Uno sguardo nel mondo dell'affido familiare: dove si è genitori per sempre anche se per breve tempo
L’Associazione Amici della Zizzi ONLUS, guidata da Riccardo e Roberta, opera da 27 anni nel campo della prevenzione e recupero dei minori con problemi economici e sociali, occupandosi principalmente di affido. “Zizzi” era il soprannome della mamma di Riccardo, una professoressa di Livorno molto conosciuta per il suo impegno nel sociale. Sono una realtà abbastanza nota nell'ambito livornese.
Aleteia ha contattato Riccardo Ripoli, fondatore e responsabile dell'associazione. Raggiunto telefonicamente, l'accento toscano e la parlantina incalzante ci sommergono, ma si scorge il pathos per chi fa quello in cui crede: “Abbiamo 7 'bimbi' in affido, noi li si chiama 'bimbi' anche se tre sono maggiorenni – spiega – . Il tribunale, quando serve, ci chiama per gli affidamenti. Io e Roberta dal 1986 lavoriamo insieme per questa opera”.
Ci apre un mondo quello dell'affido e dell'adozione, che non è esattamente come lo immaginavamo. I problemi sono innanzitutto quelli della burocrazia, poi segue il fatto che le strutture di affidamento dipendono da leggi regionali, ma poi dall'attenzione e dal bilancio dei comuni, e dunque cambia molto l'attenzione verso queste esigenze anche solo facendo un chilometro in più. “Ora – mi spiega Riccardo – abbiamo fatto un passo in più e abbiamo comprato con notevoli difficoltà un grosso appartamento a Livorno per 'fortificarci' e diventare a tutti gli effetti una Comunità Educativa per aiutare anche i bambini più grandi. In questo modo – dice -, potremo accogliere altri 6 ragazzi oltre ai 7 che già abbiamo".
Che differenza esiste tra adozione e affido?
Ripoli: Sia affido che adozione sono regolati dalla stessa legge, con l'adozione (preceduto da un periodo di cosiddetto "preaffido") si “prende” per così dire un bimbo, gli si da il cognome ed è una procedura che in un certo momento diviene irreversibile. Per esperienza, noi siamo abbastanza contrari alle adozioni internazionali, perché sono difficili specie se i bambini sono cresciuti, spesso hanno un senso di straniamento nel dover cambiare cultura e ricominciare da capo con la lingua. La cosa ideale sarebbe che le adozioni avvenissero nei Paesi d'origine. Il problema è che in Italia di bimbi da 0 a 3 (quelli più richiesti dalle famiglie adottive, ndr) non ce ne sono molti, mentre di ragazzi di 10-12 anni ce ne sono moltissimi, ma sono poche le famiglie che si prendono questo impegno. A questi bambini spesso vengono in aiuto le famiglie affidatarie.
L'affidamento è un aiuto momentaneo che si da ad un bambino e alla sua famiglia finché ce n'è bisogno, magari durante le separazioni oppure se un genitore è malato o in carcere. Se l'ambiente familiare non torna ad essere accogliente per i figli, allora gli affidi possono essere anche “sine die”.
Come vi sostente?
Ripoli: Con mille iniziative! C'è la lotteria natalizia. Ogni anno facciamo un calendario con un “vip” che ci permette di avere un po' di visibilità, quest'anno ci da' una mano Melita Tognolo. Altri anni abbiamo avuto Marcello Lippi o addirittura la Marina Militare. Io poi ho scritto tre libri. Il primo ed il secondo "Lacrime silenziose 1 e 2", di qualche anno fa che parte dalla nostra esperienza quotidiana di dialogo coi ragazzi: leggiamo il Vangelo del giorno, e cerchiamo di parlare con i bambini dopo aver preparato delle paginette (che sono finite nel libro…), che stimolano la discussione a partire dalla Scrittura e dai fatti del giorno. Ora un altro “La montagna dell'affido”, un racconto-reportage con i nostri ragazzi come protagonisti. Non mancano poi mercatini e naturalmente anche la beneficienza diretta.