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“Nelle prostitute cerco di vedere Cristo Gesù”

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© Agustín Ruiz / Flickr / CC

Aleteia - pubblicato il 10/10/14

Intervista a Salvador Íñiguez, l'apostolo dei travestiti e delle prostitute del film "Mary's Land"

di Samuel Gutiérrez

“Quanto prendi, sorellina? Così poco? Nessuno ti ha detto che vali tutto il sangue di Cristo?” Così Salvador Íñiguez inizia molti degli incontri che una notte a settimana ha con prostitute e travestiti nella città messicana di Guadalajara.

Spinto dal suo amore per la Vergine Maria, Salvador da anni si sente chiamato a svolgere questo apostolato particolare nel mondo della prostituzione. La sua testimonianza ha fatto il giro del mondo grazie al documentario Mary’s Land.Terra di Maria, di Juan Manuel Cotelo.

Cosa ti porta al mondo della prostituzione?

Mi porta il fatto di sapermi figlio di Cristo, di sapermi cristiano battezzato e membro della Chiesa apostolica. Sento che è mio dovere annunciare la Buona Novella a quanti non conoscono l’amore di Dio nella propria vita, a quanti non lo conoscono perché pochi – o quasi nessuno – si azzardano a condividerlo con loro.

A contatto con il mondo della prostituzione ho scoperto cuori feriti come il mio e come quello di tutti, ma con meno possibilità di conoscere l’amore di Dio per le circostanze avverse della storia della loro vita.

Al mattino di casa in casa come infermiere geriatrico, la notte di postribolo in postribolo con prostitute e travestiti. Da quando esercita questa “doppia vita”?

Da 7 o 8 anni. In realtà vado solo un giorno a settimana in una zona specifica di prostituzione, anche se a volte trovo senza volerlo dei postriboli camminando per la città.

In genere lavoro la mattina con un turno di sei ore e i pomeriggi e le sere li dedico al mio apostolato “Maria Regina della Pace: dammi il tuo cuore ferito”. I postriboli non sono la mia unica attività. Visito malati, porto i pasti a poveri, tossicodipendenti e immigrati, porto la spesa nella misura delle mie possibilità alle persone bisognose, a prostitute che hanno figli da mantenere…

Come si prepara a questo apostolato così poco comune?

Una notte nei postriboli implica prima di tutto il fatto di prendersi il tempo necessario per riempirsi di ciò che si vuole condividere. E se condividi l’amore di Dio, la prima cosa è riempirti di Lui…

Ciò vuol dire che bisogna dedicare il tempo necessario ad andare a Messa, poi adorare almeno un’ora Gesù sacramentato, pregare davanti a Lui… Io in genere recito anche la coroncina della Divina Misericordia, chiedo allo Spirito Santo di darmi le parole necessarie per avvicinarmi a questi fratelli e a queste sorelle e di non mancare alla carità in nessun momento… e poi, all’opera!

Qual è il suo sguardo nei confronti delle prostitute?

Il mio è uno sguardo di compassione. Le sento mie sorelle, miei fratelli… Li amo con un amore fraterno, sono diventate persone importanti nella mia vita. Meritano il mio rispetto. Cerco di vedere in loro Cristo Gesù.

Le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. Cosa le dice questa frase di Gesù?

Sono parole che non capivo davvero fino a quando non ho iniziato a vivere questa esperienza. Quando le prostitute e i travestiti sperimentano l’amore grande di Dio e che non li condanna, che anzi è il contrario, la loro conversione è in genere molto grande.

Sperimentano un amore misericordioso e incondizionato, e la loro risposta è spesso generosa. In molti di noi che ci diciamo cristiani apostolici romani, con una serie di titoli e istituti ecclesiali conquistati durante anni, non si riesce a vedere quella conversione di cui parla il Vangelo. È la conversione di cui parlava Giovanni il Battista, quella che chiede Gesù e che ora la Madonna ci chiede nelle sua varie apparizioni nel mondo. Tra le prostitute ho scoperto donne che lottano per mandare avanti una famiglia. Mezzo mondo ha chiesto loro le porte al lavoro, le giudica e le condanna… E loro sono costrette a questo stile di vita per la tanta ingiustizia nella società.

Che messaggio cerca di trasmettere loro?

Un messaggio d’amore, di misericordia e di pace.

È stato accolto bene?

All’inizio no, perché non avevano chiesto qualcuno che si avvicinasse per parlare loro di Dio, men che meno visto la società e alcuni membri della Chiesa hanno fatto sapere loro e sentire che vivono condannati nella vita…

In principio ho dovuto sopportare insulti, minacce e spintoni, ma se trattiamo Gesù, che è il Figlio di Dio, peggio della spazzatura, cosa ci si può aspettare per noi? Con il tempo la maggior parte accetta e aspetta il messaggio.

Come ha aggirato i pericoli di un mondo in cui spesso le donne sono sottoposte a reti mafiose?

Cammino con la bandiera della pace… Ci sono rischi in ogni missione intrapresa in nome di Cristo. Io mi avvicino solo per condividere un messaggio di amore, misericordia e pace.

Cerco di essere prudente e rispettoso e ho saputo guadagnarmi il rispetto dei protettori e di alcuni leader criminali della zona. Condivido il messaggio anche con loro, do loro rosari e santini della Madonna e mi ringraziano. Quanto alle mafie, non entro nella problematica, le autorità sanno tutto e passano perfino in quelle zone.

Ha paura?

No, paura no. Nervosismo sì, ma paura no. Confido in Gesù. Papa Giovanni Paolo II non si stancava di dire “Non abbiate paura!”, e la Santissima Vergine di Medjugorje in innumerevoli messaggi ci ripete di non aver paura e che è con ciascuno di noi.

Ho ricevuto alcune minacce, come quando mi è stata mostrata una pistola infilata nella cinta, ma poi vedono come parli e cosa vuoi e non passi guai maggiori. Dai un rosario e un santino della Vergine e il problema è risolto.

Il suo obiettivo è aiutare le persone a uscire dalla prostituzione o semplicemente accompagnarle in questo cammino?

Il mio obiettivo è che nessuno di loro muoia senza sapere che Dio lo ama e che abbiamo una Madre in Cielo che veglia su di noi qui sulla terra. Il mio obiettivo è che conoscano la Parola di Dio, il suo amore, che sperimentino la sua misericordia e la sua pace.

È offrire un accompagnamento spirituale consigliando se c’è bisogno di qualcosa. Mi piacerebbe avere una casa in cui fornire sostegno morale e spirituale, ma le mie finanze mi permettono appena di sopravvivere.

Non propongo loro di uscire dalla prostituzione, questo spetta a loro. La risposta al cambiamento è libera e personale, io offro solo quello che ho e non è molto.

La sua testimonianza appare nel film Mary’s Land. Terra di Maria. Cosa ha significato per lei?

Una grazia di Dio, un regalo, un dono… Non avrei mai immaginato una cosa simile. Ho solo promesso a Gesù di consacrare la mia vita a diffondere la sua parola e il messaggio di Medjugorje ai più poveri tra i poveri e ai dimenticati. Poi è arrivata questa cosa, e quando meno me lo aspettavo mi sono visto avvolto in un torrente di benedizione… Mi ha fatto conoscere gente e Paesi nuovi.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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prostituzionetestimonianze di vita e di fede
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