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Aprirsi alla novità

Vatican delivers letter to Muslims – it

Jonathan Rashad

padre Carlos Padilla - pubblicato il 24/10/14

Là dove sono i desideri, gli impulsi, i sogni, i sentimenti, gli istinti... Dio deve entrare fino a lì

Spesso ci costa la diversità, chi non si adatta alla cornice, chi non riesco a controllare. Ci costa accettare chi la pensa diversamente, chi mette in pericolo la mia influenza, la mia immagine.

Così era Gesù per i farisei. Lo seguiva una folla. Per questo bisognava sminuirlo pubblicamente. Farlo apparire male davanti a coloro che lo ammiravano. Noi molte volte siamo così. Critichiamo sempre chi rompe gli schemi e non si adatta a quello che abbiamo sempre fatto. L’invidia.

È vero che ci costa aprirci alla novità, ci sentiamo insicuri. Ci costa imparare dagli altri. Lasciare tutto ciò che sappiamo e farci sorprendere. Ci costa imparare, farci bambini, spogliarci di tutto ciò che sappiamo, delle nostre verità.

I farisei non sono stati capaci di vedere Gesù. Guardavano solo da fuori. Nascono l’invidia, le gelosie e la codardia. Si sono messi d’accordo per farlo morire. Mi colpisce molto questo “mettersi d’accordo” per far morire Gesù, per guadagnare potere davanti ad altri.

Da quanto tempo non mi metto d’accordo con qualcuno per lodare una persona, per parlare bene di lei, per dire pubblicamente quanto la ammiro, cosa imparo da lei?

Credo che oggi sia il giorno per pensare alle persone che critico, a quelle che giudico. Quali sono le mie intenzioni, il mio sguardo, le mie parole?

Oggi è il giorno per chiedere a Gesù di modellare il nostro cuore come il suo, di aiutarci a guardare come Lui, senza doppiezza, senza menzogne, senza invidia, senza paura di perdere potere per il fatto di lodare un altro, senza affannarci per aggrapparci a ciò che controlliamo.

Oggi è il giorno per donare la nostra vita e permettere che Dio lasci la sua impronta nel mio cuore. Oggi sogniamo di avere il suo sguardo, la sua purezza, le sue parole di vita.

La domanda “È lecito?”, quante volte la poniamo! Implica il fatto di cercare il minimo, andare alla norma partendo dal basso. Quante volte ci chiediamo questo anziché prendere le nostre decisioni!

Mi piacerebbe che la mia anima appartenesse interamente a Maria. Magari non ci fosse nulla della mia vita, del mio cuore, della mia routine, che non appartenesse a Lei! Le vogliamo dire che siamo del tutto suoi, senza divisione.

E le chiediamo di insegnarci a guardare con purezza, come Lei, di renderci bambini per iniziare a camminare ogni giorno, riconoscendo che non sappiamo nulla.

Gesù guarda la purezza delle intenzioni. Guarda il cuore. Fino al più profondo, là dove si trovano i desideri, gli impulsi, i sogni, i sentimenti, gli istinti. Dio deve entrare fino a lì. Vogliamo appartenere interamente a Dio.

Quante volte nominiamo Dio ma Egli non abita in noi! Dio guarda nel più profondo, vede la nostra verità.

Penso che dobbiamo chiedere a Gesù di aiutarci a pensare bene, a non vedere intenzioni nascoste dove non ce ne sono, ad avere fiducia, a credere nell’altro, a rallegrarci per il suo bene, anche se quel bene non ha a che vedere con me, anche se lo lodano di più, anche se io esco perdente. Quando perdo, vinco.

Lo sguardo da bambino, lo sguardo puro sulla vita, guarisce altri e guarisce noi. È lo sguardo di Dio impresso nel nostro. La sua impronta.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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