compresi i bambini”. Il mondo delle ingiustizie nega addirittura la giustizia nelle parole per cui se “una persona soffre la miseria” diventa un “senza fissa dimora”.

Terzo: il lavoro. “Non esiste peggiore povertà materiale, mi urge sottolinearlo – ha detto Francesco – di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro”. La disoccupazione giovanile – che in alcuni Paesi arriva anche al 50%, “tutta una generazione” – e la perdita dei diritti del lavoro non sono inevitabili ma il risultato “di un’opzione sociale, di un sistema economico che pone i benefici prima dell’uomo” e di una cultura che scarta l’essere umano come “un bene di consumo”. Succede quando al centro del sistema economico “c’è il dio denaro e non l’uomo, la persona umana”. Tutti, ha affermato Francesco, hanno diritto a “una remunerazione degna e alla sicurezza sociale”. Qui, ha detto, ci sono cartoneros, venditori ambulanti, pescatori, minatori, campesinos, operai delle empresas recuperades che sono esclusi dalle tutele del lavoro e “a cui si nega la possibilità di sindacalizzarsi”. “Oggi – ha affermato il papa – desidero unire la mia voce alla vostra e accompagnarvi nella vostra lotta”.

Francesco ha quindi parlato del binomio ecologia-pace, un argomento che sta molto a cuore al pontefice che sta preparando un’enciclica sull’argomento e nella quale, ha assicurato, avranno spazio le istanze dei movimenti popolari. Si tratta di questioni che devono riguardare tutti, “non si possono lasciare solo nelle mani dei politici”. E’ logico che “non si può avere terra, non si può avere tetto, non si può avere lavoro, se non abbiamo la pace e distruggiamo il pianeta”. Come già affermato in passato, Francesco ha ribadito che stiamo vivendo la terza guerra mondiale “a pezzi”, denunciando che “ci sono sistemi economici che per sopravvivere devono fare la guerra”.

Tutto questo perché “il mondo si è dimenticato Dio che è Padre ed è divenuto orfano perché ha posto Dio a lato”. Il Papa ha quindi esortato i movimenti popolari che “esprimono la necessità urgente di rivitalizzare le nostre democrazie” a cambiare questo sistema e a “costruire delle strutture sociali alternative”. Occorrono “coraggio e intelligenza”, “tenacia senza fanatismo” e, quindi, “passione ma senza violenza”. I cristiani hanno già pronto, a questo proposito, un bel programma: le Beatitudini e il capitolo 25 del Vangelo di Matteo.

“Nessuna famiglia senza casa. Nessun campesino senza terra! Nessun lavoratore senza diritti! Nessuna persona senza la dignità che dà il lavoro”. Papa Francesco ha chiuso così il suo appassionato appello assicurando il sostegno della Chiesa all’impegno dei movimenti popolari che continuano il loro incontro fino a domani.  

Tra i partecipanti anche il presidente della Bolivia, Evo Morales, non in visita ufficiale ma come ex rappresentante di un movimento popolare, che avrà stasera un incontro informale con Bergoglio da considerare, ha affermato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha spiegato che, in questa occasione, “un’espressione di affetto e vicinanza al popolo e alla Chiesa boliviana e un sostegno per il miglioramento dei rapporti fra le Autorità e la Chiesa nel Paese”.

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