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La donna in età fertile, un valore aggiunto per le imprese

Family Business

© Kzenon/SHUTTERSTOCK

Cadena COPE - pubblicato il 22/10/14

Al di là della conciliazione

Stupore: è questo che provano coloro che lavorano da anni perché l’impresa offra aiuti alla maternità che punta sulla vita e sulla conciliazione. Oggi ci sono imprese che esortano le impiegate a congelare i propri ovuli rinviando la maternità o che licenziano le impiegate che restano incinta perché non sono redditizie.

La Fondazione Más Familia ha sviluppato un modello di gestione di conciliazione applicato da oltre 400 imprese in Spagna e all’estero, che ricevono un certificato riconosciuto dalle Nazioni Unite.

Rafael Fuertes, direttore della Fondazione, afferma che “grandi imprese dedicano molto denaro ad aiutare i propri lavoratori e ricevono un ritorno molto consistente, perché oltre al fatto che aumenta la natalità si tratta di imprese molto più produttive”. È una meraviglia, dice, “vedere imprenditori responsabili che non solo si prendono cura dell’ambiente naturale per una coscienza ecologica, ma curano anche quello che ha più valore, ovvero i propri lavoratori”.

Il valore aggiunto del lavoratore si capisce se si parla di una persona che sviluppa le proprie funzioni in un posto di lavoro il cui ambiente le permette di crescere come persona, cercando un equilibrio tra vita professionale e vita personale. Su questo si basa il progetto di Sviluppo Umano e Sociale applicato da vari anni dalla compagnia Gas Natural-Unión Fenosa. Nacho Zendón è responsabile del settore Sviluppo Umano e Diversità di questa impresa, che opera in oltre 25 Paesi geograficamente distanti tra loro: europei, africani o latinoamericani, in cui la realtà non solo della donna, ma di tutti i lavoratori è molto diversa.

“L’impegno in luoghi geografici in cui non esiste la protezione della maternità che c’è in Europa è stabilire un minimo, quello che determinano l’Organizzazione Mondiale del Lavoro o le Nazioni Uniti. Ci impegniamo a sostenerlo nei Paesi in cui non c’è una legislazione a riguardo. Dobbiamo creare un ambiente perché le persone diventino ciò che vogliono diventare all’interno della nostra impresa”.

Si parla di molto più che della semplice “conciliazione”, parlando di sviluppo grazie al sostegno dell’ambiente personale. “È importante creare le condizioni perché quando i lavoratori tornano a casa le famiglie abbiano la tranquillità che deriva dal fatto di essere aiutate a crescere”.

Decisioni imprenditoriali camuffate da aiuti alla conciliazione o licenziamenti di donne incinta non si adattano a imprese come Wolters Klwer, in cui da anni esiste il “Libro bianco della conciliazione”. Ne beneficiano i 900 lavoratori dell’impresa, per oltre il 52% donne, molte in posti di responsabilità.

Carmen Valdés, responsabile delle Risorse Umane della compagnia, assicura che non solo si inseriscono donne nell’impresa, ma che “le accompagniamo nel corso della loro traiettoria professionale perché possano continuare ad accedere a posti di responsabilità. Ora stiamo lavorando con il Ministero della Sanità, dell’Uguaglianza e delle Questioni Sociali per continuare a crescere su questa linea”.

Questa impresa di soluzioni tecnologiche per professionisti può offrire ai propri impiegati il telelavoro, favorendo molto la conciliazione lavorativa. Una conciliazione che non si limita alla donna, perché ne godono tutti i lavoratori visto che contempla anche il diritto a giorni liberi per andare ad esempio dal medico con i bambini, oltre a periodi di congedo o allattamento stipulati. Carmen ha ben chiara l’idea per cui “la gravidanza non è una malattia. Solo in alcuni casi si può complicare, ma alla fine torna all’impresa”.

In quest’ultima si crede che “i figli sono un bene della società nel suo insieme, e su questo si basa la nostra responsabilità. Se a noi va bene, credo che altre imprese potrebbero facilmente fare lo stesso”.

Anche le piccole e medie imprese giocano un ruolo molto importante. Francisco Rodríguez Roa è il direttore di Grupo La Paz, un’impresa di assicurazioni e servizi di Huelva (Spagna). Per lui l’atteggiamento è “Sì alla vita, sì alla maternità della donna senza dimenticare il ruolo del marito”. La difesa della vita e della maternità “non deve effettuarsi solo nell’ambito della politica o delle ONG, perché ogni cittadino ha la propria responsabilità”. Per questo Francisco, come piccolo imprenditore con 40 impiegati, per più della metà donne, è consapevole del fatto che la piena realizzazione della donna come madre le dà delle “virtù che tornano a beneficio dell’impresa”. Valore aggiunto.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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