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La lezione sul matrimonio di Paolo VI

Couple in love

© Syda Productions/SHUTTERSTOCK

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 18/10/14

Un libro del cardinal Tettamanzi spiega la spiritualità coniugale secondo il futuro beato

In occasione del Sinodo dei vescovi dedicato alla realtà del matrimonio e della famiglia nel contesto attuale, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, ha pubblicato il testo “Paolo VI, profezie sulla famiglia. Per una spiritualità coniugale” (Ancora), nel quale vuole ricordare gli insegnamenti su matrimonio e famiglia di papa Giovanni Battista Montini, che verrà beatificato domenica 19 ottobre.

Paolo VI ha affrontato spesso il tema del matrimonio e della famiglia, sia prima della sua elezione al pontificato che dopo, individuando l'elemento principale nella “spiritualità”, ossia, come spiega il cardinal Tettamanzi, nella “'vita secondo lo Spirito' tipica di quanti celebrano e vivono il matrimonio 'nel Signore', come grazia ed esigenza del sacramento di Cristo e della Chiesa”.

La spiritualità coniugale è fondata sul sacramento del matrimonio, e in questa prospettiva si può comprendere come le indicazioni del papa “non si riducano ad appelli semplicemente ascetici, nel senso più superficiale del termine, cioè all’invito di impegnare la propria buona volontà in uno 'sforzo' morale e spirituale”, ma traducano piuttosto “a livello di vita vissuta la nuova realtà soprannaturale 'stampata' negli sposi dal sacramento del matrimonio: il dono gratuito di Dio è all’origine della possibilità e della necessità della vita spirituale degli sposi e della famiglia cristiana”.

In questo contesto, Paolo VI si esprime secondo la categoria della “vocazione”: “c’è una chiamata alla santità coniugale, alla quale la coppia può e deve dare risposta”, “ed è una chiamata che passa attraverso il sacramento del matrimonio, quale gesto personale di Gesù Cristo”.

Il contenuto della santificazione coniugale viene dedotto dal papa dalla realtà centrale della vita della coppia, la realtà dell’amore. Paolo VI imposta infatti l’intero discorso morale e spirituale in riferimento all’amore coniugale. “Non siamo di fronte a due realtà tra loro separate e distinte: l’amore e la vita, che domandano di essere congiunte – chiarisce il cardinal Tettamanzi –; siamo di fronte all’unica realtà dell’amore, nella sua duplice e inscindibile significazione, quella unitiva e quella procreativa”.

Allo stesso modo, Paolo VI insiste nel “ritrovare inscindibilmente legati tra loro gli aspetti naturali e umani e gli aspetti soprannaturali e cristiani”. In tal senso, si parla di spiritualità dell’incarnazione: “proprio in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, si dà sintesi indistruttibile tra l’ordine della creazione e l’ordine della redenzione, e, conseguentemente, tra i valori umani e i valori cristiani dell’amore coniugale”.

Un altro punto qualificante del magistero di papa Montini è “il suo costante appello alla speranza, come virtù fondamentale della coppia e della famiglia cristiana in cammino verso la perfezione”, “una speranza fondata sulla continua presenza di Dio in Gesù Cristo all’interno della vicenda coniugale e familiare”, “sull’opera di Dio nella nostra storia contemporanea”.

Il testo del cardinal Tettamanzi cita varie opere di Paolo VI, tra le quali la Lettera pastorale “Per la famiglia cristiana”, scritta in occasione della Quaresima del 1960, all'epoca dell'episcopato a Milano. È il testo più ampio e più organico che l’Arcivescovo ha riservato all’argomento, e vi spiccano l'attenzione alla “spiritualità coniugale” e al dovere della correzione e del perdono e l'insistenza sulla necessità di rimanere sempre in cammino verso la perfezione, perché la famiglia è “scuola e palestra di perfezione da raggiungere”.

Si ricorda poi l'allocuzione di Paolo VI al Centro Italiano Femminile del 12 febbraio 1966, che parte dal fatto della “trascendente relazione con Dio” che è propria del matrimonio e della famiglia, che “non sono opera dell’uomo soltanto, una costruzione umana prodotta e dominata nel suo intimo essere dalle condizioni storiche e ambientali, e mutevoli come queste”, ma “opera di Dio”, rispondendo “a un disegno essenziale, che Egli stesso ha tracciato e che sovrasta le mutevoli condizioni dei tempi, perdurando immutato attraverso di essi. È Dio che per mezzo di essi vuol rendere l’uomo partecipe delle sue prerogative più alte: del suo amore per gli uomini e della sua facoltà creatrice di vita”.

Il documento magisteriale più importante di tutto il pontificato di Paolo VI in tema di morale coniugale è ovviamente l'enciclica Humanae vitae (25 luglio 1968), ampiamente analizzata dal cardinal Tettamanzi, che sottolinea come a quasi cinquant’anni dalla sua uscita il testo si presenti ancora “nel segno molteplice del silenzio, dell’indifferenza, dell’irrisione, della critica, della contestazione, del rifiuto da parte di tante persone”, anche se “il dato più pericoloso e preoccupante al riguardo è la non conoscenza del reale contenuto dell’enciclica”, che tratta della retta regolazione della natalità.

Il testo termine poi con la trascrizione di varie omelie in occasione di nozze di parenti e amici di Giovanni Battista Montini, che coprono un periodo di tempo che va dal 1922 al 1961 e mostrano ancora una volta “la singolare considerazione che Montini riserva, a motivo della fede e della sacralità del rito, alla bellezza sovrumana e alla grazia affascinante delle nozze cristiane e, insieme, alla tipica e impegnativa missione che il sacramento affida agli sposi per il bene della Chiesa e della stessa società umana”.

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