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Troveremo una buona soluzione

German cardinal Walter Kasper – it

AFP PHOTO / ALBERTO PIZZOLI

CITE DU VATICAN, Vatican City : German cardinal Walter Kasper walks on St Peter's square during a break of a meeting of a conclave to elect a new pope on March 4, 2013 at the Vatican. The Vatican meetings will set the date for the start of the conclave this month and help identify candidates among the cardinals to be the next leader of the world's 1.2 billion Catholics. AFP PHOTO / ALBERTO PIZZOLI

Città Nuova - pubblicato il 27/10/14

Intervista al cardinal Walter Kasper, eminente teologo, presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani

di Aurelio Molè

La questione pastorale dei divorziati risposati è emersa nelle discussioni in preparazione al prossimo Sinodo dopo l’introduzione del cardinal Kasper al Concistoro del 20-21 febbraio scorsi.

Lei è stato in prima linea nelle discussioni in vista del Sinodo. Un bilancio?

«La mia valutazione è molto positiva. È stato uno scambio molto fraterno perché nella sostanza c’è unità nell’episcopato ed è normale che ci sia un dibattito su alcuni punti. Si è creata un’atmosfera nuova come ai tempi del Concilio. Anche nelle questioni più discusse come quelle che riguardano i separati, i divorziati, gli omosessuali abbiamo raggiunto una maggioranza qualificata anche se relativa. Non sono deluso. Penso che ora sia chiaro che le questioni sono in tavola, devono essere discusse, approfondite, devono maturare. Non è stato deciso nulla, ma è stato un passo in avanti».

Secondo lei quali passi in avanti sono stati fatti in avanti per la premura verso le famiglie nella sofferenza?

«Il discorso del papa alla fine del Sinodo ha mostrato che vuole andare avanti, vuole una soluzione pastorale. Ho avuto la sensazione che il cosiddetto effetto Francesco cresca nell’episcopato. Si parla di più di misericordia, c’è un nuovo approccio ai problemi, si vuole essere per la gente, con la gente. Si comincia con i problemi, ma poi si vuole accompagnare, non solo con una dottrina astratta. Penso che ci saranno frutti buoni il prossimo anno».

Nell’episcopato ha trovato un’apertura a queste tematiche…

«Non in tutti. Persistono, dubbi, perplessità. È un loro diritto ed è normale che ci sia un dibattito come è avvenuto anche durante il Concilio Vaticano II. Ho l’impressione che alla fine con una buona maggioranza troveremo una buona soluzione verso un’apertura responsabile, perché nell’episcopato cattolico cresce l’idea della misericordia».

Lei ha proposto l’assoluzione per i divorziati risposati civilmente, ma viene ribadito, anche da altri cardinali, che i divorziati permangono in uno stato di peccato grave per cui non possono avere l’assoluzione. Non si comprende come poterne uscire…

«È l’argomento centrale di coloro che si oppongono. Si deve discutere su questo punto, ma personalmente direi che se uno si pente di ciò che ha fatto, compie tutto ciò che è possibile nella sua concreta situazione. Io non avrei il coraggio di parlare di un adulterio permanente. Sono le mie domande, ma si deve approfondire. Nella pastorale molti parroci nei confessionali offrono già una certa soluzione pastorale. Senza abbandonare la dottrina, ma approfondendola, bisogna trovare non un cambiamento ma uno sviluppo dottrinale».

QUI L’ORIGINALE

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