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Sinodo sulla famiglia, una veglia per illuminare la via

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Jeffrey Bruno

Emanuele D'Onofrio - Aleteia - pubblicato il 26/09/14

Il prossimo 4 ottobre movimenti ed associazioni si uniranno al Papa in preghiera a piazza San Pietro

Dalla famiglia viene la forza per ogni azione dell’individuo e della società. Ecco perché riunire la famiglia dei cristiani per – nelle parole di papa Francesco– “pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri Sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito” di trovare delle strade possibili per i temi più urgenti che riguardano l’istituto della famiglia è un’iniziativa dal fortissimo valore reale e simbolico. La richiesta di pregare arrivata dal papa, insieme alle sue nette decisioni prese in questi giorni, evidenzia quanto lo preoccupi ogni genere di minaccia che dal mondo esterno giunga a minare la sacralità della famiglia e l’innocenza dei minori.

Per questo, alla vigilia dell’apertura del Sinodo su “Le Sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, la CEI ha raccolto l’appello e lo ha esteso a movimenti ed associazioni che si riuniranno in piazza San Pietro il prossimo 4 ottobre, nella festa di San Francesco, tra le 18.30 e le 19 per pregare insieme. Per coloro che non potranno partecipare direttamente all’evento, dal nome “Accendi una luce in famiglia” è prevista una seconda modalità di adesione che è quella di creare nella stessa sera sul territorio, nella propria casa o nello spazio di una comunità, un incontro nel quale invocare lo Spirito Santo, anche attraverso un lume acceso posto sulla finestra della propria abitazione. Chi sicuramente sarà in piazza San Pietro insieme a papa Francesco è il Movimento per la Vita, da sempre in prima fila nella difesa dei valori della Famiglia. Aleteia ha intervistato Paola Mancini, segretaria generale del Movimento.

Come vi state preparando all’incontro del 4 ottobre?

Mancini: La cosa è partita da un desiderio comune di preghiera da parte delle associazioni e dei movimenti, perché questo Sinodo è un momento di riflessione sulle grandi sfide contemporanee che riguardano la famiglia. Parliamo di sfide perché questo è il momento in cui bisogna prendere delle direzioni, bisogna cercare di trovare una dimensione di comunione e non di recriminazioni o di lotte intestine. La forza di ognuno è la famiglia, quindi tutti i tentativi di trovare soluzioni per lo sviluppo e l’armonia della famiglia penso che abbiano il potere di chiamare a raccolta tutte le potenze intellettuali e morali dell’uomo. Per questo l’associazionismo cattolico ha accolto con grande gioia questo invito che è partito da papa Francesco. L’ha fatto suo, ed ecco che si è creata subito questa comunione di intenti.

Quali sono le sfide più delicate che il Sinodo dovrà affrontare?

Mancini: Lei sa benissimo che noi usciamo ora da una grande campagna di raccolta firme che abbiamo organizzato l’anno scorso al livello europeo, ognuno di noi. Il punto più forte su cui noi battiamo è che il bimbo non nato venga pienamente riconosciuto come membro già attivo. Ecco perché abbiamo scritto ai padri sinodali per chiedere che si rifletta su questo, che si ponga la vita come il valore assoluto da tutelare e custodire. Noi chiederemo che questo riconoscimento al bambino non nato dia la forza di identificare nel soggetto più debole e indifeso il prototipo stesso dell’amore.

Qual è lo stato di salute dell’istituto della famiglia, in questo periodo di crisi?

Mancini: Si tratta di inquadrare il discorso della famiglia nell’ottica giusta. Come istituzione la famiglia non potrà mai venire meno. A meno che non si guardi ad essa soltanto come un’aggregazione di persone. Come istituzione, come culla di formazione dell’essere umano, della persona, la famiglia non potrà mai venire meno. Io la vedo un po’ così: è stata attaccata da qualche virus, da qualche patologia che però può essere facilmente curata, perché la realtà della famiglia ha sfidato i secoli. Senza la famiglia non c’è progresso, non c’è società. La famiglia deve tornare ad essere culla d’amore e luogo di formazione armonico per la persona.

È fiduciosa sul fatto che questo Sinodo darà le risposte giuste?

Mancini: Sono fiduciosa! Non sono pessimista perché la Chiesa ha ascoltato attentamente la voce del popolo di Dio. Ha ascoltato anche la voce di un papa che parla tanto di misericordia. E diciamo che sulle problematiche che riguardano la famiglia non si andrà a sentenziare contro l’amore misericordioso di Dio, ma si andrà a trovare delle dimensioni d’incontro sulle problematiche che assillano oggi la famiglia, che assillano anche i divorziati che desiderano accostarsi ai sacramenti. La Chiesa è madre, è misericordiosa, e sempre nell’ottica della tradizione si troverà la strada per risolvere armonicamente, alla luce del Vangelo, le problematiche che attanagliano attualmente la dimensione della famiglia.

Crede che all’interno della Chiesa possa esserci qualche tensione tra visioni diverse per la soluzione dei problemi?

Mancini: E’ impossibile che nell’ambito della Chiesa ci siano forze contrarie alla famiglia. Questo è un assurdo. Diciamo che ci possono essere dei punti di vista differenti su alcune tematiche. Però chi è realmente membro della Chiesa come sposa di Cristo e come organismo che nasce dalla dimensione dell’amore cristiano, è impossibile che possa arrivare a delle conclusioni o a delle affermazioni contrarie alla realtà del Vangelo. Cristo è venuto per amare, il Vangelo è amore, il Vangelo è il più grande testo di antropologia che esista sulla faccia della terra, nulla che nasce da esso può essere contro l’uomo e contro la famiglia.

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