I coniugi Heinzen (USA) presenti come Uditori al Sinodo hanno raccontato la loro esperienza coniugale
La sessione tematica di ieri pomeriggio, 7 ottobre, "La pastorale della famiglia: le varie proposte in atto" (II parte, Cap. 1) si è aperta con la presentazione del Presidente delegato di turno, Card Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila (Filippine), che ha introdotto la testimonianza dei coniugi Sig. Jeffrey Heinzen, Direttore del Natural Family Planning nella diocesi di La Crosse (Stati Uniti d’America) e Sig.ra Alice Heinzen, Membro del Natural Family Planning Advisory Board della Conferenza Episcopale (Stati Uniti d’America), presenti al Sinodo come Uditori. Ecco cosa hanno detto davanti all’Assemblea:
"Mio marito ed io ci siamo posti questa domanda: “Come hanno fatto i nostri genitori a vivere come una coppia sposata che ci ha portati fino a dove siamo oggi come cattolici sposati pieni di fede?”
Nella nostra riflessione, abbiamo capito che la testimonianza dei nostri genitori rivelava nelle loro azioni quotidiane il progetto divino per il matrimonio e la vita familiare. Ho splendidi ricordi di partecipazioni alle processioni del Corpus Domini del quartiere e di mio padre che usciva presto di casa per assistere alla Messa quotidiana prima di andare al lavoro. Nel mese di maggio, ricordo che la nostra famiglia recitava il Rosario. Ricordo i tanti baci teneri che si scambiavano i miei genitori. Ci inginocchiavamo accanto al nostro letto in preghiera per chiedere la protezione e la benedizione della nostra famiglia. Ogni domenica assistevamo alla Messa in famiglia, poi andavamo dalla chiesa a far visita ai nostri parenti. A tutto ciò possiamo aggiungere che le nostre madri ci ricordavano di amare sempre i nostri fratelli, di usare con gli altri i nostri modi migliori e di risparmiare gli spiccioli per aiutare i meno fortunati. Le nostre case erano scuole d’amore e di virtù e i nostri genitori erano gli educatori primari.
I nostri genitori hanno dato una testimonianza fedele della gioia e della bellezza del progetto di Dio per l’amore e la vita. Purtroppo, non solo nella nostra valutazione della cultura attuale, ma anche a causa della nostra esperienza pastorale sappiamo che molti giovani non vedono la testimonianza di amore coniugale che abbiamo sperimentato noi. Tanti giovani crescono in famiglie spezzate dal divorzio o senza un’esperienza di genitori sposati a causa di gravidanze extramatrimoniali. Siamo entrati, come hanno affermato alcuni scienziati, nell’era della struttura familiare indebolita. È più di una crisi. Per citare San Giovanni Paolo II, il ruolo dei genitori come educatori è così decisivo che non c’è nulla che possa compensare il loro fallimento in questo campo. La ricerca sociologica testimonia questo problema e le informazioni nell’Instrumentum Laboris lo confermano. I bambini allevati senza la benedizione di genitori sposati che hanno creato una famiglia animata da amore e fede dovranno probabilmente lottare per avere fiducia in Dio e nel prossimo.
Come possono creare matrimoni che durino tutta la vita?
La nostra diocesi negli Stati Uniti non è diversa da quelle di tutto il mondo. Abbiamo visto il numero dei matrimoni diminuire ogni anno e il tasso di convivenze aumentare. Abbiamo visto un crollo netto del numero dei Battesimi. Abbiamo visto i nostri giovani cadere preda della confusione di una cultura edonistica. Conosciamo innumerevoli adulti divorziati che si sono uniti ad altre comunità di fede perché non si sentono accolti nella Chiesa cattolica. E i nostri cuori soffrono per i genitori single che lottano per prendersi cura dei propri figli. Come voi, cerchiamo di trovare modi semplici e più efficaci per condividere meglio le benedizioni del progetto di Dio per il matrimonio e la famiglia.
L’Instrumentum documenta programmi pastorali che cercano di affrontare le questioni negative relative al matrimonio e alla vita familiare. Purtroppo, questi sforzi non fanno fronte alle dimensioni delle sfide culturali che dobbiamo affrontare oggi. Dobbiamo sviluppare metodi più solidi e creativi per condividere la verità fondamentale per cui il matrimonio è un dono divino di Dio più che una semplice istituzione creata dall’uomo. Ciò richiederà da parte nostra il fatto di esaminare i metodi con i quali insegniamo ai nostri figli la natura della sessualità umana e la vocazione al matrimonio. Quando parliamo della chiamata di Dio a servire, il matrimonio dovrebbe essere incluso in tutti i programmi volti a esplorare le vocazioni, e dovremmo chiederci che assistenza diamo a livello post-matrimoniale per aiutare le coppie ad approfondire il proprio rapporto. Vediamo quindi la questione che ci sta davanti non come una crisi di verità, ma come una crisi di metodologia.
Come facciamo noi come Chiesa a condividere efficacemente ciò che sappiamo che è vero in modi pratici, semplici e convincenti di modo che tutti gli uomini e tutte le donne siano sfidati e sostenuti a vivere matrimoni che durano tutta la vita e a costruire famiglie che riflettano la Chiesa domestica?
In tutta la nostra programmazione pastorale, dobbiamo ricordare che “nulla è impossibile a Dio” (Luca 1:37). Si possono trovare soluzioni alla crisi che è stata identificata. Questo Sinodo ha la capacità di aiutare mariti e mogli e le loro famiglie. Apriamo la nostra mente e il nostro cuore allo Spirito Santo perché si possa compiere la volontà di Dio.
[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]