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Amore e individualismo sono compatibili?

pareja tomados de la mano – it

© freya-photographer/SHUTTERSTOCK

padre Carlos Padilla - pubblicato il 18/09/14

L'amore è comunione, procedere insieme, sostenendoci quando manca l'incoraggiamento, senza lamentarci, senza criticare né pensar male degli altri

Le cose restano qui, non ce le portiamo dietro, ma le persone che abbiamo amato e quelle che ci hanno amato sono il nostro tesoro più grande e lo portiamo in cielo, inciso nell’anima. Quelle che si sono prese cura di noi e quelle che abbiamo curato. Quelle che ci hanno guarito e quelle che abbiamo guarito noi. Gli abbracci, i silenzi, le parole d’affetto, i gesti di amore concreto, le carezze, gli sguardi, i “ti voglio bene”…

Quelli che ci hanno amato in modo incondizionato, come ci ama solo Dio. Quelli che hanno reso la nostra vita migliore, hanno creduto in noi e hanno toccato quella corda dell’anima nascosta agli altri. Quelli che ci hanno conosciuto fino in fondo e anche così ci hanno amato.

Quelli che sono rimasti fedeli negli anni di cammino e ci hanno rallegrato la vita con un sorriso, con una parola, scoprendo in noi doni che non conoscevamo. Quelli che ci hanno aspettato alla fine della corsa, ci hanno accompagnato e ci hanno seguiti.

Quelli che non hanno mai chiesto niente, per rispetto, per affetto. Quelli che non hanno chiesto spiegazioni, quelli che non hanno preteso nulla di speciale, ma hanno sempre dato tutto. Quelli che ci hanno fatto ridere e nei momenti tristi sono rimasti fedeli al nostro fianco, senza saper bene cosa fare, senza sapere cosa dire.

Senza tutti loro non avremmo mai potuto camminare, arrivare ad alcuna meta, raggiungere alcun desiderio, diventare ciò che siamo, senza paure, sicuri. Penso che questa sia la vita, camminare insieme verso il cielo, esortandoci, sostenendoci, portando gli uni gli altri, perdonandoci, sognandoci.

Credo che nel cammino tutti condividiamo la missione di Simone di Cirene. Mi colpisce quel momento della via verso il Calvario. Gesù stanco, caduto, affondato. Cercano un uomo. Disperati. Qualcuno che aiuti un condannato. Qualcuno che macchi le proprie mani con un condannato a morte.

Cercano un uomo, l’uomo. Lo trovano. Simone si avvicina confuso. Guardava soltanto. Non voleva macchiarsi le mani, confondere il suo cammino, perdere la vita. Non pretendeva nulla. Guardava e basta. Lo chiamano. Prende la croce e se la carica.

Non sapeva che quel gesto avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Dando la sua vita, la salva. Mettendo la sua anima, la recupera. Non sapeva che il suo vero cammino sarebbe iniziato in mezzo a quel tormento, salendo verso il Calvario.

Gesù lo guarda. Egli dice solo di sì, e inizia la sua vita. Lo sguardo di Gesù. Il suo sguardo verso Gesù. Si guardano. Tutto cambia. Riconoscenza negli occhi di Gesù. Commozione nell’anima di Simone. Si sente amato da un condannato a morte. Anziché macchiarsi le mani le purifica, la sua anima, la sua vita. Si lava nel sangue di Gesù, vive sulla via verso la morte.

Così dovrebbe essere la nostra vita. Aiutare a portare altre croci, sostenere altri nel loro dolore. E in questo dare la vita, guardare Gesù, essere guardati da Gesù. La vita cambia quando siamo capaci di camminare con chi non cammina, di rialzare chi è caduto.

Così è la nostra vita. Sosteniamo croci. Sostengono le nostre croci. Altri ci aiutano e vediamo con sollievo come ci sollevano nella nostra croce. Non camminiamo da soli, non ci salviamo da soli. Il mondo è individualista, la Chiesa non lo sarà mai. Non può. L’amore è comunione.

Andiamo insieme, prendendo gli uni dagli altri, sostenendoci quando manca l’incoraggiamento, senza competere per arrivare prima, senza lamentarci di ciò che riteniamo ingiusto, senza criticare né pensar male dei fratelli, senza sospettare altre intenzioni.

Sì, questa è la via, Gesù è in mezzo a noi, al nostro fianco, nella croce, lì dove invochiamo il suo nome, quando supplichiamo la sua presenza, il suo abbraccio, il suo aiuto.

Nella nostra vita quotidiana, che a volte diventa difficile, lì dove pensiamo che sia assente, lì, nascosto tra molti volti, tra le pene di ogni giorno. Sì, è lì. Nella mia routine, nella mia quotidianità, nelle mattine grigie, nelle notti oscure. In tutto ciò che mi turba, tra i dolori che non comprendo.

Lì, quando mi vesto di grigio e mi sento triste. Quando godo la vita e mi rallegra la luce del giorno. Lì, al mio fianco, salendo verso il Calvario, scendendo all’orto degli ulivi. Correndo per boschi pieni di vita, camminando in deserti pieni di solitudine. Non camminiamo da soli.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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