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Stangata sugli asili di Roma?

Protesta passeggini

© Public Domain

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 05/10/14

Dopo la decisione di revocare l'esenzione per il terzo figlio, alcune famiglie hanno occupato simbolicamente il Campidoglio. Comune risponde, più posti ad asili e materne

«I mille passeggini sono metafora delle difficoltà delle famiglie. E vuoti sono l’immagine di una crisi demografica inarrestabile se la politica non riesce a fare un ragionamento più ampio». A organizzare la manifestazione sotto il Marc’Aurelio sul Campidoglio, sede del Consiglio e della Giunta di Roma è stato Gigi De Palo, ex assessore capitolino alla Famiglia, consigliere capitolino a sua volta e padre di quattro bambini.

Tutto questo bailamme viene dalla decisione del Comune di Roma di aumentare le tariffe degli asili nido comunali e di eliminare ogni sconto per il terzo figlio (prima era gratuito), le famiglie hanno già presentato numerosi ricorsi al Tar. «Noi ci rivediamo a fine mese – ha detto De Palo alle famiglie riunite al Campisoglio – quando è prevista la sentenza dei giudici amministrativi che siamo certi elimineranno questa ingiustizia» (Corriere della Sera, 4 ottobre).

Sotto la statua equestre del Marco Aurelio il colpo d’occhio dei mille passeggini vuoti portati dalle famiglie romane colpite dall’aumento delle tariffe per l’infanzia, vuole ricordare da un lato il drastico crollo della natalità registrato anche dal Censis che, appena quattro giorni fa, ha pubblicato i dati di un’emorragia di 62mila nati in meno dall’inizio della crisi. Meno figli dunque anche a causa della congiuntura economica ma di contro anche per la mancanza di politiche di sostegno alla famiglia e di una tassazione più equa (Radio Vaticana, 4 ottobre).

Gli slogan che accompagnano il sit in di protesta sono semplici ma molto concreti: “Fare un figlio non è una colpa”, “Renzi guardi ‘sta piazza”, “tassateci anche i passeggini”, “Le famiglie non possono scioperare”, “Non c’è niente di più ingiusto dell’Isee”, “Vogliamo un fisco più equo”, recitano i cartelli sventolati dai legittimi proprietari dei passeggini nonché genitori (TMNews, 4 ottobre).

A guidare la protesta è – come detto – il consigliere De Palo, che ad Avvenire spiega che non solo Marino, ma anche il Governo del premier Renzi è sotto accusa per l’assenza di politiche per la famiglia:

“Ogni scelta che toglie fiato alle famiglie è miope; senza famiglie l’Italia muore e solo puntando sulla famiglia si costruisce il futuro, si riannoda il Paese e si batte la crisi. È quello che ha cominciato a dire a Renzi. È lui, il premier, l’interlocutore vero. Ed è il governo ad essere sotto esame. Marino ha sbagliato tutto, ma anche Renzi sta sbagliando molto. Troppi silenzi sulla famiglia, troppe omissioni. Andrete anche a Palazzo Chigi? Spero che il premier si dimostri più lucido del sindaco. Che ritrovi visione. E che sia capace di dare risposte. Uno: il bonus va allargato alle famiglie. Due: il quoziente familiare non può essere sempre e solo un bel proposito. Queste sono priorità e i soldi vanno trovati” (Avvenire, 4 ottobre).

A rispondere al consigliere De Palo, ci pensa Alessandra Cattoi, assessora alla Scuola, nella Giunta del Sindaco Marino che spiega la posizione del Comune: “L’abolizione dell’esenzione per il terzo figlio risponde a un semplice criterio di equità contributiva”. E nella sua replica alle proteste dei “passeggini vuoti”, che ieri hanno invaso la piazza del Campidoglio: “Non vogliamo fare cassa sulle famiglie né tantomeno danneggiare le fasce più deboli. Vogliamo solo che i servizi vengano pagati in modo progressivo a seconda delle possibilità economiche di ognuno – spiega Cattoi – Fino a 10mila euro di Isee, infatti, la quota per il terzo figlio non è dovuta, mentre per i valori superiori è previsto uno sconto del 30% sul totale delle quote”. Nel dettaglio, “le fasce con un reddito basso passano da 34 euro al mese a 36, mentre quelle medie (20 mila euro di Isee) passano da 146 a 162 euro. In ogni caso, è necessario ribadire che le tariffe dei nidi a Roma, anche dopo l’attuale aumento, rimangono tra le più basse d’Italia e che dal 2000 non subivano nessuna variazione” (Redattore Sociale, 5 ottobre).

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