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La cura del creato è il frutto della santità

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Aleteia - pubblicato il 29/09/14

I papi recenti, il patriarca ortodosso e i gruppi cattolici insistono sul fatto che i cambiamenti climatici sono una questione seria

Mark Gordon

Le Nazioni del mondo hanno una “responsabilità condivisa di proteggere il nostro pianeta e la famiglia umana”, ha affermato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, martedì al Summit sul Clima delle Nazioni Unite svoltosi a New York.

Leader di tutto il mondo hanno offerto i propri punti di vista per risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Il Presidente statunitense Barack Obama si è rivolto al gruppo pubblicizzando i progressi compiuti dagli Stati Uniti con il suo progetto, e ha esortato a condividere nuovi strumenti tecnologici e a studiare i dati con la comunità internazionale.

Il 21 settembre, quasi 400.000 persone si sono riunite a Manhattan per partecipare a quella che gli organizzatori hanno descritto come la “Marcia climatica della gente”. L’evento è stato promosso da più di 1.500 organizzazioni attiviste, soprattutto di centrosinistra, e ha visto tra i partecipanti celebrità come Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo e il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon.

Tutta questa attività è un precursore della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che si svolgerà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. L’obiettivo dichiarato è incontrarsi per “raggiungere, per la prima volta in più di vent’anni di negoziati ONU, un accordo vincolante e universale sul clima da parte di tutte le Nazioni del mondo”.

Il 2015 si appresta ad essere un anno importante per l’ambiente anche nella Chiesa cattolica. Insieme al traffico di esseri umani e all’assistenza ai poveri, l’ambiente è una preoccupazione costante di papa Francesco. Ora si dice che progetti di fare dell’ambiente il punto focale della prima enciclica scritta da solo (i lettori attenti ricorderanno che la Lumen fidei è in gran parte lavoro del papa emerito Benedetto XVI e la Evangelii gaudium è un’esortazione apostolica, non un’enciclica).

“Francesco ha già inviato segnali nelle dichiarazioni sull’ecologia che ha rilasciato finora”, ha detto William Patenaude, un ingegnere che scrive su CatholicEcology.net. “Sta portando avanti gli stessi messaggi dei suoi predecessori. Ovviamente lo farà nel proprio stile e con il suo ‘fascino’ personale, ma sarà lo stesso messaggio: la questione dell’ecologia è intimamente collegata ad altre questioni morali, soprattutto questioni relative alla vita”.

Se i segni a cui allude Patenaude sono una guida, la nuova enciclica probabilmente riprenderà molti temi “francescani” ora familiari. Il Santo Padre potrebbe smussare le nette distinzioni tra “ecologia umana” ed “ecologia ambientale”, preferendo stabilire la loro interdipendenza. Probabilmente inserirà la cura del creato all’interno della sua critica al consumismo, al materialismo e agli eccessi del capitalismo, e probabilmente collegherà la difesa del creato e la cultura della vita.

Per un ecologista professionista e cattolico fedele come Patenaude, è un momento importante. “I papi San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sono stati giganti nel loro pensiero ecologico”, ha dichiarato. “Francesco può riprendere molto, e dedicare un’intera enciclica alla questione sarà uno splendido contributo”.

Il tema dell’ecologia ha anche un momentum ecumenico. Bartolomeo I, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, è da tempo un deciso sostenitore dell’ambiente. L’“enciclica patriarcale” di quest’anno per inaugurare il nuovo anno liturgico nella Chiesa orientale è stato dedicato interamente all’ambiente. “Lo sfruttamento illimitato e insaziabile delle risorse naturali del creato, che rappresenta la causa principale della distruzione dell’ambiente naturale, è – secondo la testimonianza di teologia, scienze ed arti – il risultato della caduta dell’uomo, ovvero della nostra disobbedienza al comando del Signore e del nostro non conformarci alla volontà di Dio”, ha scritto Bartolomeo, che è stato definito “il patriarca verde”.

Il duro lavoro della difesa dell’ambiente continua. L’iniziativa principale negli Stati Uniti è il Patto Climatico Cattolico, una coalizione ombrello di gruppi che spaziano dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) al Franciscan Action Network. Il Patto promuove la “Promessa di San Francesco”, che consiste in preghiera, educazione, valutazione, azione e tutela centrate sull’ambiente. Il Patto assiste anche diocesi, parrocchie, gruppi scolastici e altri per organizzare eventi educativi e di altro genere.

La sera del 3 ottobre, vigilia della festa di San Francesco, l’Ufficio per la Vita e la Famiglia della diocesi di Providence ha organizzato una “serata di ecologia cattolica” che inizierà con l’adorazione del Santissimo Sacramento, proseguirà con il servizio del Transito francescano e si concluderà con laboratori sull’efficienza energetica e sugli effetti del riscaldamento globale sulla salute e sullo sviluppo dell’agricoltura locale.

Bill Patenaude, che ha aiutato a organizzare l’evento di Providence, pensa che sia importante per far sì che i cattolici capiscano tali questioni e si coinvolgano. “Cosa possiamo fare?”, ha chiesto. “Continuiamo a educare. Facciamo vedere ai cattolici che anche la Chiesa, e non solo la politica di sinistra, si impegna nella questione. L’ecologia non è qualcosa che dobbiamo aggiungere alla nostra agenda. Viene naturalmente se cerchiamo di vivere davvero una vita santa”.

Mark Gordonè partner di PathTree, un’impresa di consulenza specializzata in capacità di ripresa organizzativa e strategia. È anche presidente della Società di San Vincenzo de’ Paoli della diocesi di Providence e di un rifugio per senzatetto e di una mensa locali. È autore di Forty Days, Forty Graces: Essays By a Grateful Pilgrim. È sposato da 30 anni con Camila e ha due figli.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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