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Quattro milioni di aiuti ai cristiani in Iraq

Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 20/10/14

La fondazione pontificia cerca di salvare la comunità cristiana della regione

Migliaia di rifugiati cristiani riceveranno cibo, alloggi, strutture scolastiche e doni per i bambini. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha appena approvato un piano straordinario di aiuti per l’Iraq, per un valore di quattro milioni di euro, uno dei maggiori mai stanziati dalla fondazione pontificia in 67 anni di storia. I progetti – che includono anche il sostegno pastorale alle religiose e ai sacerdoti – aiuteranno gli oltre 120mila rifugiati cristiani a far fronte all’imminente inverno.

Le condizioni metereologiche peggioreranno drasticamente nei prossimi giorni e le migliaia di famiglie che vivono nelle tende devono trovare urgentemente nuovi alloggi. Altre migliaia di profughi dovranno presto abbandonare gli edifici pubblici, in maggioranza scuole, temporaneamente adibiti a centri di accoglienza, dove ogni stanza è abitata in media da almeno venti persone.

Le comunità cristiane dipendono interamente dagli aiuti esterni e sono sostenute dalla Chiesa fin dal loro arrivo in Kurdistan. In molti hanno trovato rifugio ad Ankawa, sobborgo a maggioranza cristiana della capitale Erbil, mentre altri si trovano nella regione di Dahuk, vicino al confine con la Turchia.

Sono passati ormai quattro mesi da quando migliaia di famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie case a Mosul e nella Piena di Ninive a causa dell’avanzata dello Stato Islamico. E con l’avvicinarsi dell’inverno le loro condizioni, già precarie, rischiano di diventare drammatiche.

Ecco perché ACS – che nei mesi scorsi ha stanziato due contributi straordinari per un totale di 200mila euro – ha deciso di organizzare uno specifico programma di aiuti, che è stato studiato in loco da rappresentanti di ACS assieme a esponenti della Chiesa locale.
Il piano comprende:

  • otto scuole prefabbricate – quattro sanno istallate ad Ankawa e quattro a Dahuk – che accoglieranno circa 15mila bambini, per un totale di due milioni di euro;
  • Forniture di cibo per i rifugiati, per un totale di 630mila euro;
  • Alloggi in affitto per rifugiati ad Ankawa e Dahuk, per un totale di 400mila euro;
  • 150 strutture prefabbricate ad Ankawa, per un totale di 470mila euro;
  • Regali di Natale per 15mila bambini, che includono vestiti, matite, libri da colorare, oggetti devozionali e la Bibbia del Fanciullo di ACS;
  • Intenzioni di Messe per più di cento sacerdoti iracheni, molti dei quali sfollati a causa della crisi, per un totale di oltre 88mila euro;
  • Aiuto ai ventotto seminaristi del Seminario San Pietro di Ankawa, 39mila euro.

Ulteriori donazioni comprendono il contributo di 19mila euro per le suore del Sacro Cuore, che sono dovute fuggire da Mosul; 78mila euro per il Collegio Babele di Filosofia e Teologia di Ankawa; 38mila euro per la catechesi nelle venti parrocchie di Ankawa.

«Questa antica comunità rischia di scomparire per sempre – afferma padre Andrzej Halemba, responsabile internazionale ACS per il Medio Oriente – i cristiani hanno sofferto tantissimo e questa per noi un’occasione unica per dare loro ciò di cui hanno bisogno per affrontare l’inverno».

Grato del sostegno l’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Warda, ha voluto ringraziare ACS «per aver agito tanto rapidamente». Anche l’arcivescovo di Mosul, monsignor Emil Nona, un rifugiato come i suoi fedeli e da quando lo Stato Islamico ha conquistato la seconda città d’Iraq, non è mai potuto tornare a casa. «Sono personalmente grato ad ACS – afferma – perché ci ha donato la speranza».

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