Riconfigurare risposte sociali
Quando l’opzione migliore è che l’anziano resti a casa con la famiglia, ci sono aspetti ai quali la società deve prestare più attenzione per offrire una vita di qualità ai più anziani e anche ai più giovani: “Dobbiamo dare alle persone delle condizioni. Se la soluzione per tutti è che l’anziano resti con la famiglia, dobbiamo fornire i servizi che mancano. Il sostegno domiciliare è la grande risposta, ma non quello di antica tradizione. Ci sono molti servizi che si possono prestare a un anziano, che vanno dalle cose più fondamentali come l’igiene alla compagnia e alla socializzazione. Ciò può essere offerto nel sostegno domiciliare e fa la differenza”. L’amministratrice della SCML ha sottolineato anche la necessità di aiutare chi assiste gli anziani a riposare: “Devono esserci programmi che servano le famiglie e i bambini, perché non si castighi l’anziano perché ciò non avviene. Il riposo di chi si prende cura dell’anziano può essere quasi una versione pseudo-hotel in cui la persona si senta come se andasse in ferie ma all’interno del suo programma. In fondo sono programmi per tutti, è la possibilità di far sì che i più giovani seguano il loro programma e i più anziani abbiano diritto al proprio. E questa risposta è molto più economica per il Paese. Se garantiamo il sostegno domiciliare, l’assistenza dell’anziano in casa e il diritto al riposo di chi se ne prende cura, la somma di tutto questo è molto più economica e positiva per tutti”.
“Assaporare come un dono ogni periodo della vita”
Rita Valadas ricorda che “le famiglie che hanno anziani nelle case di riposo non sono preparate a tenerli in casa. Anche in una situazione di disoccupazione, non è mai consigliabile che un impiego sia sostituito da un anziano che gira per casa. Se le persone non sono portate naturalmente a prendersi cura degli altri, non sarà la soluzione migliore”.
“In questa situazione di crisi in cui le persone hanno come priorità il fatto di togliere l’anziano dalla casa di riposo per utilizzare la sua pensione, si verificano molte situazioni di isolamento”, ha aggiunto. “Sono aumentate le situazioni di rischio a causa della solitudine degli anziani”.
Per via della crisi ci sono state anche famiglie che hanno tolto gli anziani da strutture residenziali la cui retta mensile era troppo elevata scegliendo case di riposo senza licenza in cui si paga di meno e che però sono anche meno soggette a controlli statali. “Se prima era molto difficile trovare un posto in alcune case di riposo private, ora è più facile”, ha spiegato la Valadas.
Molti anziani arrivano nelle strutture residenziali sempre più tardi e in condizioni peggiori rispetto al passato. Si tratta di persone allettate, con l’Alzheimer e molte altre malattie che richiedono cure specifiche e un’assistenza qualificata. Vivere di più comporta grandi sfide per tutti, giovani e anziani.
Vale la pena di ricordare ancora una volta le parole di Giovanni Paolo II: “Dacci, o Signore della vita, di prenderne lucida coscienza e di assaporare come un dono, ricco di ulteriori promesse, ogni stagione della nostra vita”.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]