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Papa Francesco: la preghiera di lode è difficile ma dona la gioia

Pope Francis — homily – it

Vatican Radio

Radio Vaticana - pubblicato il 16/10/14

Così il pontefice durante l'Omelia a Santa Marta di questa mattina

di Sergio Centofanti

Al centro dell’omelia del Papa, la Lettera agli Efesini, in cui San Paolo eleva con gioia la sua benedizione a Dio. Si tratta di una preghiera di lode – osserva – una preghiera “che noi non facciamo tanto abitualmente: lodare Dio – afferma – è gratuità pura” ed è entrare “in una grande gioia”:

“Noi sappiamo pregare benissimo quanto chiediamo cose, anche quando ringraziamo il Signore, ma la preghiera di lode è un po’ più difficile per noi: non è tanto abituale lodare il Signore. E questo lo possiamo sentire meglio quando noi facciamo memoria delle cose che il Signore ha fatto nella nostra vita: ‘In Lui – in Cristo – ci ha scelti prima della creazione del mondo’. Benedetto sei Signore, perché tu mi ha scelto! E’ la gioia di una vicinanza paterna e tenera”.
“La preghiera di lode” – ha proseguito – ci porta questa gioia, a essere felici davanti al Signore. Facciamo uno sforzo per ritrovarla!” – esclama Papa Francesco – ma “il punto di partenza” è proprio “fare memoria” di questa scelta: “il Signore mi ha scelto prima della creazione del mondo. Ma questo non si può capire!”:

“Non si può capire e anche non si può immaginare: che il Signore mi abbia conosciuto prima della creazione del mondo, che il mio nome era nel cuore del Signore. Questa è la verità! Questa è la rivelazione! Se noi non crediamo questo non siamo cristiani, eh! Forse saremo impregnati di una religiosità teista, ma non cristiani! Il cristiano è uno scelto, il cristiano è uno scelto nel cuore di Dio prima della creazione del mondo. Anche questo pensiero riempie di gioia il nostro cuore: io sono scelto! E ci dà sicurezza”.

“Il nostro nome – ha osservato il Papa – è nel cuore di Dio, proprio nelle viscere di Dio, come il bambino è dentro la sua mamma. Questa è la nostra gioia di essere eletti”. E’ qualcosa – sottolinea – che “non si può capire solo con la testa. Neppure solo col cuore. Per capire questo dobbiamo entrare nel Mistero di Gesù Cristo. Il Mistero del suo Figlio amato: ‘Egli ha riversato il suo sangue in abbondanza su di noi, con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà’. E questo è un terzo atteggiamento: entrare nel Mistero”:

“Quando noi celebriamo l’Eucaristia, entriamo in questo Mistero, che non si può capire totalmente: il Signore è vivo, è con noi, qui, nella sua gloria, nella sua pienezza e dona un’altra volta la sua vita per noi. Questo atteggiamento di entrare nel Mistero dobbiamo impararlo ogni giorno. Il cristiano è una donna, è un uomo, che si sforza di entrare nel Mistero. Il Mistero non si può controllare: è il Mistero! Io entro”. 

La preghiera di lode – conclude il Papa – è dunque innanzitutto “preghiera di gioia”, poi “preghiera di memoria: ‘Ma quanto ha fatto il Signore per me! Con quanta tenerezza mi ha accompagnato, come si è abbassato; si è inchinato come il papà si inchina col bambino per farlo camminare’”. E infine preghiera allo Spirito Santo che ci doni “la grazia di entrare nel Mistero, soprattutto quando celebriamo l’Eucaristia”.

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