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La formazione secondo i salesiani

Formazione Professionale Salesiani

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 19/09/14

Al seminario europeo di Roma confronto sul nuovo test invalsi, ispirato al metodo di Don Bosco

Cambiano le modalità di organizzazione dei test INVALSI. Dal 2015 più spazio alla pratica e meno alla teoria. Grande soddisfazione per i centri di formazione salesiani che da tempo sostengono il nuovo metodo di valutazione per gli studenti del terzo anno delle scuole superiori. E’ su questo che è ruotata la XXVI edizione del Seminario di Formazione Europea del CIOFS-FP (Centro Italiano Opere Femminili Salesiani – Formazione Professionale) in programma Roma dal 17 al 19 settembre.

SPAZIO AL METODO INDUTTIVO
«A scuola si impara studiando, mentre nella formazione si impara facendo, un’affermazione semplice ed efficace – dice Monica Bozzo orientatrice del CIOFS-FP di Genova – si parte da situazione pratiche, dalla realtà, e utilizzando il metodo induttivo, si risale alla nozione teorica». La formatrice evidenzia che esistono due tipologie di studenti: quelle più propensi ad apprendere attraverso il metodo induttivo e quelli invece che lo fanno attraverso il deduttivo. La scuola tradizionale veicola l’insegnamento solo attraverso quest’ultimo. «Capita che i nostri allievi – prosegue Bozzo – arrivano ai centri di formazione sfiduciati, con un autostima bassissima. Uscendo dalla scuola con risultati non positivi, temono di non essere in grado di imparare alcunché. Per questo privilegiamo un recupero umano e professionale del ragazzo, facendogli ritrovare fiducia nei propri mezzi».

IL CICLO DI FORMAZIONE
I percorsi di formazione sono triennali e coincidono con i primi tre anni delle scuole superiori. All’inizio della sperimentazione dei centri di formazione, la maggior parte degli allievi proveniva da esperienza scolastiche infelici, generalmente istituti tecnici e professionali, adesso invece sono aumentati quelle che, dalle scuole medie, decidono di aderire direttamente all’esperienza della formazione professionale. Terminata l’esperienza triennale, allo studente gli si da la possibilità di completare il ciclo di studi/formazione oppure di tornare a scuola per conseguire la maturità. «Tra i nostri ragazzi ce sono anche di laureati – sottolinea Bozzo – e ciò testimonia l’incisività della formazione».

UN MESSAGGIO ALLE ISTITUZIONI
Suor Lauretta Valente, Presidente del CIOFS-FP, spiega la peculiarità di questa edizione del Seminario di Formazione Europea, «dove abbiamo affrontato, con il contributo di eminenti relatori, la problematica della valutazione dei ragazzi, che deve essere più basata sulle competenze pratiche anziché sulla teoria. Una nuova forma di valutazione che sarà sperimentata attraverso i test INVALSI del prossimo anno». Test INVALSI, che come è noto, affrontano gli studenti al terzo anno di scuola secondaria superiore come prova scritta che ha lo scopo di valutare i loro livelli di apprendimento. Dal seminario, aggiunge suor Lauretta, «vogliamo lanciare un messaggio anche ad istituzioni e politica per dire che la formazione professionale segue una metodologia alternative sempre più efficace, dove i laboratori attrezzati, le performance professionali, le qualifiche sono assolutamente centrali».

L’IMPORTANZA DEGLI STAGE
La presidente del CIOFS-FP ricorda, non a caso, l’importanza degli stage nelle aziende. «Intorno ai centri ruota una rete di aziende che ospita gli alunni per coinvolgerli in una esperienza di lavoro ancora più pratica e qualificata. In tutti e tre gli anni di formazione sono previste ore di stage. Ecco perché noi vorremmo che la valutazione di ognuno di essi sia basati anche sulla loro efficienza in un ipotetico contesto di lavoro. E vorremmo sensibilizzare anche la scuola in tal senso. Questo è il nostro intento per agevolare i ragazzi ad entrare con maggiore facilità nel mondo del lavoro».

IL NUOVO TEST INVALSI
Per don Mario Tonini, presidente CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale), è soddisfatto per la nuova organizzazione "pratica" dei test INVALSI. I salesiani si sono fatti portavoce di questa proposta innovativa incassando un risultato importante. «Dal 2015 avremo test INVALSI suddivisi in due parti – anticipa don Mario – ci sarà una parte in comune per tutte le tipologie di scuole superiori e una seconda parte, invece, peculiare per ogni singolo indirizzo di studio». Una seconda parte sopratutto rivolta ad esaltare quell’ apprendimento induttivo, che da sempre è il tratto distintivo del metodo di don Bosco.  

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