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Sinodo della famiglia: su cosa e come dibatteranno i vescovi?

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Aleteia - pubblicato il 26/09/14
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Il dibattito sui media si centra troppo sulla questione della Comunione ai divorziati risposati. Quali sono gli obiettivi del Sinodo e come si realizzeranno?di Elisabeth de Baudoüin 

Focalizzare è ridurre. I dibattiti che hanno preceduto il Sinodo della famiglia si sono cristallizzati intorno alla questione dell’accesso alla Comunione dei divorziati risposati e non hanno mostrato gli obiettivi del Sinodo.

È vero che la questione non è secondaria, perché dietro di essa si nasconde quella dell’indissolubilità del matrimonio sacramentale, ma occupa solo un piccolo posto (3 articoli su 159, i numeri 93, 94 e 95) nell’Instrumentum laboris che servirà da base per i lavori dei Padri sinodali.

La Chiesa, ospedale di campagna
I vescovi avranno meno da dibattere sul matrimonio che sulla famiglia, come indica chiaramente il tema del Sinodo (che a volte viene dimenticato): “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.

Nell’ambito familiare, che attraversa una crisi mondiale, le sofferenze non si riducono ovviamente a quella dei divorziati risposati che non si possono comunicare sacramentalmente, anche se questa sofferenza, quando è reale, deve essere compresa.

Citeremo alcuni elementi segnalati nell’Instrumentum Laboris: solitudine della vedovanza, del celibato non volontario o della vecchiaia; prova della sterilità, della malattia, della disoccupazione o della precarietà; dramma del divorzio, della droga, della violenza o della guerra; sofferenza di genitori e nonni che cercano di trasmettere ai figli o ai nipoti i valori ai quali sono legati.

Come ricorda spesso il papa, in questo campo domina la legge del più forte e sono in primo luogo i più deboli a pagare il conto: bambini, anziani e donne.

Il primo dovere della Chiesa, madre di Misericordia, durante questo Sinodo è guardare con realismo alla sofferenza di bambini e uomini: quale parola offrire per consolare e incoraggiare? Cosa avviare concretamente per aiutare e guarire?

Francesco sottolinea che la Chiesa è cattolica, ovvero universale, e che la sua funzione di “ospedale di campagna” va al di là delle sue frontiere visibili.

La Chiesa, madre ed educatrice
Visto che è anche apostolica, ovvero missionaria, la Chiesa deve rispondere a un’altra sfida: quella di annunciare il Vangelo della famiglia, con la certezza che al di là delle esigenze a volte elevate questa “Buona novella” rappresenta un cammino di profonda felicità per coloro che cercano di metterlo in pratica.

In questo ambito in cui la Chiesa nuota quasi sempre controcorrente, le sfide sono cruciali. Eccone alcune:

Come aiutare i giovani, immersi oggi nella cultura del provvisorio, a impegnarsi per la vita?

Come aiutare le coppie, nelle società in cui il divorzio è stato banalizzato, a superare le difficoltà per rimanere insieme?

Come aiutare le famiglie a trovare l’equilibrio necessario per lo sviluppo di ciascuno, in un momento in cui quando una persona viene considerata inutile (malati, anziani…) viene emarginata?

Come aiutare i genitori a trasmettere la fede ai propri figli in un mondo secolarizzato?

Alla vigilia della beatificazione di Paolo VI (il papa dell’Humanae vitae), che chiuderà questo Sinodo (il 19 ottobre), come tornare a dare agli sposi il senso dell’apertura alla vita? Come aiutarli a scoprire e ad amare l’insegnamento della Chiesa in questo ambito?

Questi argomenti – e molti altri – di cui si fa eco l’Instrumentum Laboris richiedono una parola chiara e risposte concrete da parte della Chiesa, che ha la vocazione di rispondere, come madre ed educatrice: esigente e affettuosa, affettuosa ed esigente.

Testi sinodali e incontri
Come si svilupperanno concretamente i lavori? Di recente il cardinal Baldisseri, segretario generale del Sinodo, ha dichiarato che verranno organizzati in modo “più dinamico e partecipativo, con interventi e testimonianze”. “Per la organizzazione delle 
sessioni vogliamo un ordine ben preciso che si riferisca ai temi trattati nell’Instrumentum Laboris in modo più ordinato”.

“I Padri che vogliono intervenire devono stare al tema e non parlare di tutto”, ha aggiunto. “I temi come tali saranno poi tutti discussi nei Circuli Minores”.

“La prima settimana sarà dedicata alle grandi relazioni introduttive, poi le sessioni seguiranno le diverse parti dell’Instrumentum. Abbiamo chiesto ai Padri che inviino il testo in anticipo. Il testo non sarà letto, ma riassunto in 4 minuti e anche completato, ma sempre rispettando il tema”.

Quanto all’elaborazione dei testi e alla loro pubblicazione, il cardinale ha sottolineato che gli interventi dei Padri “non saranno pubblicati. Ci sarà invece un ampio briefing ogni giorno, non più suddiviso per diversi gruppi linguistici, ma un appuntamento unico tenuto nelle varie lingue principali, ma non come semplice traduzione, ma per avere una prospettiva più ampia. E ci sarà poi un testo pubblicato dalla Sala Stampa come sintesi dei lavori della giornata. Non ci saranno pubblicazioni di testi sinodali come era nel passato”.

“Alla fine ci sarà un documento sinodale, non delle propositiones, ma un testo sinodale che riassume tutto il lavoro fatto e che sarà votato e approvato dall’Assemblea e consegnato al Santo Padre, che deciderà se pubblicarlo o no”.

Ci sarà poi “il Messaggio al popolo di Dio” prima dell’Assemblea del 2015, alla quale seguirà “un documento finale” che il papa utilizzerà per elaborare la sua esortazione post-sinodale.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]