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E’ giusto spiegare ai bambini la sessualità?

La sexualité selon l’OMS

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 16/10/14

Petizione on line per ritirare gli "Standard per l'educazione sessuale in Europa" dell'OMS

100mila firme raccolte su Citizengo.org per chiedere il ritiro del documento "Standard per l'educazione sessuale in Europa" a cura della sezione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il documento intende orientare e dirigere l'insegnamento dell'educazione sessuale per i bambini sin dalla primissima età, da 0 ai 4 anni e successivamente. 

Nelle linee guide sulla sessualità c'è l'introduzione di comportamenti sessuali a partire dalla primissima infanzia. «La gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce», la «scoperta del proprio corpo e dei propri genitali», il fatto che «la gioia del contatto fisico è un aspetto normale della vita di tutte le persone», «tenerezza e contatto fisico come espressioni di amore e affetto». Entro i 4 anni andrebbe acquisita «consapevolezza dell’identità di genere», «parlare delle sensazioni (s)piacevoli del proprio corpo», «esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel “gioco del dottore”». 

Dal punto di vista emotivo si incentiva «il concetto che le emozioni si esprimono in molti modi differenti», i «sentimenti positivi verso il proprio sesso e il proprio genere (è bello essere una femmina – o un maschio!)», l’opinione che «le proprie emozioni siano giuste e che sia giusto esprimerle». 

IL PUNTO DI VISTA DELLA CHIESA
Nel documento Orientamenti educativi sull'amore umano – Lineamenti di educazione sessuale a cura della Congregazione per l'Educazione Cattolica, le linee guide viaggiano in una direzione piuttosto differente rispetto a quella dell'OMS. «Nella visione cristiana dell'uomo – si legge – si riconosce al corpo una particolare funzione, perché esso contribuisce a rivelare il senso della vita e della vocazione umana. La corporeità è, infatti, il modo specifico di esistere e di operare proprio dello spirito umano».

LA PRUDENZA DEL CONCILIO
Trattando dell'educazione cristiana, «il Concilio Vaticano II ha segnalato la necessità di offrire "una positiva e prudente educazione sessuale" ai fanciulli e ai giovani». Scrive ancora la Congregazione: «L'educazione sessuale deve condurre i giovani a prendere coscienza delle diverse espressioni e dei dinamismi della sessualità, dei valori umani che devono essere rispettati. Il vero amore è capacità di aprirsi al prossimo in un aiuto generoso, è dedizione all'altro per il suo bene». L'istinto sessuale, invece, «se abbandonato a se stesso, si riduce a genitalità e tende a impadronirsi dell'altro, cercando immediatamente una soddisfazione personale».

PADRONANZA DEGLI IMPULSI
Lo scopo di un'autentica educazione sessuale è quindi «favorire un progresso continuo nella padronanza degli impulsi, per aprirsi a suo tempo a un amore vero e oblativo». Un problema «particolarmente complesso e delicato, che può presentarsi, è quello della masturbazione e delle sue ripercussioni sulla crescita integrale della persona». La masturbazione, «secondo la dottrina cattolica, "costituisce un grave disordine morale", principalmente perché fa uso della facoltà sessuale in un modo che contraddice essenzialmente la sua finalità, non essendo a servizio dell'amore e della vita secondo il disegno di Dio».

TUTT'ALTRO CHE SCIENTIFICO
Se questo è il punto di vista ufficiale della Chiesa in materia di educazione sessuale, anche tra gli psicologi si denotano più aspetti negativi che positivi nei suggerimenti dell'OMS. «E' un documento incompleto e in alcuni casi sbagliato», sentenzia Emiliano Lambiase ad Aleteia. E i limiti sono molteplici. «Non si fonda sulle più recenti ricerche in ambito di sessualità infantile secondo cui – spiega lo psicologo – dicono che è un ambito ancora tutto da scoprire; nonostante queste lacune si decide comunque cosa insegnare, in quali tempi e con quali modi. Non si fa riferimento, inoltre, a teorie scientifiche che giustifichino i punti di vista ma vengono fatte affermazioni come se fossero state già dimostrate. Si decide, in modo arbitrario, quali sono i principi che dovrebbero regolare lo sviluppo globale della persona, decidendo anche i valori che dovrebbero avere i bambini e chi glieli dovrebbe insegnare».

IL PIACERE E IL CONTATTO AFFETTIVO
Lo psicologo evidenzia i punti critici di alcuni passaggi. Un comportamento da incentivare, si legge nel documento dell'OMS, sarebbe la “gioia e il piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce”. «Perché tutta questa focalizzazione nella libertà e nel piacere di toccare il proprio corpo? – si domanda Lambiase – Il piacere del contatto fisico, nell’infanzia, ha un valore primariamente affettivo – tramite il legame con i propri genitori – e poi anche di rassicurazione e consolazione personale. Il piacere, quindi, è uno strumento, non un fine».  

LA GENESI DELLE SENSAZIONI PIACEVOLI
E ancora: “Belle e cattive esperienze del proprio corpo. Cosa da' una sensazione piacevole?” «Questa del piacere sembra essere un’ossessione del documento, perdendo tutto il senso del piacere. Non sappiamo ancora perché il nostro corpo produce piacere per determinate azioni – ci sono molte ricerche e pubblicazioni in merito – eppure vogliamo farne un obiettivo prioritario». 

LA MASTURBAZIONE SPONTANEA
Critico è l'atteggiamento dello psicologo sul "gioco del dottore", cioè restare nudi e toccarsi. Recita il documento: “Esprimere i propri bisogni, desideri e limiti ad esempio nel “gioco del dottore”. «Quella che in natura è una fase spontanea e occasionale di alcuni bambini dovrebbe diventare un vero e proprio gioco, strutturato e di tutti. Essendo una fase naturale e transitoria qualcuno ha valutato le conseguenze negative di renderla un vero e proprio esercizio?». 

IL BAMBINO E IL SUO CORPO
Lambiase punta il dito anche contro l'indicazione, secondo cui “il mio corpo appartiene a me”. «Se è vero che da un certo punto di vista è un atteggiamento positivo in quanto alimenta la difesa di sé dagli abusi, è anche vero che il corpo è uno degli strumenti principali con i quali entriamo in relazione con gli altri e, quindi, è importante considerarlo proprio in funzione delle relazioni e non in modo individualistico ed egoistico. L’intersoggettività prevede proprio che non esista questa divisione così netta tra me e l’altro. Lo dicono anche i nuovi studi di neuroscienze sulla coscienza».

EVOLUZIONE DELLA SESSUALITA'
La sessuologa Noemi Grappone riesce a snocciolare una nota di merito per il documento: quel di focalizzare l'evoluzione sessuale in termini di percorso evolutivo. Il testo dell'OMS recita infatti che l’educazione sessuale influenza lo sviluppo della personalità del bambino. Studi di psicologia dell’età evolutiva, si legge, hanno dimostrato che i bambini nascono come esseri sessuali e che la loro sessualità si sviluppa attraverso diversi stadi collegati allo sviluppo infantile in generale e ai relativi compiti di sviluppo. 

EDUCAZIONE ESTENSIVA
«In particolare – evidenzia Grappone – si parla di educazione sessuale estensiva come processo che si dipana lungo tutto l’arco di vita poiché il bisogno di educazione sessuale non si esaurisce con la pubertà. Le varie fasi evolutive sono tutte caratterizzate da differenti ma ugualmente importanti compiti evolutivi connessi alla sessualità». 

I PRIMI SEI ANNI DI VITA
Lo sviluppo del comportamento sessuale, delle emozioni e cognizioni relative alla sessualità, inizia nel grembo materno e continua per tutto l’arco della vita di un individuo. In linea generale, scrive l'OMS, «si può dire che durante i primi sei anni di vita i bambini passano presto dalla completa dipendenza a una indipendenza limitata. Acquisiscono consapevolezza del proprio corpo. I bambini provano sensazioni sessuali perfino nella prima infanzia. Tra il secondo e il terzo anno di vita scoprono le differenze fisiche tra maschi e femmine». 

GRATIFICAZIONE E AUTOSTIMOLAZIONE
Sensazioni, aggiunge la sessuologa, che si manifestano attraverso la masturbazione e autostimolazione nonché sul corpo delle loro amiche o dei loro amici, il "gioco del dottore". Se da un lato questa "pratica" – incentivata dal documento – è giudicata su più fronti come molto discutibile, dall'altra, precisa Grappone, «i bambini, esplorandosi, sono gratificati dalla propria stimolazione tattile, producendo un comportamento calmante e gratificante come avviene quando la mamma li abbraccia, accarezza». 

IL RISPETTO DI GENERE
In questa fase della crescita, tra i 0 e i 4 anni, i bambini devono anche acquisire «l’atteggiamento “rispetto per l’equità di genere” ossia che maschi e femmine hanno pari valore. Le ingiustizie correlate al genere e le disparità di potere ostacolano interazioni umane costruttive ed armoniche e quindi il raggiungimento della salute sessuale». Parità di genere «non significa che uomini e donne diventino la stessa cosa, ma solo che l’accesso alle opportunità e alle scelte nella vita non sia condizionato dall’appartenenza ad un determinato sesso; sottolineando che rispetto alla sessualità e alla salute sessuale uomini e donne hanno esperienze e bisogni differenti».

L'ESSERE UOMO E DONNA
Per lo psicologo dell'età evolutiva Ezio Aceti quando si esamina l'equità di genere, bisogna partire da una premessa: la sessualità è il primo fattore ontologico, genetico. «Nasciamo maschi e femmine e su questa nascita maturano caratteristiche fisiologiche e psicologiche differenti. L'educazione e la cultura – prosegue Aceti – intervengono affinché l'essere uomo o donna sia rispettato, siamo di fronte ad una verità della natura. Poi ci possono essere dei bambini con genitalità maschile ma tendenze femminili, ma la persona va sempre amata».   

NON E' UN ADDESTRAMENTO
Aceti poi entra nel merito del documento a cui riconosce il pregio di aver evidenziato che la sessualità «va educata per tutto il corso della vita», al contempo però offre una lettura dell'educazione sessuale «avulsa», «quasi estranea alla famiglia, come fosse un addestramento. Ma si addestrano gli animali e non i bambini», sentenzia lo psicologo. «L'educazione è trasformare in qualcosa di più raro un dato della natura. Non è sbagliato che un bambino voglia accarezzarsi, è un istinto, lo fa senza malizia. Ma va educato e bisogna intervenire per orientare comportamenti diversi, evitando che si fissi per la propria genialità. Ecco perché dico che va indirizzato attraverso l'educazione sessuale, ma nella giusta direzione». 

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