L'effetto domino dei nostri peccati
di Janisse Flores
Avete mai passato una smisurata quantità di tempo tirando su le tessere del domino solo per vederle crollare in una frazione del tempo che avete impiegato a sistemarle?
La prima volta che ho visto l’effetto domino in azione, da piccola, ricordo di aver pensato che fosse la cosa più bella che avessi mai visto. L’emozione di vedere le tessere cadere una dopo l’altra suscitava eccitazione ed era in un certo senso come una scossa di adrenalina! Ero così sorpresa che disponevo le tessere del domino solo per vederle cadere continuamente. Ma diciamocelo, dopo un po’ l’effetto domino può diventare vecchio. Il rapido crollo delle tessere provocato da una spinta è sicuramente simpatico da vedere, ma la confusione successiva che consiste nel fatto di avere tessere sparse ovunque sul pavimento da rialzare e risistemare in continuazione non è affatto divertente.
Quando visto alla luce della vita dell’animo umano, l’“effetto domino” ha molti parallelismi con la vita spirituale. Come la caduta di una tessera del domino fa cadere anche le altre, tutto ciò che facciamo nella nostra vita ha un effetto sulla nostra anima e su quella di chi ci circonda. Abbiamo la capacità di decidere se vogliamo che questo effetto sia positivo o negativo. In termini di vita spirituale, l’“effetto domino” può essere tradotto in due categorie: 1) l’“effetto bontà”, che si verifica quando scegliamo di condurre una vita di virtù e giustizia, o 2) l’“effetto peccato”, che si verifica quando scegliamo di condurre una vita di vizio e malvagità. È una scelta che facciamo giorno dopo giorno con la nostra mente, il nostro corpo e la nostra anima (cfr. Salmo 1).
In questo breve video, vediamo una ragazza che passa da un peccato a un altro. Raggiunge un picco di grande disperazione dopo aver permesso all’invidia di entrare nel suo cuore mentre sfoglia una rivista di moda. Senza la giusta attenzione al cuore e alla mente, il seme dell’invidia si introduce furtivamente nel suo cuore e inizia a gettare radici nella sua vita. Questo piccolo seme dell’invidia inizia quindi a radicarsi e a crescere, portandola a un atteggiamento di sfiducia nei confronti di Dio. La sua autostima viene quindi attaccata da uno spirito di paura, vanità, odio, rabbia e alla fine disperazione. È così che il peccato cresce in modo lento ma certo – prende il controllo su tutti i poteri della nostra anima. Quando accade questo, siamo spezzati, soli, colpevoli, e pieni di vergogna. I peccati si sommano l’uno all’altro; iniziano come piccoli e poi diventano sempre più grandi. Quando scegliamo ripetutamente uno stile di vita peccaminoso, cadiamo nel pericolo di permettere al nostro intelletto di essere lentamente oscurato.
Ovviamente alcuni possono affermare che condurre una vita di peccato può essere piacevole e soddisfacente, offrendo un senso di eccitazione, ma alla fine l’eccitazione offerta dal peccato è effimera, non dura. È temporanea, e quando la polvere si sedimenta, il nostro peccato ci lascia spezzati, caduti e in disordine. Presto saremo dispersi e caduti come le tessere del domino. La buona novella è che Gesù Cristo ama prendere e aggiustare chi è spezzato e caduto, è un amico dei peccatori. In Matteo 11:19, la Scrittura ci dice che Gesù era un “amico dei pubblicani e dei peccatori”, e in Marco 2:17, quando gli viene chiesto perché mangia e beve con l’esattore e il peccatore, risponde dicendo: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”. In Lui troviamo una grande speranza; Egli desidera stabilire un’amicizia con noi indipendentemente da quanto possiamo essere peccatori. Laddove abbonda il peccato, abbonda una grazia ancor maggiore. Egli è l’Emmanuele, il Dio che viene a incontrarci là dove siamo (cfr. Matteo 1:23). È venuto per noi – spezzati, caduti e deboli, per offrirci nient’altro che una sincera amicizia con Lui.